Maria Eletta sani lettera c. 103 monastero Falerone monastero

Maria Eletta Sani lettera c. 103
Viva Gesù e Maria
“Te Deum laudamus” ringraziando il Signore che ci fa misericordia con minacce di castighi per intimorirci, anche quasi con violenza e con minacciarci castighi usa la divina Bontà acciò gli ostinati peccatori a Lui ricorrano. Io già ho inteso le due scosse di terremoto e molto mi turbarono materialmente, anche nello spirito, se penso di morire e così pure che non mi trovi quieta. Venerdì alla mattina, quando il Signore per sua misericordia mi rapì lo spirito, in quel punto Dio mi diede a vedere che la divina Bontà era tanto offesa dalle creature e quasi sdegnato vidi Dio e perciò io gli chiesi di fare la disciplina a sangue, che poi feci, dopo. Ma io dopo aver intese queste due scosse di terremoto, ho pregato Dio e Iddio medesimo mi ha dato lume allo spirito che è misericordia questa e non castigo, mentre io dicevo con lo spirito: ”Mio Dio, non ci usate giustizia né castigo”. E Dio facendomi intendere che quasi è costretto per richiamare e per intimorire alcuni ostinati peccatori, ma Dio quasi dolendosi dell’ingratitudine dei peccatori che sono come le preghiere dei marinai che pregano ed esclamano: ”O Dio! ” sinché dura la tempesta, così sono gli ostinati peccatori: pregano Dio sinché temono il flagello e poi si scordano di Dio. Ohimè, io temo che poi Dio (ci) castighi con flagelli… Iddio mi ha fatto intendere che quando non si intimoriscono (a)gli avvisi di Dio, poi manda il colpo … poi che voglia significarmi, io non ho avuto cognizione. Parlai (giovedi) con il Padre Eusebio missionario e già mi toccò il punto del mio disturbo come mi si dimostrò di sapere. Io subito risposi che non avevo licenza di parlare, anzi proibizione dall’obbedienza di non parlare. Intanto sentirà la sig.ra Contessa che gli riferirà il tutto. Mi accadde che nell’atto che lei voleva partire, mi disse se volevo che mi avesse dato la Benedizione, come anche la sig.ra Contessa pure voleva la Benedizione di questo Padre. Mi inginocchiai e mi mise la mano in fronte, come appoggiando alla testa; io subito incominciai a sentire dolore, mi tenni forte se potevo reggere senza dare segno esteriore. Io non avrei mal pensato che questo servo di Dio volesse toccarmi in fronte essendo la mano sacerdotale mi dava ‘ingennore’ (= bruciore) alla testa. Ma poi mi turbai e non potei fare di meno, sudavo di angustie, diedi segno esteriore come lo vide anche la sig.ra Contessa, come credo che gli riferirà. Mi dimostra spesso premura di volermi aiutare e questo non vorrei ricevere il …… bensì mi ha detto che preghi il Signore per lui che si possa adempiere la divina Volontà. C…. poi i rapimenti di ieri, fu che Dio mi rapì lo spirito per sua misericordia e mi dava a vedere come premia le anime che a lui sono fedeli e (anzi) vero amore (e) come le ricolmi di Gloria e di Beatitudine di sommi doni celesti, le arricchisce di doni eccelsi. (Vedevo) come il sole di Giustizia spandere i suoi raggi di Gloria e impressi nelle anime che già sono state fedeli e trasformate in Dio come cosa consimile, bensì ci si conosce la distinzione. Poi Dio mi diede più notizia di un’anima, la più santa dei Santi, dopo Maria Ss.ma, come è ripiena di gaudio e di festa e di Gloria e di doni celesti. Pareva che fosse tanto il godimento e la festa che io non so ridirlo con lingua umana. In Dio vedevo tutto, ma lo spirito mio n’ebbe una certa notizia senza saper che questa fosse la madre di Maria Ss.ma, cioè santa Anna benedetta (di cui) la festa era ieri. O casa di Paradiso, o festa di gaudio e di Gloria che io non so, né posso esprimere quello che lo spirito intendeva. Poi più volte ieri con lo spirito volai a Dio e molte volte … si fermava e restava in Dio. Richiedo la sua santa Benedizione.

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