Maria Eletta sani lettera cc. 207- 208

Lettera di Maria Eletta cc. 207-208
Viva Gesù e Maria
A gloria di voi, mio Dio, incomincio, e per obbedienza del vostro Ministro. Incominci(ò) il giorno di santa Chiara a stare poco bene e mi ha seguitato tutti questi giorni. Mi ci sono aggiunte molte tentazioni di ogni sorte, anche d’impurità. Mi aiuto, più che posso. La notte, poi, Iddio sa come la passo, tra mille pene e angustie, parte mi raccomando a Gesù e a Maria e poi dò in (e)ccessivi pianti. Desidero di sapere se il piangere è difetto e se può dispiacere a Dio … (ché) ci sono volte che non posso ritenerlo. Con tutto ciò se è difetto mi forzerò di non dare questo sfogo. Ma il mio naturale è così debole e imperfetto che è impossibile a farlo domare.
La vigilia dell’Assunta, 14 del corrente mese, penai straordinariamente. Non sapendo dove stare, non trovavo luogo, né agonia. La sera in ora che le monache, in comunità, fanno la disciplina, ancora io nella camera la feci, mentre mi sentivo staccare il cuore dal petto. Appena terminata, mi sentivo svenire. La mia Maestra mi comandò che, per obbedienza, facessi l’atto della comunità di andare in coro con tutte le altre monache. Mi forzai, ma non potevo reggere dal battimento del cuore. Appena terminata l‘orazione, mi ritirai in camera e mi presero i soliti rapimenti. E voleva lo spirito unirsi con Dio, ma in forza della mia indegnità, mi teneva lo spirito imbrigliato, che non poteva unirsi con Dio. Mi sentivo che ogni momento mi pareva di morire. E tra questo combattimento ci stetti da un’ora circa. La mia Maestra volle che mi mettessi a letto, più morta che viva. Così ella mi riferisce. Mi sentivo di nuovo rapire lo spirito e dalla cognizione di Maria Ss.ma ebbi lume e intendevo come mi volesse far patire …/ ……. / delle pene tutte nel cuore e in ora ci intendevo perché <…> patire. Le prime ore mi sentivo dardi di infuocate angustie che mi accendevano il cuore, da un fuoco vivo e penetrante …. mi colpiva lo spirito e poi scendeva nel cuore e aveva del fuoco del Purgatorio e che quella pena Maria Ss.ma me la faceva provare per suffragio delle anime del Purgatorio, né capivo se stavo nel (fuoco) del Purgatorio, oppure nel mondo. Le altre … ultime ore provai tutto nello spirito per i molti difetti (che) nel proprio spirito avevo. O mio Dio! che per purgare il mio spirito, non so quanto fuoco ci vorrà. Dopo le (ore) otto ritornai in me con una somma debolezza per tutta la vita. La mattina andai a visitare il SS.mo e in breve tempo il mio spirito ebbe lume del trionfo che il Cielo facevano tutti gli spiriti Beati alla loro Regina. E ebbi distinzione dell’anima defunta del p. Scaramelli ripiena di giubilo verso Maria Ss.ma che io non so spiegare il modo come ama(va) e si rallegra(va) e face(va) nuova … e gli (accendeva) nuova gloria, accend(endola) per la memoria d(i tutto il) Paradiso … Empireo rinnovava f…. da gran giubilo alla Regina del Cielo: non so ridire come si trovò il mio spirito quasi perduto e sba(lordito) dall’ammirazione. Ritornai in me piangendo per tenerezza dell’anima del P. Scaramelli. Mi ricordavo che l’anno passato mi aveva fatto tanta carità.
La mattina dell’Assunta … il giorno dopo pranzo mi fece fare la Confessione generale. Mi rallegravo … conto suo, ma mi sentivo come un (dispiacere) di averlo perduto. Io di questo ebbi timore che fosse difetto in me. Ne domandai perdono a Dio. Dopo richiesi di fare la Comunione con certe monache le quali si comunicavano di buon’ora: che io mi sia comunicata sola e di aver fatto Comunicare apposta per me, io non l’ho mai fatto, onde V. R. ne stia quieto che cose particolari non ne fo. Dopo la Comunione, mi trovai fuori di me e in lontananza ebbi cognizione dell’immensità e gloria di Maria ss.ma. Ohimè! qui sì che non so e né spiegare la sublimità della grandezza concessa a Maria ss.ma dalla SS.ma Trinità: parmi di concepire che Maria Ss.ma risplendesse come i raggi del sole di rimpetto del divin Padre e con una unione trasformativa nel seno dell’eterno divin Padre, riconoscendola per sua amata figliola, che gli veniva a donare una liber(tà) di potenza e di dominio a tutto l’Empireo e al mondo e all’inferno. Oh, Dio! che io restai sbalordita perché vedevo potente Maria, quasi con la stessa potenza del divin Padre … comunicatagli. Vedevo e intendevo con lo (spi)rito …. Maria ss.ma risplendeva come un sole di rimpetto alla sapienza del suo divin Figlio Gesù Cristo, che, come madre, pareva che le riconosceva come da essa aveva preso la sua divina umanità che per dar(e) una ricompensa la innalzava con una sapienza e unione trasformativa in se stesso, come suo amato Dio e insieme Figlio dando(le) in mano la libertà della divina Grazia da dispensarla a suo volere. Oh, quanto è grande e potente Maria! non ho lingua da saperlo dichiarare. Intendevo come (il) divino Spirito Santo la ricolmava di rugata celeste e trasformata nell’amore e doni del divino Spirito come sua sposa e tabernacolo della SS.ma Trinità. Tralascio perché vorrei dire quello che intendevo, ma non ho lingua capace e non mai finirei di saziarmi di spiegare come Maria è innalzata e fu assunta all’alto Empireo e alla destra del suo divin Figlio e sopra a tutti i Beati e pareva che gli stessi angeli e santi restassero tutti perduti e ammirati e accesi di nuovo amore verso la loro regina, e per contento della festa e trionfo che riceveva Maria ss.ma, a tutti i Beati accresceva la gloria accidentale, rinnovando poi quel giorno … dell’Assunzione di Maria. Intendevo /come/ Maria essendo giorno di tanto trionfo e giunta all’eterno godimento segno della sua misericordia liberatrice dell’un mondo intero, fece molte grazie quaggiù in questo (mare) di miserie: a chi diede grazie di virtù per amare il suo Figlio Gesù; a chi il dolore dei peccati, anche la grazia di ritornare in grazia di Dio: vidi … per grazia di Maria molte anime del Purgatorio. Conoscei che l’anima mia è molto imperfetta e che però in questa purga ci ho da passare qualche tempo. Raccomandai alla Ss.ma Vergine tutte le anime delle quali io ho premura e da Maria Ss.ma fui assicurata che le difendeva e sotto alla sua protezione le lasciai. Richiedo la sua santa Benedizione. Non mi importa se non mi diede risposta (al)lo stesso ordinario (postale), ma ogni volta che mi si darà 1’occasione di casi dei miei parenti gli includo le lettere per V(ostra) R(everenza) e sono sicura. Circa di quel che mi richiedesse il Confessore: m’interroga, io rispondo. Se non mi ci interroga, io sto quieta, non parlo e di leggere libri spirituali poco ho tempo e quando ho tempo leggo Tommaso, di Chemiri (=Kempis) che tratta sopra le virtù. Il demonio si lascia sentire per impaurirmi con impertinenze e rumori e lo sente anche la mia Maestra: subito ci la pensato che sia li demonio.
/ Ceralacca e indirizzo/ Al P. Aloisi

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