VITA A BELMONTE PICENO
Sei bello, pittoresco, ed a me caro.
Dall’alto domini la valle!
Io da lontano ognor t’ammiro.
Mi ridèsti i ricordi del passato.
Là il boschetto di alte piante
ove si nota natural bellezza;
e lo sguardo spingi fino alla marina,
nascosta tra le querce una casetta.
Lì nacqui e poi emigrò la fanciullezza e in te tornò
nell’età migliore, quando tutto si vede più bello
quando il cuore palpita d’amore.
Tra la gente buona e laboriosa
la vita mia fu spensierata.
Il lieto canto delle fanciulle
par riecheggiar le tue colline,
la messe ondeggia come mare
e il contadin s’allegra.
Ma più vivi in mente ancor mi restano
il colle solatio, i pendii solchi coi lenti buoi,
le fresche aurore ed i tramonti d’oro!
Parmi ancor di sentire quel cinguettio d’uccelli
ed il fruscio d’ali, sulle querce annose
che con musica gentil
mi venia a salutar festosamente.
In te non v’è cosa: alberi, strade, vie
e vecchie casette che non mi ridesti ricordi.
Io son legato a te, con tutto il cuore
t’amo, paesello mio, con tanto amore.
Oh amici d’un tempo, vi rivedo tutti;
rivedo ancor la nonna e il genitore,
posti lassù, col nipotino all’ombra dei cipressi.
Vorrei venir pur io stanco e smarrito
e nel peregrinare tra le ingiustizie umane,
per ritrovar la pace quassù nell’alto colle a poter dire:
”Mio paesello, tu mi desti la vita, tra le festose piante.
Quando il Signore vorrà te la rendo all’arido colle
per riposare il sonno della pace!”