Maria Eletta Sani nel monastero di Falerone 1753 Diario epistolare cc. 264- 265

SANI Maria Eletta cc. 264- 265
Viva Gesù e Maria
A gloria di noi, mio Dio, scrivo e per obbedienza del vostro Ministro.
6 agosto: la mattina feci orazione come al solito: meditai le doti e le grandezze di Maria SS.ma. Siccome noi facciamo la novena dell’Assunta con il Santissimo esposto in chiesa, la sera, dopo mattutino, nell’adorare Gesù Sacramentato, mi si rappresentò con un lume infuso nello spirito, come circondato da risplendentissimi raggi di sole e in maestà sì grande, e mi fece intendere che così ricolmo di terribile maestà, comparisce alle anime nell’atto che passano da questa vita e si ritrovano al Tribunale di sua divina Maestà, per essere giudicate. Fu terribile il terrore e (l’)impressione che causò all’anima mia. Ma mi è servito di tanto giovamento che, quando lo ricevo Sacramentato, lo stringo nel cuore, vedendolo in mio potere, qu(ei) che ha sotto di sé tutto il potere, e lo prego con maggior affetto: anche dico spesso: “Signore, voi sarete mio giudice: pietà, misericordia, perdono! Pensateci voi mio Dio. Ogni pena soffrirò, ma il separarmi da Voi, oh! Questo no, che mai sarà”.
7 del corrente, feci la Comunione e pregai secondo il desiderio dell’Angiolina acciò il Signore la consoli. I poi la passai al solito con poca sanità. Questa tosse mi ammazza. Il Confessore mi ha comandato che preghi Maria SS.ma acciò mi faccia guarire della gola e tosse. Io ho pregato la SS.ma Vergine che lei pensi a guarirmi, perché io da me stessa non posso né levarlo, né far venire il male. Mi sento tutte le doglie per la vita: se Dio lo permette per giusti suoi fini; bensì la preghiera che io f(acci)o è di dire: “Gesù mio, o am(a)re o morire o no (…): vita per amarvi o la mo(rte). Vivere senza la vita non si può vivere e se vive non so come vivere”.
Tutti questi giorni abbiamo fatto la Comunione e l’ho passata al solito, con la lontananza di Dio nell’orazione. Sola mi ritrovo nelle tenebre di me stessa della propria salute, cioè vedendo che nell’orazione il trattare con Dio non mi (dà) sollievo, non mi consola, vedendomi sì fredda nell’esercizio delle virtù e della mortificazione, temevo e temo di non perdere l’anima. Oh, (a) questo sì che non ci posso pensare…. Dico al Signore: “Ogni sorte di pena, ogni sorte di tormento soffrirò, ma il separarmi da voi, oh, questo no!”.
Però dico che se il Signore, per sua Misericordia, mi da questo poco di patire, lo vorrei pigliare con contentezza e però in tutto e per tutto sono rimessa alla divina volontà. Oggi invio questa lettera perché V. R. mi impone che ogni otto giorni gli mandi la lettera, bensì la prego di non incomodarsi a scrivere (ad) ogni mia lettera; può rispondere a più d’una delle mie lettere, quando l’ha ricevute. Io sto al solito, di gola un po’ meglio, ma di petto sto male. Preghi il Signore per me che io lo f(acci)o per V.R. ogni sera avanti al Santissimo. Per fine gli domando la S. Benedizione. D(i) V(ostra) R(everenza)
Falerone 13 Agosto 1753

(Ceralacca e indirizzo) Al Molto Rev. Padre padrone col.mo. Il P. Giacinto Aloisi della Compagnia di Gesù – Perugia per Città San Sepolcro.

This entry was posted in Chiese, DOCUMENTI, LUOGHI, PERSONE and tagged , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Gentilmente scrivi le lettere di questa immagine captcha nella casella di input

Perchè il commento venga inoltrato è necessario copiare i caratteri dell'immagine nel box qui sopra