LETTERE DI PIO IX al Car. Filippo De Angelis, arcivescovo Fermano con date dal 1855 al 1874
Queste lettere autografe del papa Pio IX mi furono facilitate nelle foto e nella pubblicazione dalla proprietaria Agata Rossi vedova di Francesco Catalini il quale le ebbe dall’erede del card. De Angelis arcivescovo di Fermo. Eccone le date: I = 1855 aprile 30; II = 1860 ottobre 19; III = 1861 dicembre 23; IV = 1863 dicembre 25; V = 1864 dicembre 25; VI = 1865 dicembre 24; VII = 1866 dicembre 26; VIII = 1874 febbraio 20. Meritano di esser conosciute per riconoscere che Pio IX tutto volle per coscienza cristiana.
La lettera del 1855 è annotata in un protocollo dall’Archivio Vaticano, registro manoscritto: Indice delle lettere scritte da sua santità Pio IX ai sovrani, principi reali, capi di governo; particolari e viceversa; al n: 59. “
+I+
= 1855 = Pio IX chiede al card. Filippo De Angelis di accettare la sede Bolognese.
“R[everendissi]mo Cardinale Arcivescovo,
Pare che Iddio voglia da Lei un atto di piena rassegnazione alla Sua Santissima Volontà, e credo che Ella vorrà pienamente assoggettarvisi. La vacante Sede Arcivescovile di Bologna esige che sia provveduta di un nuovo Pastore ed Io dopo varie preghiere fatte per un affare così importante, mi sono sentito tutto inclinato a di rivolgermi a Lei e mettere sopra di Lei lo sguardo per affidare una così onorevole ed importante missione.
Ella quindi si rivolga al Signore e quindi mi diriga la risposta che sia conforme alla stessa Divina Volontà, che si manifesta per mio mezzo. \ Riceva l’Apostolica Benedizione che di cuore Le comparto. Datum Romae apud S. Petrum die 30 aprile 1855 \ Pius PP. IX
Al Rev.mo Cardinale Filippo De Angelis \ Arcivescovo di Fermo “\
+II+
= 1860 = Pio IX medita sul bene della Chiesa universale, dopo che l’arcivescovo Filippo De Angelis, senza alcuna formale accusa era stato deportato dai militari del re di Savoia, Vittorio Emanuele II, da Fermo a Torino dove restò segregato per sei anni dal 28 settembre 1860 all’ottobre 1866.\\
E[minentissimo] S[ignor] Cardinale,
Alle altre afflizioni prodotte nei tristi giorni nei quali viviamo, quella si aggiunge, anche più intensa, della persecuzione contro la Nostra Religione e i suoi Ministri. Però la persecuzione che per questo lato si sostiene, essendo ‘proter iustitiam’, così non farò altro che pregare al Signore affinché sostenga sempre colla Sua grazia quelli che soffrono, dandogli e la fermezza e la rassegnazione onde renderli degni della promessa beatitudine.
Ella, si[gnor] Cardinale, si trova nel numero, ma ha doppio titolo di sperare da Dio il conforto giacché non è la prima volta che è fatto l’oggetto delle contraddizioni per parte di quella turba d’increduli che per somma sventura di questa povera Italia, va insozzando tutte le sue contrade. Io prego per Lei e non ho mai perduto di vista la Sua situazione fino dal primo momento che fu fatto preda dei Nemici di Dio, in parte dichiarati apertamente e in parte trascinati dall’impetuoso torrente. In ogni caso la Chiesa trionferà.
La benedico di cuore \ 19 ottobre 1860 \ Pius PP. IX
N.B. Presso l’Archivio Vaticano, dal repertorio dell’Archivio Personale dello studio di PIO IX al n. 133 (vedi nota finale) risulta “4 novembre 1860. Il Card. De Angelis scrive al s. Padre i suoi ringraziamenti per la lettera inviatagli. Compatisce alle angustie che affliggono S. S. Confida che le moltissime orazioni che in tutto il mondo si fanno ricondurranno la pace.”
+III+
= 1861 = Pio X consola il card. De Angelis, in tempi di lotta, ora tra i buoni Piemontesi, certo del coraggio e del trionfo della Chiesa.\\
Rev[erendissimo[ Sig[nor] Cardinale,
I conforti scambievoli che, in questi tempi di lotta e di combattimento, concede Iddio che possano scambiarsi fra combattenti, sono uno tra i mezzi che servono a rattemprare lo spirito affinché possa meglio resistere e vincere. (G)li auguri ,ch’Ella mi fa, sono di questo genere, e mentre Le professo la gratitudine, vi corrispondo con animo affettuoso e prego Iddio che prosegua ad infondere ai Pastore della Chiesa, fra i quali Ella ottiene un posto ben distinto, quel coraggio Apostolico che non mancherà di trionfare, facendo sortire la stessa Chiesa più bella dai gravi contrasti che sostiene con ammirazione degli Angeli e degli Uomini di buona volontà. Io intanto la Benedico di tutto cuore con la Benedizione Apostolica e desidero che la Benedizione si estenda a tutta la Sua Archidiocesi, e costà a tutti i buoni Piemontesi che mi danno tante prove di affetto filiale e che vorrei pur nominare ad uno ad uno: cosa per me impossibile anche per il numero, ma Ella ne sia l’interprete e manifesti la mia gratitudine a tutti. \ Deus consolatur Nos in omni tribulatione et consolabitur.
