La riconciliazione, sacramento cristiano con la confessione segreta. Papa Leone Magno sapiente nella salvezza delle anime.

PENITENZIALI. La pratica della confessione sacramentale segreta.
Il papa Leone Magno il 6 marzo 459 scrive ai vescovi costituiti nella Campania, nel Sannio e nel Piceno per ribadire la necessità della confessione fatta all’orecchio del ministro del sacramento della Penitenza e con segretezza. (Patrologia latina 54, lettera CLXVIII pp. 1209- 1211)
Un abuso individuato da papa Leone nel territorio delle diocesi del Piceni è stato quello che riguarda il sacramento della penitenza. Il papa dichiara di esserne venuto a conoscenza da poco tempo (nuper). Alcuni vescovi, per eccessivo zelo, tra le varie opere di soddisfazione, chiedevano ai penitenti anche la pubblicazione dei peccati. Il papa non è d’accordo perché – scrive – «è sufficiente che i reati delle coscienze siano indicati ai soli sacerdoti nella confessione segreta». < Leone vuole che sia «rimossa questa improbabile consuetudine» affinché molti non si allontanino dai benefici del sacramento della penitenza o per vergogna, o per paura che i loro peccati siano rivelati ai loro nemici, subendo un serio danno. Conclude il papa, con grande sapienza pastorale che è sufficiente quella confessione che prima si fa a Dio e poi al sacerdote. (SANTARELLI, Giuseppe. Le origini del Cristianesimo nelle Marche. Loreto 2009, p. 113)

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