Lettera di suor Maria Eletta Sani clarissa a Falerone (FM) al padre spirituale -cc.76-77-

Viva Gesù e Maria
Ho inteso la sua … che mi ha dato una stoccata al cuore il sentire che lei mi vuole lasciare …… Avevo speranza prima in Dio, poi nella sua carità. Io la sua lettera non posso palesarla, la tengo occulta. Feci errore nello scrivere, ma siccome avevo parlato con il P. Scaramelli e sentito il suo forte sentimento, mi intimorii e scrissi a lei acciò più si impegnasse di aiutarmi, e lo spero dalla sua promessa…. Io mi raccomando, come la Madonna ai piedi di Gesù Cristo, che non mi abbandoni, per carità. Glielo richiedo e la prego per quanto amore porta a Gesù ed a Maria della SS.ma. Io gli dico con il più vivo desiderio del cuore e gli paleso l’occulto mio fine e desiderio – che solo Dio lo sa perché vede i più occulti segreti dell’anima – che il fine che io ho: di entrare in monastero e di essere pura conversa. Se io gli dico diversamente, prego Dio che mi castighi in questo punto. E gli arrivo a dire: ”Lo vedrà che … io entrerò in monastero”. Benché ci fossero i quattrocento scudi in mano, io tanto meglio voglio essere servente e conversa. Onde io non posso palesare simile disegno, acciò non mi sia negato di entrare, e privato da tutti il mio desiderio. Son necessitata di tenerlo occulto e segreto ché solo con Dio e con lei mi paleso perché non mi metterà contrasti. Onde veda lei che non c’è bisogno di cercare dote, se non ci fosse altro che la sua esibizione della promessa che mi fece in presenza della sig.ra contessa, allorché mi disse di volermi fare la carità di pagare la ‘retta’ per due anni; non essendoci altro denaro che questo, lo potrebbe impiegare per dote di conversa. Ma tutto questo è necessità estrema di tenerlo occulto e segreto più che il sigillo della Confessione, perché un’ombra che ….. potesse penetrare il mio fine, sarà fuori di speranza di poter entrare più in monastero, perché tutti in accordo, tanto la sig.ra contessa, come il P. Scaramelli ed i miei genitori farebbero guerra. Non vi sarebbe modo di poter effettuare il disegno e la chiamata di Dio che di continuo mi chiama alla sua Religione; da dopo i tre anni, che Dio mi chiama. Veda pertanto di darmi aiuto per adempiere la volontà del mio buon Dio, acciò si possa effettuare la divina chiamata. Ben mi accorgo che il nemico ci vuole mettere la grinfia, ma nulla mi spaventano le sue tracce e scompigli che va mettendo. (Al) che gli dirò anc(he) questo: che i miei genitori mi vogliono aprire e sbollare le lettere della posta che per miracolo non mi sbollassero la sua lettera. Accade quel che non mi è passato (in) pensiero. Veda che il nemico si adopra e perciò prego che la di lei bontà di non (naufragarsi) anzi prend(a) animo giacché il nemico ci dà segno che scotta, dunque sarà Gloria di Dio, mentre scotta il nemico: animo dunque! Non mi abbandoni. Si ricordi la promessa fatta a Dio in presenza della contessa e di me, di voler ‘preservare’ all’in(tra)preso incomodo; ma ne spero da Dio in contraccambio, se mi riesce. Basta, io non mi scordo e non mi raffreddo nel pregare Iddio per lei. Lo faccia per me, per carità. Spero che quando verrà, si abbia a stabilire con pr(on)tezza la mia risoluzione, perché più si tarda e crescono le difficoltà. Onde è necessità che lei si unisca in segreto con me. Ma poi bisogna fingere e dare parola al P. Scaramelli e persuaderlo che la dote ben fondata e certo e sicuro l’assegnamento. Tra noi ci intendiamo. Onde credo di attediarla. Resto con i miei ossequi e richiedendo la sua s. Benedizione. Per fuggire ogni contrasto, non accada che mi scriva, ne spero la risposta a voce dopo il Santo Natale come pregherò il santo Bambino che le voglia rinnovare la nascita nel suo cuore, riempirlo di amore e di fervore nel promuovere la sua Gloria.
Di V. R. – Macerata 14 dicembre 1751 – Dev.ma ed obbl.ma \ Serva M(aria) R(anieri)
Al Molto Ill.re e Rev. P(adre) …bat. Col. \ Il P(adre)re Eusepio da Monte Santo/Missionario Cappuccino/ IESI.