Viva Gesù e Maria
A gloria di voi, mio Dio, scrivo e per obbedienza del vostro Ministro.
Venerdì 24 del corrente mese di marzo, giorno di Passione: la notte mi incominciò la nuova pena di spirito e veniva crescendo ogni ora. Dopo la Comunione, nel ricevere Gesù Sacramentato, m’intesi un impetuoso dolore nel cuore e fui rapita con lo spirito. Con chiara notizia vedevo Iddio in lontananza. Ansioso il mio spirito di avvicinarmi all’oggetto amato …. più mi pareva di sollevarmi in Dio e più vedevo che Dio si allontanava. Mi sentivo perdere il proprio spirito per l’accesa brama di unirmi all’amato. Così la divina misericordia mi fece intendere, vidi una Croce fiammeggiante che veniva verso di me. Io diedi un volo e con lo spirito la strinsi parendomi di abbracciarla con desiderio, sapendo che la Croce fu sposata da Gesù, al Calvario. Mentre stavo ad adorarla, me la sentii imprimere nel cuore con gran dolore con tre colpi impressi come un sigillo che vi lascia l’impronta della sua arma, così mi intesi questa Croce imprimerla nel cuore. Mi sentivo un accendimento di amore verso il mio appassionato Gesù. Nel cuore mi sentivo un dolore grande e mi (si) comunicava per tutte le membra del corpo. (In) corrispondenza della Croce mi sentivo come ferito il cuore. Sensibilmente mi bolliva dentro al cuore. Mi dava, di quando in quando, certi urtoni. Mi sentivo perdere il respiro e morire. Ripigliando il bollore mi faceva svenire quel gran calore. Richiedevo forza al mio buon Dio. Il giorno, più e più volte, mi sentivo certe faville come saette che mi ferivano il cuore, sempre pensando alle ferite del Cuore appassionato del mio Gesù. Più volte se la divina bontà mi ha rapito lo spirito, mi ci sento scendere faville di luce e di fuoco nel proprio spirito. Questo mi cagiona ferite di amore e accendimento nel mio spirito. Anche mi sento la volontà per il grande desiderio di amore, desidera che il mio buon Dio fosse da tutte le creature veduto e conosciuto e amato e ringraziato. Mi è di una summa pena il non potere io farlo vedere e conoscere come io lo vedo in quel medesimo punto. Mi sento schiarire l’intelletto di una chiara volontà e luce di luce di Dio. La memoria si investe tutta del ricordarsi di tutte le divine perfezione…. e amore e grazie e benefici fatti dal nostro amantissimo Redentore. Mi sento nuovi tocchi e cedimenti che desidero di spargere il proprio sangue per confessare la grandezza e amore del mio Dio. Cresce il desiderio di amarlo che l’amore mi facesse distruggere tutto il corpo in genere, distruggerlo come la cera al fuoco, così desidero che tutto il mio corpo si disfacesse in genere per amore. Il giorno della SS.ma Annunziata mi sentivo tutta accesa nel patire. La mattina fui rapita in spirito. Con gran chiarezza vidi la sublimità della grandezza di Maria SS.ma conoscendo le sue doti di cui è adorna e come per divina virtù dello spirito Santo si incarnò il divino Verbo fatto carne nel suo verginale seno, come colomba e di giglio odoroso di purità. Ne ebbi tanto lume e conoscimento che la vidi già fatta vivo tempio di Dio e tabernacolo del medesimo Dio. Io non ho lingua da esprimere e la perfezione la grandezza di Maria SS.ma. Dopo la comunione ebbi lume. La divina Bontà mi fece intendere che devo sposarmi con la Croce. Di nuovo la vidi nel mezzo del cuore impressa. Mi fece capire che questo trave di non poter volare a Dio, mi partirà il giorno della mia Professione. Richiedevo al mio Dio di morire in Croce. Da quella Croce medesima la quale avevo nel cuore, ci vidi tre nodi … uno distinto dall’altro. Il primo mi legava e mi univa con Dio. Il secondo mi portava soavità. Il terzo amore verso il mio Gesù. Tutto questo fu in rapimento (al) che mi trovai fuori di me con lo Spirito. Volli andare a visitare il Santissimo alle Quarant’ore. Mi sentii rapire lo spirito in Dio. Con chiara notizia ebbi lume come (ne)lle specie del pane e di quel candido velo che mi si diede a vedere la Grandezza ricoperta in poche specie di pane. Ohimè, che io ne stavo dal solo rammentarmi (de)l grande mistero.
Ben sì …. ebbi lume e mi si diede a vedere una volta ricoperto con un telo di colore rosso, un’altra volta tutto ricoperto di sangue, un’altra volta con una verga nera. Intimorito il mio spirito, richiesi il significato. Dio così mi fece intendere che il ricoprirsi di colore rosso significava la sua immensa giustizia, e di sangue come gli si rinnovava la Crocifissione. La verga nera indicava che con questa verga di tenebre e di lutto farà la sua divina Giustizia, scaricandola sopra a(lle) anime le quali con orride colpe si avvicinano alla divina presenza di Gesù Sacramentato. Supplicando di misericordia, mi trattenni in grandi acutissimi sospiri pregando la divina Bontà di averci misericordia.
Richiedono la sua s. Benedizione.
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