Maria Eletta Sani lettera c. 150 Macerata Falerone

Maria Eletta Sani lettera c. 150
Viva Gesù e Maria
A gloria vostra, mio Dio, incomincio a scrivere e per obbedienza del vostro Ministro. Gesù per sua misericordia dopo la Comunione mi si è fatto sentire sensibilmente con il solito dolore nel cuore, dicendomi che lui veniva nel mio cuore in forma di amante e mi diceva queste formate parole: “Non senti l’Amore mio che accende il cuore tuo verso di me che in forma di amante vengo a te?” O favori di un amante sì benefico. Non posso esprimere l’accendimento del mio spirito verso il mio Dio. A tali favori resta sommerso in Dio. Dopo vari atti e affetti fatti verso Dio, Gesù così mi parlava: “Questo cuore tuo io lo voglio distaccare anche dal petto tuo e me ne voglio servire: ti contenti?”- “Ah, mio Gesù, son vostra, io ve ne fo un dono irrevocabile di essere tutta vostra sì che il mio spirito sarà spirito e voi sì che sarete Dio: lo dono a voi”. Gesù di nuovo si è fatto sentire e mi ha detto: “Anche senza cuore, ti voglio far vivere, il petto senza cuore ti farò restare”. E qui ho capito che non sarà per adesso questa misericordia. Io però ho detto: “Mio Dio, se volete che io viva senza cuore e il petto senza cuore, ma io senza voi (morirò), senza voi morirò, mio Bene eterno!”. Poi mi diceva che il venerdì Gesù verrà a toccare il cuore con quella favilla di fuoco e con questa visita dell’amore suo di misericordia farà che cada il suo sangue stilla dentro al mio indegno cuore. Sì come a Gesù fu aperto il sacro Costato e diede segno della sua (a)ccesa misericordia che ridiede la luce a chi lo ferì, così Gesù mi diceva che vuole venire con amore di misericordia ad illuminarmi acciò lo possa amare con un amore perfetto e mi vuole tutta sua. Mi creda che io non vorrei più vivere, ma morta in Dio e non più vivere in me: morta in me e vivere solo con Dio perché io vivendo in me trovo delle cose contrarie alla richiesta che vuole il vero amore. Provando in me tanta confusione, non posso reggere alla misericordia della divina Bontà. Dopo ritornata a casa mi ha seguitato il battimento di cuore e verso il mezzogiorno mi (s’è) rinforzato di tale maniera che quasi svenuta son restata, mi ha fatto perdere il lume dagli occhi e perdere le forze corporali. Ben sì lo spirito e il cuore stavano in Dio e lo sentivo sensibilmente e questo stesso mi portava a Dio godendo di patire. Lo Spirito è come la reale presenza di Gesù, mi faceva sentire gli amplessi del suo (a)cceso amore che mi tirava a Dio, sollevando la mente e lo spirito solo alla presenza di Gesù in quella chiara Luce che mi fa vedere le grandezze di un Dio di infinita misericordia. Non potevo più lavorare per la grande debolezza e mi sono forzata a tavola di mangiare, ma è stato più di male ché dopo ha ripigliato come puntate di dolore nel cuore. Mi ha fatto quasi svenire dal dolore e una gran debolezza corporale. La debolezza e il dolore come erano allora mi hanno cessato un po’ non è tanto veemente, ma un po’ ce lo sento continuo. Ma si può sopportare. Oggi mentre lavoravo mi ha preso un’alterazione come un disturbo di stomaco e mi ha dato in testa e levata dai sensi son restata con lo spirito in Dio, rimirando i suoi divini attributi e doti … tutti infiniti, ma in particolare l’essere di Dio come si fa amare. Oh, che meraviglia! Lo spirito resta perduto, ma acceso di un gran desiderio di Dio che arriva all’eccesso, se Dio non soccorresse a sollevare e a confortare lo spirito con fargli arrivare i raggi della sua bellezza più da vicino e resta confortato e sollevato. Ritornata in me con un gran dolore di testa e come uno spasimo di ansietà sensibile nell’interno che mi porta a Dio, non potendo reggere al desiderio che ha lo spirito di stare in alto all’intelligenza e notizia di Dio e del Paradiso e della beatitudine di Dio e della sua gloria. Se mai domani mi scordassi, io desidero che lei mi dia licenza che la notte del giovedi a sera mi dia licenza di fare qualche penitenza
però domani me lo dirà a voce. Gli richiedo la sua s. Benedizione.
A P. Scaramelli