Maria Eletta Sani lettera c. 136 Falerone Macerata

Maria Eletta Sani lettera c. 136
Viva Gesù
Non ho potuto andare alle ‘Vergini’ questa notte, ma mi sono trascinata alla Madonna della Misericordia con gran pena. Se sto ferma non mi dolgono tanto i piedi, ma se commino incominciano i dolori. Sono tutte ‘incordate’ le gambe e le ginocchia dalle grandi tirature si sono torte: si vede sopra alla pelle. Lo vedevo dopo che son ritornata dalla Comunione. Stante lo spasimo che ci sentivo, la curiosità mi ha spinto (a)l dolore insoffribile, di vedere se che avevo nelle gambe. Non si può credere come sono divenute tutte nere piste, escono i nervi fuori dalla pelle. Per quello che merito è poco. Ieri sera mentre lavoravo, mi venne un po’ di sonno e cercai di pigliarlo. Ma fu tanta la smania e il dormire inquieto con dolori di testa e stomaco: mi bruciava la gola, insomma quasi sarebbe stato meglio di non aver dormito. Ma io lo feci per obbedienza. Questa notte sempre ho smaniato, che questa mattina per miracolo mi è riuscito di andare alla chiesa. Mi aspettava il sig. D. Gaetano, il medesimo che può riferire quanto (s)i è penato per comunicarmi. Per miracolo non ho rigettata fuori la Particola. La violenza dell’ingrossamento della gola mi tirava fuori la lingua dalla bocca con la Particola; ma tanto mi aiutavo più che potevo. Ci ho molto penato per inghiottirla, ma con sbigottimento e immersa fra mille pene con tirature di nervi e giramenti di testa fra una colonnetta della balaustrata, che gli ossi delle guance mi danno un dolore grande. Ho ricevuto un colpo sotto un occhio e mi duole assai. Una volta mi ha tirate tutte le ossa, ma in particolare nei reni e nelle ginocchia: mi dava un dolore insoffribile. Ora mi trovo tutta dolori, ma in petto mi dà più fastidio per le cost(ole) del petto sconvolte e quasi provato di romper(le), che con proprio busto mi sigillava e mi voleva segare la gola. La forza mi ha rotto tutto il busto che gli ossi di balena si (son) fatti a pezzi. Ritornata in casa, mi ha preso un male tanto grave, mi principiava dal capo e per ogni parte del corpo: colpi di testa e nella bocca dello stomaco. Mi hanno durato fino alle ore quindici. Ripigliato un po’ di respiro, subito mi si è rammentato (il) rinnovamento dello sposalizio che lei mi disse di fare. Mi sono inginocchiata avanti (al) Crocefisso, ma non si poteva stare. Ho fatto l’esercizio della croce e mentre portavo la croce alle spalle, mi sono intesa (i)spirare che andassi a rinnovare lo sposalizio avanti al Santissimo, esposto. Così ho fatto: sono andata a San Filippo dove era Gesù Sacramentato. Nel principio non potevo starci dal gran male che mi sentivo. Ho richiesto aiuto per fare il ringraziamento e la sua obbedienza. Lì ho rinnovato il voto come un nuovo legame di non mai più scioglierlo, richiamando i santi miei avvocati e Maria Ss.ma acciò per mezzo suo offerisca tutto al suo divin Figliolo. Stavo senza fede con una smania e tedio e afflizione che non so dirgli come stavo. Ma altro non dicevo: “Son di fede che voi, mio Dio, state qui come state in Cielo!” E offrivo tutta me stessa, dicendo: “Plura, Domine, se a voi piace, ‘più’, Signore datemi forza e poi datemi da aprire quanto a voi piace. Plura Domine !” Mentre stavo così forzando di rinnovare e risvegliare la fede, mi sono intesa sollevare lo spirito e come innalzare le potenze dell’anima. Mi è par(so) come se mi portasse via (a) una pace e quiete: non mi sentivo più del corpo tanto pieno di dolori, ma stavo come fuori di me. Mi si è presentato avanti Gesù tutto sangue in un modo tanto (ad)dolorato, mi ha fatto capire (i) due luoghi dove più era addolorato: nel Costato e nel suo SS.mo Capo scorticato dalla coronazione di spine. I quali (=dolori) gli rinnovano i peccatori con più crudeltà di quella che ricevette dai Giudei e che per(ci)ò io mi sposassi con i dolori e spasimi che Gesù mi permette, dandomi speranza che dopo mi accetterà per sua indegna sposa e serva per grazia di Maria Ss.ma. Anche lei stava piena di una grande afflizione. Il suo cuore Ss.mo afflitto, mi ha fatto capire. Questo poco di tempo mi è parso un momento. Mi sentivo quieta ma con giubilo anzi desiderio di stare ancora io fra le pene e le afflizioni e di unirmi con la Ss.ma Vergine. 0 amore! O amore! (da) noi (non/?) conosciuto. Richiedo la sua s. Benedizione.
/ Ceralacca e indirizzo \ Al P. Scaramelli.

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