A SERVIGLIANO LA CHIESA DI SANTA MARIA DEL PIANO note storiche

La Chiesa di Santa Maria del Piano a Servigliano
(Carlo Tomassini)
La chiesa intitolata a Santa Maria del Piano a Servigliano risale al secolo XI, costruita sui ruderi romani dei tempi dell’imperatore Ottaviano Augusto. Il paese di Servigliano ha ricevuto il suo nome dalla famiglia romana di Servilio il quale fu compensato, in qualità di soldato veterano, con l’assegnazione di terre vicino al fiume Tenna. Allora c’era il villino Servigliano nello spazio ove ora sorgono la chiesa e il convento. Infatti vi furono trovati ruderi di mura dell’epoca romana: uno spezzone è presso la vasca dietro la chiesa.
Santa Maria del Piano, costruita, secondo gli studiosi, attorno all’anno 1000, è opera dei monaci farfensi presenti nel monastero di Santa Vittoria in Matenano che costruirono molte chiesa nei paesi vicini. La più celebre è ‘Santa Maria in muris’ di Belmonte. Le fondamenta di queste chiese erano in pietre, i muri erano alzati in mattoni, il soffitto era spesso a volta, arcuato.
Per conoscere gli strati delle antiche costruzioni della chiesa di Santa Maria del Piano, occorre osservare la parete esterna orientale: ove si nota (verso il Tenna) una porta rimurata con piccolo arco. All’interno attualmente vi corrisponde con il locale della sagrestia. Vicino a questa stessa porta si notano le permanenze più antiche nelle finestrine arcuate.
Nel 1414 la chiesa fu di molto ampliata in ringraziamento per la cessazione della peste. Di fatto nella stessa parete esterna si nota al centro un grande portale con attorno i resti delle cornici o modanature mal ridotte. Nel secolo XIV vi si erano stabiliti i frati francescani, che in molti luoghi succedettero ai benedettini, come a Santa Maria degli Angeli usata da San Francesco d’Assisi.
L’immagine di Santa Maria del Piano è la scultura della Madonna che sta seduta con le mani giunte in preghiera. A seguito dei ripetuti furti verificatisi nei decenni scorsi in questa chiesa l’arciprete di Servigliano, don Umberto Eleonori, mise al sicuro questa statua in una nicchia della collegiata.
La statua mariana fa parte delle importanti novità del secolo XV, quando le pareti furono affrescate come si vede nei localetti al lato della sagrestia, tra cui il dipinto di Sant’Antonio opera del pittore Cola. Al tempo dei frati francescani regolari terziari, nel 1457, Il papa Callisto III concesse l’indulgenza a chi visitasse la chiesa di Santa Maria del Piano lasciando un’offerta, nelle festività della Natività e dell’Assunzione di Maria e il venerdì santo. Con le elemosine la chiesa venne restaurata.
“La fiera de lu pià” dei giorni 9 settembre, 26 marzo e 15 agosto corrisponde alle feste della Natività, dell’Annunciazione e dell’Assunzione di Maria.
Secondo una cronaca manoscritta di Carlo Gasparrini, nel “libro delle memorie” (nel convento di Falconara) dopo che nel 1579 il papa Gregorio XIII assegnò la chiesa di Santa Maria del Piano ai Frati Minori Osservanti, questi edificarono un tempio molto lungo, ma che non era tanto ampio da poter accogliere tutte le persone che vi si recavano. Furono essi a spostare l’ingresso dal lato al lato est, prolungando le pareti e facendo l’entrata a sud, com’è attualmente.
Di notevole importanza il Crocifisso ligneo che fu scolpito da Cesco o Vesco da Udine nel 1599 e nell’anno seguente fu portato con nave da Venezia a Porto San Giorgio, indi a Servigliano. La chiesa di Santa Maria del Piano ebbe un miglioramento a metà secolo XVII (attorno al 1650) quando fu allungata ed alzata nella maestosa facciata. Un affresco del secolo XV fu trasportato e murato nel retrofacciata. Furono ampliati i locali ad uso dei venditori nei mercati e nelle fiere, sempre molto frequentati da dalla gente dei paesi vicini.