Dal Vaticano lì 23 Decembre 1861 \ Pius PP. IX
+IV+
= 1863 = Pio IX loda il bene che fa il cardinale ed ha fiducia che la cancrena del male sia manifesta, per preservare il Corpo Sociale.\\
Sig[nor] Cardinale,
Da molte parti mi giungono notizie della sua buona salute in mezzo a tante difficoltà che potrebbero deteriorarla e la stessa Sua lettera me ne dà in qualche maniera la conferma. Io ne ringrazio Iddio che Lo conserva per fare molto bene anche nell’attuale sua penosa posizione. Qui si vive piuttosto in qualche calma, benché l’aspetto del futuro non si presenti al pensiero senza qualche apprensione. Però non posso a meno di pronunziare: “Si Deus pro nobis, quis contra nos?” Se la ingratitudine verso Dio non ci fa demeritare questa suprema invincibile difesa, tengo ferma fiducia ch’Egli, Iddio ci coprirà anche in appresso del suo scudo onnipotente
E’ vero che i mali, morali specialmente, crescono fuori misura, ma era necessario che la cancrena apparisse al di fuori per così per serbare il resto del corpo sociale.
Riceva la Benedizione Apostolica che di cuore in parto a Lei e a tutta la sua Diocesi.
Dal Vaticano due 5 dicembre 1863 \ Pius PP.IX
Al Signor Cardinale De Angelis \ Arcivescovo di Fermo \
+ V +
= 1864 = Pio IX si proclama umile strumento nelle mani divine e loda la fermezza del Cardinale esiliato.\\
Sig[nor] Cardinale Arcivescovo di Fermo,
Ricevo la Sua car[issima] che mi dà nuova assicurazione del suo affetto verso questa S Sede e verso quello che Dio ha voluto collocarvi, unicamente Io credo, per far conoscere al mondo intero essere Egli, quello che opera le presenti meraviglie, servendosi del più debole strumento che forse abbia mai adoperato: ricordo talvolta il bastone di Eliseo. Diamo di tutto grazie a Dio stesso, e confidiamo in Lui pei futuri avvenimenti. Ella, intanto, prosegua nella sua fermezza e se non può ottenere l’intento giusto che si è prefisso, lodi pure il Signore pel bene che ha potuto fare e fa nella sua posizione. Scrivo queste righe nella sera del 25 e perciò auguro con maggiore ragione la pace Angelica a Lei, alla Diocesi di Fermo e ai moltissimi buoni cristiani che sono colà ed ha quelli che vi pervengono da altre parti, ai quali tutti comparto di vero Cuore l’Apostolica Benedizione.
Dalle stanze del Vaticano (25 dicembre) ’64 \ Pius PP. IX
R.mo Cardinale Arcivescovo di Fermo \ Torino \
+VI+
= 1865 = Pio IX mostra umile e gioiosa fiducia del prevalere del bene sul male, con pieno affidamento in Dio.\\
Signor Cardinale,
Ella che ha dato tanto saggio di fermezza e di rassegnazione, mi conforta nella Sua lettera, e La ringrazio con affettuoso sentimento. Piaccia al signore di accogliere favorevolmente le preghiere che si fanno in tutta la Chiesa e si degni diradare le tenebre che ingombrano la superficie della terra. Il futuro sta nelle mani di Dio, fu detto là dove meno si aspettava. Andiamo dunque incontro a questo futuro, pieni di umiltà e di confidenza, ed è lecito sperare che saremo consolati.
Benedico di cuore Lei, la Sua Archidiocesi e tutti quelli che anche costà si uniscono alle preghiere comuni per ottenere da Dio la guarigione dai dei mali, la costanza ai buoni e la pace degli Angeli a tutti gli uomini di buona volontà.
Dal Vaticano 24 dicembre 1865 Pius PP. IX
M. R.mo Cardinale De Angelis \ Arcivescovo di Fermo \ Torino < con sigillo>
+VII+
= 1866 = Pio IX scrive all’arcivescovo ritornato dalla deportazione, nell’Italia cattolica, tra nemici fuorvianti nei vizi.\\
Signor Cardinale,
La Sua lettera mi ha consolato nel sentirla ritornato alla sua Chiesa ed accolto nel modo che conveniva ad un Pastore ingiustamente vessato dai Nemici della Religione e di Gesù Cristo. \ Spero che potrà liberamente, per quanto i tempi e la malizia di certi uomini lo consentiranno, dedicarsi al bene di quella vasta Diocesi. Sapevo già quanto il popolo Fermano ha fatto per dimostrarle la sua affezione ed Io l’ho benedetto in spirito.
L’Italia è cattolica e vuole essere cattolica, ma questo dispiace a quanti sono i rappresentanti del Demonio su questa terra e perciò tutto si mette in opera per trascinare la gioventù per la china di tutti i vizi.
