Sani Maria Eletta lettera c. 110 monastero Falerone

Maria Eletta Sani lettera c. 110
Viva Gesù e Maria!
Mi forzo di ricorrere alla sua obbedienza perché già mi sento impeti di disperazione, di ardarmene via e dare il consenso al demonio che mi portasse in luoghi lontani per non stare più sotto a questa obbedienza: Io provo un tormento nel corpo e nell’anima, insoffribile. Ho preso un po’ d’acqua benedetta per bere se mi giovava, ma nulla mi giova. Sia tutto a gloria di Dio! Se io merito l’inferno, questo è poco per me. Prima delle ore sette non sono potuta andare alla Madonna, ma mi sono forzata e mi sono messa in cammino, ma per la strada mi sentivo dire: “Questa mattina non ci arrivi, alla Madonna”. Badavo a pregare Maria, seguitavo a camminare. Mi ha dato una spinta per farmi cadere. E’ stata tanto violenta che mi (ha) fatto ferire in un piede. Non son potuta più seguitare. Con gran fatica sono ritornata indietro, a casa. Ho fatto la Comunione, ma tanto inquieta che solo Dio lo può sapere, che avrei pregato che per atto di carità, mi avesse permesso di non farla e di non accostarmi ai Sacramenti. Odio al Ministro di Dio, odio ai Sacramenti, odio alia santa obbedienza, odio a tutto, insomma. Io mi forzerò, se potrò venire, questa mattina, a Confessarmi perché ho bisogno di chi mi faccia la carità di darmi animo perché fa prova di levarmi la fede al Ministro di Dio e a tutti. I lumi e cognizioni della misericordia che Dio mi ha fatto (…) di non credere a nulla. Mi dica un’Ave Maria per carità. Richiedo la sua santa Benedizione.
/Ceralacca e indirizzo/ Al P. Scaramelli

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