LETTERA DI SUOR MARIA ELETTA SANI Serva di Dio, da Macerata clarissa a Falerone; trascrizione ortografica. A. 175. cc. 100s
Viva Gesù
Ricevei la sua e subito fui contenta, ma dopo mi assalirono la turbazione e le difficoltà di fare la sua obbedienza. Intanto mi aiuto più che posso di fare il tutto, di assistere l’inferma, ma di nascosto perché questi miei non vogliono. Alla Madonna già ci sono andata e ho fatto il tutto come lei mi ha ordinato, forzandomi di farlo solo per obbedienza, per spuntare la ripugnanza e l’avversione alla santa obbedienza. Nel portare la croce alle spalle, invito Gesù al Calvario e lo sopporto contenta. Il nemico voleva provare di essere Gesù, per darmi consolazione e quiete, ma non è possibile, essendo lui la stessa fonte e mare di turbazione e di pene e di inquietudine non ha potuto ingannarmi. L’ho conosciuto per mezzo di una ispirazione che mi sono intesa dire che era l’ingannatore. Ho avuti molti assalti di impurità, ma tra tanti ne ho avuto uno il quale ho provato le pene dell’inferno, le angustie le più atroci. Mi ha assalito con impurità e che io dessi il consenso oppure mi tormentava con dolori. Si mi diceva: “ O tu dai il consenso oppure provi questi”. Ora mi accendeva fuoco, ora gelo per ogni parte del corpo. Mi staccava le giunture delle cosce e poi mi metteva cose dentro, dure che facevano prova di rompere il ventre. Poi mi forzava di dire se veramente avevo piacere di quelle opere impure con piacere tanto grande. Mi forzava che lo avessi messo io avessi messo la mano in quelle parti quella parte. Mi aveva mezzo sbigottita. Mi diceva: “Ora nega, se puoi, che non ti (piace) questo piacere, o di’ sì, che ti piace. Per forza bisognerà che dia il consenso “. Non posso ridirgli come mi sia trovata. Solo Dio lo sa. Io dicevo: “ No, no che non mi piace “. Lo dicevo; ma era tanto il piacere che faceva prova di levarmi di sesto. Ben sì sempre mi raccomando che mi desse aiuto e fortezza perché mi vedevo troppo costretta in uno stremo pericoloso. Posso ridirgli quanto mi trovo inquieta e turbata l’anima e il corpo. Mi sento crepare il petto dalla grande angustia. Inchino il capo dicendo: “ Fiat voluntas tua “. Mi ha posto una veemente tentazione contro il SS.mo Sacramento e di quanto odio, che se sarò costretta a fare l’obbedienza di Comunicarmi, mi ha suggerito che quando riceverò la santa Particola, di nascosto la metto nel fazzoletto, ma non la inghiottisca che poi la posso gettare nel fuoco, quando ritorno a casa. Così in seguito non lo saprà nessuno ed io resterò libera che potrò fare la devozione in pubblico. Mi dice che gettando la Particola nel fuoco, si può fare mentre ci si gettano anche le cose sacre. Ne provo una gran pena e travaglio perché lo scrivo a lei. Non voleva che l’avessi palesato. Ma io tutto voglio confessare: la mia tentazione e … le mie iniquità e peccati. Domani verrò all’ora solita, come mi avvisa. Ma pare che (il) solo pensare di dover venire mi fa gettare sospiri e crepacuore. Quanto mi si rende fatica di dover venire; ma io sono risoluta di sempre obbedirgli, benché ci dovessi morire, di venire da lei. Mi perdoni, ma io lo dico per venire con ogni sincerità. Mi raccomando alle sue orazioni e resto domandando la sua santa Benedizione. Oggi è tornato mio padre e mio fratello. Mi ha detto che se io volessi andare alla Santa Casa mercoledì perché loro ci tornano, potrei stare lì il primo giorno di Quaresima, se io voglio godermi la Madonna perché non vi è gente. Così mi ha detto. Ma io non gli dico sì, né no.
. Al P. Scaramelli
. Seguita ad assistere ad un’inferma per obbedienza. Nel portare la croce, finge il demonio di essere Gesù. Lo discaccia. Assalti di impurità, orribilissimi. Tentazioni e suggestioni contro l’Eucaristia. Sua rimostranza e risposta. Il padre le esibisce l’andare a Loreto. Sua risposta. >