Maria Eletta Sani lettera c. 102
Viva Gesù e Maria
Questa mattina ho passato una lunga tempesta di tentazioni di impurità. Ma non ho mai cessato di raccomandarmi dicendo che io mi protestavo di ricevere la morte e fiamme, fuoco, ferro, fornace e anche l’inferno, ma non mai il consenso di offendere il mio Dio. Ma l’assalto è stato grande e (a) lungo tempo, le cattive operazioni e (i) fatti cattivi sono stati veementi. Mi sono aiutata più che ho potuto, ma Dio mi vuole trafiggere il cuore. Veramente per me è poco perché merito l’inferno. Dopo mi ha lasciato tanto afflitta e con tentazioni di disperazioni, e di farmi gettare in un pozzo, facendo vedere che di tutto quello che io richiedevo al Signore, (in) niente mi esaudisce, nulla mi concede di tante grazie che gli domando a questi assalti da non poter reggere più a questa vita. Al che io non mi potrò salvare, sinché vivo, così non servo né a Dio, né al mondo, né a me stessa. Mi metteva in una confusione (da) farmi levare di cervello. 0 Dio, dove siete: In che mare di tempeste e di angustie, che solo Dio sa che sudori di morte e agonia! Mi forzo con l’aiuto di Maria Ss.ma, ma fa prova di levar(mi) di ‘sesto’. Mi sentivo perdere l’animo e come senza forza di reggere la propria vita. Mi sento trafitto tutto l’interno dalla grande afflizione in cui mi ha lasciato! Dico: “Mio Dio, l’offro in unione di quelle vostre afflizioni che provaste nel tempo della vostra Ss.ma Passione” e così vado sollevando il mio povero spirito. Questa mattina, poco prima di mezzogiorno, mi sono gettata a pregare Dio e la Ss.ma Vergine, piangendo a lei come Madre degli afflitti e Soccorso dei miseri. In queste varie preghiere, mi sono trovata tutta in Dio e il mio spirito commosso di sapere se quando arrivavo ad amare il mio buon Gesù. Mi sentivo rinvigorire di fede verso Maria Ss.ma, e tutta in Dio rimiravo la sua grandezza. In Dio medesimo vedevo gli splendori del trono della Divinità e come piogge di luce e stelle di amore si raggiravano nel volto di Maria Ss.ma. Sbigottito il mio spirito diceva: “Signore, ditemi come siete voi amato da Maria Ss.ma e dai Santi e Sante e da tutto il vostro corteggio, acciocché possa ancora io imparare (ad) amarvi” perché il mio spirito desiderava solo di sapere come si amava Dio da quelle anime già collocate per sempre al riposo di amore. In questo intendevo con chiara notizia che il Volto divino di Dio (si) trasforma in quelle anime beate. O che amore sì santo, sì perfetto, che non so spiegare quello che lo spirito intendeva. Se la beata vista di Dio accende tanto uno spirito sì miserabile (ad) amarlo, qui non so spiegarmi, ma ben si può comprendere non la sola vista, ma il possedere il vero Tesoro di amore. Oh, come fa impressione la beata visione di Dio. Oh, come fa trasformare le anime in un santo amore il veder lampeggiare la bontà in amare Dio, loro riposo, che mai cesseranno di amare, ma sempre con nuovo amore si trasformano (in) Dio e in amarlo. Io per me non finirei mai di dire se come è amato il mio Dio. Oh, quando sarà quell’ora da me tanto desiderata di unirmi con Dio, in che spasimo di desiderio, non so dichiararlo. Solo Dio lo sa. Resto domandando la sua s. Benedizione. Mi farà la carità di farmi sapere se come sta lei del suo male, per mia consolazione se è guarito bene, come lo spero per grazia di Maria Ss.ma.
/ Ceralacca e indirizzo / Al P. Scaramelli
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