Però si prega assai e si prega ovunque. Venerdì poco di cuore Lei e tutta l’Archidiocesi.
26 dicembre 1866 Pius PP. IX
[Al] Cardinale Arcivescovo di Fermo
Dal citato repertorio dell’Archivio Vaticano al n. 170 si riscontra una lettera a Pio IX, del 15 dicembre del cardinal De Angelis deportato
+VIII+
= 1874 = Pio IX manda un’elemosina per un conte [Azzolino] impoverito a Fermo, lieto dei fedeli praticanti.
Sig[nor] Cardinale Arcivescovo,
Accludo 1000 lire che Lei avrà la bontà di somministrare a rate al noto Conte. Conosco bene la famiglia, e a Spoleto avevo fra i Filippini un buonissimo Sacerdote. Se ben ricordo un Card. Azzolino mestò molto nel conclave che dette Ales[sandro] VII.
Ringrazio Iddio nel sentire da Lei che il postulante siasi accostato ai Sagramenti. La benedico di cuore con tutti i suoi figli spirituali.
Dal Vaticano 20 Feb[braio] 1874 Pius PP. IX
Al Card. De Angelis Arcivescovo
di Fermo
Altre due lettere dall’Archivio Catalini
E/mo Sig. Cardinale, Ho ricevuto la sua lettera. Ti invitano a sperare, ma veramente è questo il caso di sperare contra spem. Però le grazie che Dio ci ha fatto finora sono tante, che oltre a essere contra fidem, sarebbe anche ingiuriosa la diffidenza. Benedico di cuore la Casa della Provvidenza con tutti quelli che vi si raccolgono, e che si consacrano alla sua direzione. Anche quello che succede in questa Pia Casa si comporta sperare. Riceva l’Apostolica Benedizione che di cuore comparto a Lei, e alle Diocesi di Torino e di Fermo.
4 Gennaio 1861 Pius PP. IX
\\ Sig. Cardinale,
I buoni auguri che mi fa Lei in questa solenne occasione dell’anniversario a rimembranza della Natività del nostro Divino Riparatore, uniti a quelli che pure furono tanti e tanti altri, spero che siano atti ad ottenere da Dio quella luce che ci aiuti a camminare fra tante tenebre. Intanto preghiamo Dio che ci liberi “ a moltitudine operantium iniquitatem” <dalla moltitudine de quelli che compiono iniquità>. Però confidiamo in Dio che avendoci dimostrato in tante occasioni una specialissima protezione, si degnerà di proseguire a mostrarsi Padre Amorevole, e ci farà conoscere quando egli lo crederà, quella strada da Lui già designata per farci uscire dal caos nel quale ci troviamo avviluppati. Prego il Signore a spargere sopra di Lei, e soprattutto il Gregge a Lei affidato le sue celesti Benedizioni.
Dal Vaticano di 24 dicembre 1868 Pio PP. IX
NOTA. Archivio Vaticano “Indice delle lettere scritte da sua santità Pio IX ai sovrani, capi di giverno particolari e viceversa”. Cfr.TOMASSINI, Carlo. “Lettere inedite di PIO IX al cardinale De Angelis di Fermo”. In: Studi Maceratesi” 9 ed. Macerata 1975 pp. 424-434 Fermezza nel praticare il cristianesimo tra le persecuzione persecuzioni inflitte dai Savoia.
Per una precedente deportazione Cfr. l’edizione di un diario in PIERGALLINA, Guido “Il Giornale del Card. Filippo De Angelis della sua deportazione e dell’assedio del forte di Ancona”. In: Atti e memorie della deputazione di storia patria per le Marche, serie VIII, vol V anni 1966-1967 Ancona 1969 pp. 119-154. Per la solidarietà di Pio al cardinale cfr. SARTINI, Domenico. “De Philippo De Angelis Cardinali Archiepiscopo principe Firmanorum Commentarius.” Faliscoduni MDCCCLXVII pp. 18-19 Le parole di Pio IX: Propter Ecclesie causam tamdiu carcerem et exilium patitur = Soffre così a lungo carcere ed esilio a motivo della ragione a difesa della Chiesa”. Pio IX non fu mai un capopartito ma fu difensore della fede tra gli Italiani e nel mondo, quella fede cristiana che non doveva esser ridotta a manovrabile arbitrariamente per interessi. Ha detto Giovanni Paolo II nell’omelia del 3 settembre 2000 ” le prolungate tribolazioni temprarono la sua fiducia nella divina Provvidenza, del cui sovrano dominio sulle vicende umane egli mai dubitò. Da qui nasceva la profonda serenità di Pio IX, pur in mezzo alle incomprensioni ed agli attacchi di tante persone ostili. A chi gli era accanto amava dire: “Nelle cose umane bisogna contentarsi di fare il meglio che si può e nel resto abbandonarsi alla Provvidenza, la quale sanerà i difetti e le insufficienze dell’uomo”. Sostenuto da questa interiore convinzione, egli indisse il Concilio Ecumenico Vaticano di cui fu presidente il card. Fermano, Filippo De Angelis allora Camerlengo.