LA MIA TERRA
Amo questa terra marchigiana,
la bellezza delle sue colline,
ove si gustano le radiose aurore
e i silenziosi tramonti,
ove si scorgono sereni interminabili orizzonti,
graziosi poggi, vecchi abituri e ville.
Amo le lussureggianti sue vallate,
siepi e fossati verdi di viole,
torrenti e fiumi dalle limpide acque
che scorrono giù verso il mar fresche e lucenti.
Amo l’azzurro mar, le amene spiagge,
i monti Sibillini a mesi nevosi
le cose antiche d’arti medievali,
le sue industrie, i suoi edifici,
i suoi paeselli arrampicati sui colli,
la brava gente laboriosa,
le case imbiancate con le soglie erbose,
dove sono i ricordi del passato,
gli amori giovanili, i giorni di contento,
di speranza e di desìo.
Ricordo la vita serena di allora,
gli allegri canti degli agricoltori,
le messi ondulate dal vento, i prati verdi,
gli alberi mossi da un venticello
che mitigava la stanchezza dell’agricoltore.
Amo i boschi popolati di volatili e altri animali,
le piante, le acacie, le ginestre, i ginepri con altri fiorellini
sconosciuti e selvatici: un miscuglio di odori che rallegra.
A queste cose son legato
e tanto amore ho per la mia terra
dove sono nato e son cresciuto, dove ho goduto e tribolato
e che ancor mi accoglierà al riposo eterno.
CHE COSA E’ PER ME LA POESIA?
La poesia è la bellezza interiore del nostro essere:
il fiore della letteratura.
Il fiore è migliore di tutte le cose
che ha creato la natura:
migliore delle foglie e dello stelo.
La poesia esalta ed eleva
al di sopra del materialismo e del fango umano.
La poesia ingentilisce l’animo del poeta,
lo distrae dalle cose brutte ed effimere.
Aleggia la spiritualità
al di sopra della materia.
La poesia è amore perché il poeta ama:
assapora tutte le bellezze della natura,
le descrive, le ammira e le canta.
Il poeta sente il fascino della poesia,
guardando gli occhi di una fanciulla,
di fronte all’amore di una mamma,
alla bellezza di una donna, di un bimbo,
alla personalità di un uomo,
al fiorellino sperduto nei campi,
alle piante fiorite, ai boschi profumati di fiori,
ai campi verdi, alle brezze mattutine,
agli uccellini che cantano,
alle zolle assetate,
alla pioggia che cade, alla neve che fiocca:
quanta poesia v’è nell’aria!
Vorrei essere poeta per cantare
le grandezze delle piccole cose
ed “illuminarmi d’immenso…”.
IL NUOVO ANNO
Ascolta, anno di speme, la preghiera
che con amore fa l’agricoltore,
riporta desìo di pace dentro al cuore,
di moralità con la giustizia vera.
Nella campagna la gente più fiera
goda dei campi e cessi il livore
dell’uomo indegno e regni aura d’amore:
la pia linfa di Dio viva ed imperi.
Risuoni in ogni dove il dolce canto
misto con quello degli uccelli in coro
che ti fa inorgoglir di onore e vanto.
Il nuovo anno ci porti gran tesoro:
tanta salute e di raccolto tanto,
che sia il compenso di tutto il lavoro!
CINQUANTESIMO ANNO DI MATRIMONIO
Nel 1929 ricordo quella data, il sei gennaio,
quando incontrai la prima volta
la compagna che mi sta accanto!
Era una fanciulletta sedicenne,
andava insieme con le sue compagne
lungo la strada di Sant’Elpidiuccio.
Con slancio giovanile mi accostai
vicino a quel gruppetto …
Lo sguardo si incontrò proprio con lei,
l’osservai, la guardai e riguardai ancora
e coraggio non ebbi di parlare.
Però rimase in me scolpita al cuore
quella figura bella di fanciulla
dai bei capelli, semplice nel vestir,
e con ingenuità contadinesca,
come fiore sbocciato in mezzo al bosco.
Non fu per me la solita vampata
che in quell’età sovente m’invadeva.
Era lontana ed il mio pensier vicino,
l’amavo con amore puro e sincero
la sognavo compagna della vita!
Si realizzò il sogno!
Nei tanti anni vissuti insieme,
quando le nubi della fantasia
portavano il cuor nella tortuosa via,
riflettevo e pensavo a quella fanciulletta
che incontrai sul fior degli anni.
Ora ripenso al navigar trascorso,
tra l’onde burrascose della vita,
la navicella non è mai affondata.
Ormai giunti al porto,
d’amore il cuore mio s’accende ancor,
come nei tempi della giovinezza!
LA NEVE
Mugola il vento, scende la neve,
il sole, nascosto tra un velo di nubi,
ogni tanto risplende sul bianco lenzuolo,
sfavilla d’argento il ghiaccio di neve.
Quante pitture sulle grondaie,
sugli alberi nudi, sui pali e sui muri,
sui monti e le valli, in aperte campagne!
In case sperdute guizza il camino,
il fuoco riscalda l’intera famiglia
dei contadini che giocano e veglian
in lunghe serate e lunghi riposi,
pensano al pane, al pane futuro
che è sotto la neve!
AGLI SPOSI MILENA E ROBERTO
Con tutto l’animo sincero ed aperto
e ravvivato da tanto calore,
gli auguri vi fo di vero cuore
a te, Milena, con il tuo Roberto
che stimo bravo, intelligente, esperto
a fare il vostro avvenir ben migliore,
con gioia, felicità, pace e amore
lungo l’aspro sentier dubbioso e incerto.
Giammai l’amor giurato nell’altare
venga poi meno, e per nessun motivo
il rispetto tra voi deve mancare
e di offuscate nubi ognor sia privo!
Sempre come oggi vi dovete amare
d’amor prolungato e sempre vivo!