SANI suor Maria Eletta c. 176
Viva Gesù e Maria.
Grazie rendo a Maria Ss.ma che ha fatto presto guarire il suo male di petto. Mi hanno consolato i suoi caratteri, mi hanno dato sicurezza che stia meglio perché ieri mi affliggeva il sentir dire che la notte era stato tanto male. Subito andai dal sig. Priore e lo dissi anche alla sig. don Gaetano acciò venissero di persona a vedere come stava e me ne dessero nuova. Mi dissero che stava meglio; ma più mi ha consolato la sua lettera. Le angustie e le afflizioni mi trafiggono non solo l’anima, ma anche il corpo con dolori per le giunture delle ossa, in particolare nelle costole del petto e alle ginocchia, ai fianchi: che solo Dio sa che dolori! Ma tutto è poco per Gesù. Il mio spirito si aiuta con dare voli verso Gesù appassionato e lì prende vigore e animo per sopportare volentieri i dolori e la croce. Non manca la suggestione interna del nemico per farmi gettare a terra la santa obbedienza. Mi forzo di credere al Ministro di Dio ché non sbaglierò mai. Mi creda però che son cose tanto violente che non si possono quasi sopportare. Io più volentieri sopporto i dolori che non queste suggestioni. Ma tutto sia a gloria di Dio. Piango la mia disgrazia perché temo di avere offeso un Dio d’infinito amore: questo è il coltello che trafigge il mio cuore.
In questi rapimenti il mio spirito s’innalza sempre più a conoscere Dio. Mi danno più notizia di Dio e di conoscere me stessa. Iddio mi dà un abisso di grandezza e in me … un abisso d’iniquità e miserie. Nell’essersi trovato il mio spirito mi dava notizia che da poche creature lui viene amato, come facendomi vedere che l’Amore suo non è amato e facendo capire come si può disprezzare un’Amabilità sì amabile. Mi sentivo accendere da Dio medesimo che io lo ami con un amore grande. Vedendo che da poche creature è amato, mi dava notizia della sua (altissima) Amabilità, di infinita bellezza e amore. Poi in Dio vedevo la mala corrispondenza con cui viene trattato. Io non ho lingua da saper dichiarare questo attri(buto) di amore di Dio, né so come le creature possano vivere e non amare e corrispondere a sì amabile divin Padre d’infinita misericordia.
Io scrivo per non mancare alla sua obbedienza; ma se non può leggere queste lettere, le sentirà quando sta bene e sarà guarito. Io non manco, benché indegna, di pregare Dio che la conservi e le dia salute e la faccia guarire presto. Per non attediarla di più resto domandando la sua santa Benedizione.
/ Ceralacca e indirizzo / Al P. Scaramelli
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