Maria Eletta Sani lettera c. 163 Falerone Macerata

Maria Eletta Sani lettera c. 163
Viva Gesù e Maria
A gloria di Dio incomincio (a) scrivere e per obbedire al vostro Ministro. Non cessa il nemico di molestarmi con farmi vedere opere immodeste ed indegne che come due persone gettate in terra e fra loro operavano immodestamente come animali, ma il viso e parte di più uomini e femmine, di diverso sesso, che lei mi può capire. Ma tanto spero che la grazia di Maria Ss.ma mi abbia dato forza di vincere ogni assalto, onde io sempre spero aiuto ed io mi forzo e dico davvero di voler corrispondere a sì ecces(iv)a misericordia del mio sommo Bene, di risvegliare lo spirito alle notizie datemi dal mio Gesù. Se il nemico dà affanni e dolori, risveglio lo spirito agli affanni e dolori del mio appassionato Gesù. E lo spirito non resta avvilito. L’umanità sì che resta abbattuta ch(é ) mi diede tirature di visceri dentro al corpo che mi faceva torcere come un ‘legame'(=vinciglio) e mi durò da tre o quattro ore continue.
In questi rapimenti mi ha fatto tanto indebolire la testa che non posso alzare gli occhi per la gran debolezza. Dopo ritornata in me, mi ha fatto un ‘ingennore'(=dolore) dentro alla testa che quasi mi faceva perdere i sentimenti e mi seguita (da) lungo tempo. Così nel ritrovarsi lo spirito con la solita notizia e intelligenza, lo spirito vedeva gli abissi della Divinità e Bontà divina… quasi che Dio mi facesse intendere che mi rialzasse lo spirito in Dio (a) rimirare distintamente la sua benignità e bontà e amore e i grandi misteri della sua eccessiva bontà e amore verso ‘le sue creature; e la poca corrispondenza che ne riceve: disprezzata la sua bontà ed i suoi misteri, i suoi dolori e la sua morte, ma in particolare la Risurrezione e la poca fede che nei cristiani vi è, l’abuso di questo eccesso di amore del mistero dell’Eucaristia cioè del Pane angelico in cui lo spirito mio vedeva parte della sua divinità e del suo eccessivo amore: risiede in terra nel SS.mo Sacramento. O mistero incomprensibile che lo spirito non può esprimere, bensì si disfaceva di desiderio per arrivare a comprendere sì alto e eccelso mistero di amore infinito di un Dio! Stare in terra fra gli uomini! Io non so dichiarare quello che lo spirito intendeva. Ben sì che lo spirito resta sempre trafitto dal desiderio di amare e possedere Dio. Ritornata in me, mi sentivo accesa di brama che questo eccesso di amore del SS.mo Sacramento sia da tutti amato con fede viva: l’amare nascosto di un Dio amante verso di noi. 0 stoltezza di noi miseri cristiani! Ma la mia stoltezza è stata più grande perché senza fede e senza desiderio vivevo. Già mi seguita questo dolore nel cuore, ma e sempre va accompagnato dal desiderio di aspirare e amare Dio. Molto resta abbattuta la mia umanità f(ra) tutte le cose. Oggi all’ora solita verrò per fare la Confessione. Richiedo la sua santa Benedizione.
/Ceralacca e indirizzo/ Al P. Scaramelli

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