In questa chiesa furono celebrate particolari funzioni con Messe solenni, con panegirici e con devote processioni. Anche il convento adiacente fu valorizzato dai Frati Minori per le riunioni della Osservante Provincia Lauretana delle Marche.
La chiesa di Santa Maria del Piano fu rimodernata al tempo del guardiano padre Giuseppe Mancinelli, a cominciare dall’anno 1748. In ciascuna delle pareti laterali si crearono tre arcate sopra altrettanti altari, tra cui gli altari delle Anime sante del Purgatorio ed un altro in onore di San Francesco d’Assisi.
Nel volume sesto della ‘Cronistoria’ dei conventi piceni dei Frati Minori (edito 1962 a Sassoferrato) l’autore p. Antonio Talamonti scrive: ‘Radicali abbellimenti furono praticati nella chiesa che, sotto la direzione mastro Gregorio Porfidi di Collina, viene riedificata secondo lo stile allora chiamato moderno. Si restaurarono infatti e innalzarono le pareti, vennero rifatti il cappellone, la volta e il pavimento e fu ricostruita la facciata.’
Il nuovo coro è opera di mastro Brunetti da Santa Vittoria e il complesso delle credenze della sacrestia è opera del mastro Alessio Donati da Offida.
I devoti frequentavano le sante Messe quotidiane. Costituirono un’associazione laicale del Terz’Ordine Secolare Francescano e fondarono la confraternita di Sant’Antonio da Padova che solennizzava il 13 giugno la festa del santo con la processione.
Per antica consuetudine le confraternite della parrocchia di San Marco, con il clero e con gli amministratori del Comune, si recavano insieme nelle chiesa di Santa Maria del Piano in determinate occasioni, quali, la terza festa di Pasqua, il lunedì di Pentecoste, il giorno di santo Stefano, le feste dell’assunzione e della natività della Beata Vergine.
Va notato che il centro urbano di Servigliano in quei tempi sorgeva sulla collina di 400 metri di altitudine. Nella pianura c’erano soltanto i Frati Minori con i loro edifici. Nella seconda metà del Settecento, crollò questo paese. Il papa Clemente XIV, per aiutare i Serviglianesi, fece costruire Castel Clementino, nella pianura davanti alla Chiesa ed al convento dei frati, con suo chirografo dell’ottobre 1771.
I Frati Minori prestavano servizi religiosi cristiani nelle parrocchie dei paesi del circondario e con le offerte che ricevevano fecero nuovi finestroni, restaurarono il pavimento, tennero nel massimo decoro tutto ciò che riguardava la chiesa stessa ed il culto.
Chiesa e convento vennero così a trovarsi a far parte di Castel Clementino, in una posizione notevole, lungo la strada valliva che da Porto San Giorgio giunge ai Monti Sibillini. Il nuovo castello fu ricostruito dal 1773 al 1787 con i calcoli tecnici del minorita padre Francesco Filonzi, illustre autore di libri di matematica, di agrimensura e di cosmografia. La stessa chiesa di santa Maria dei Frati, durante questi lavori fu usata dalla Parrocchia di San Marco fino a quando non fu aperta, nel 1780, la nuova chiesa nella piazza grande.
Dal 1805 Napoleone imperatore francese e nuovo re d’Italia, dietro suggerimento della massoneria, fece confiscare i beni dei conventi, dei monasteri e di altri enti ecclesiastici. Dopo la sua sconfitta dal 1816 i Frati tornarono fino a quando nel 1866 il re d’Italia, Vittorio Emanale II, di nuovo confiscò i conventi ed i beni delle Collegiate. Furono cacciati definitivamente i Frati ed i canonici da Servigliano.
La chiesa di Santa Maria del Piano ed il convento annesso furono cedute in uso dallo Stato al Comune di Servigliano perché il serviglianesi non vollero appropriarsene, acquistandoli. E’ così derivato il nome di ‘chiesa comunale’, mentre l’altra è parrocchiale con arciprete. Un frate restò ad officiare la chiesa comunale fino al 1904, poi fu incaricato don Giuseppe Selandari, infine l’arciprete della parrocchia serviglianese. Quando, dal 1988, il tetto della stessa chiesa era divenuto pericolante, fu chiusa al pubblico, in attesa di restauri.

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