EDIFICI MONUMENTALI E ARCHITETTURA NEOCLASSICI
Il fervore neoclassico, creato tre secoli fa nel Fermano, ha lasciato testimonianze straordinarie d’arte nella monumentalità di palazzi, templi, impianti di urbanistica ad opera di papi, clero e confratelli di varie consociazioni. Una tra le meraviglie c’è il nuovo Servigliano, allora Castel Clementino (da Clemente XIV) Un innovatore di valido calibro è stato l’arcivescovo Fermano, Urbano Paracciani (1764-1777) cui fu dedicata un’epigrafe, sull’ultimo angolo a destra della strada d’ingresso al Girfalco, opera di sua benemerenza.
A Roma, dove era nato, fece parte dei sovrintendenti della basilica di San Pietro e dei palazzi vaticani. Le opere che fece compiere, 250 anni fa, restano ancora ammirate. Lavoratore indefesso, stabilì un ufficio di architetti, ingegneri, mastri che per un trentennio hanno seguito la costruzione delle gran parte delle chiese parrocchiali rinnovate in tutta la vasta archidiocesi Fermana.
È stato il principale artefice dello sviluppo dello splendore urbano di Fermo. Costituì un ufficio di tecnici. Tra i progettisti più impegnati si ricorda Pietro Augustoni (Como 1741- Fermo 1815) a cui sia scrivono il convento dei Filippini (oggi sede del tribunale) e vari palazzi delle famiglie Erioni, Pelagallo, Vitali, Nannerini, inoltre l’ammodernamento delle chiese di San Zenone, San Francesco, oltre al monumento a san Sabino presso il Girfalco. Si occupò dell’incasato nuovo di Grottammare e della collegiata di Santa Vittoria in Matenano, e di vari edifici di impronta neoclassica a Loro Piceno, Mogliano M., Ascoli P., Recanati, Calderola.
Nella direzione tecnica dei lavori edilizi si distinse Domenico Fontana di famiglia originaria del Canton Ticino. Il Paracciani, in occasione della gravissima carestia del 1766 fece distribuire notevoli quantità di grano da lui fornite. Ottenne dall’amministrazione pubblica locale che riducesse il numero degli impiegati con un cospicuo guadagno per l’erario e fu ispiratore e autore della sistemazione urbana a cui contribuì come generoso mecenate usando il proprio denaro. Diede avvio alla ristrutturazione della cattedrale e fece nuovi edifici per le scuole, per il seminario (ora sede del conservatorio musicale), per gli orfanotrofi maschile femminile, per gli ospizi e per altre sedi.
L’architettura e l’ingegneria che promosse nel suo episcopato, durato poco più di un decennio, hanno lasciato opere monumentali ancora fruite, dopo due secoli e mezzo, con grande utilità.
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