Viva Gesù e Maria!
A gloria di voi, mio Dio, scrivo e per obbedienza del vostro Ministro.
La sig.ra Contessa mi scrive e mi impone che dica a V(ostra) R(everenza) che il suo consorte di continuo scrive, ma sinora non ha positivo riscontro di quelle opere sue, onde mi dice che V. R. stia quieto: a male non andrà; ma tutto riuscirà bene, essendone il signor conte impegnato di gran premura, di continuo si affanna su questo affare. A male non andrà sicuramente, perciò la riverisce e dice che lei non lasci di fare tutto quello che gli ha detto. Non vede l’ora di riparlarne con vostra R(everenza). Ricevei una delle sue lettere e intesi che non intende le cagioni delle mie pene. A me pare di averlo detto in quel modo che potei, essendo pene nello spirito per via della misericordia di Dio …. ora per la cognizione della sua passione, ora per la cognizione delle offese che di continuo si fanno alla Sua divina Maestà, perciò meglio gli saprà riferire il P. Aloisi che di continuo mi interroga; ma sempre con gran difficoltà chiamo tutti gli spiriti Beati e tutte le creature viventi acciò implorino, preghino per me, di ringraziamenti alla divina Misericordia che mi dia forza di corrispondere e di reggere all’infinito amore del mio misericordiosissimo Iddio, perché nel ricevere la divina Misericordia, subito mi sento un non so che di mia debolezza d(a) non poter reggere. Pare che sia cresciuta una certa veemenza dell’amoroso Iddio: se mi rapisce lo spirito, subito sento una certa veemenza ed incapacità di me. Se mi viene nel sensibile (n)el cuore mi sento colpire da un tocco della sua misericordia che fa prova di restarci al colpo mi sento di non poter reggere.
. 10 del corrente mese: andai come (a)l solito (a) visitare la SS.ma Vergine e mi fece misericordia di capire lo spirito e pregavo per varie anime le quali si raccomandavano alle deboli orazioni. Mi ci diede alcune notizie ben più distinte. Con premura mi faceva intendere di un figliuolo che stava in peccato mortale, come stava accecato dal demonio di fare grandi (errori), di fare un omicidio. Ebbi una certa notizia chiara in quel che stava per voler offendere Iddio. Ohimè! Fui portata al trono di Maria SS.ma e mi sentivo nello spirito un impulso grande di pregare e di ottenere misericordia dalla madre di Pietà per tutte queste anime che le raccomandavo con gran premura e desiderio, ma più in particolare quelle che conosco e ci tratto: mi parve che Maria SS.ma per sua infinita Misericordia mi imponesse una premu(ra) della loro salute e come poi mi fece intendere un certo assicuramento che di queste anime (con) le quali ci tratto e ne ricevo carità, non si perderà, ma si salveranno. Ma ….. vuole da me, sua misera serva indegna, un certo impegno su queste anime.
. 11 del corrente mese: dopo la santa comunione mi intesi come Gesù parlare nel cuore e mi intesi queste formate parole: “Vengo a te con un amore terribile, con un amore di ardore e con amore di distruggimento”. Feci vari atti di confusione, riconoscendomi indegna. Fui rapita con lo spirito in Dio. Mi diede chiara notizia di queste parole che mi ero intesa dire: come questo amore terribile sarà che Dio mi vuole fare delle misericordie, sarà un amore terribile perché mi vuole dare assaggi della Passione e che debbo io fare il contraccambio di amarlo con un amore terribile, cioè forte e costante. L’ardore del suo amore deve fare ardere il mio indegno cuore. L’amerà, che deve distruggere il cuore, così devo ardere d(a) distruggermi tutta in amare il mio Signore. Tutto questo ebbi di dichiarazione nel rapimento.
. 12 del corrente mese: andai in chiesa per ricevere i santi sacramenti. Prima della Confessione, mi sentivo che Dio mi voleva fare misericordia di rapirmi lo spirito. La luce divina scendeva nella mia mente. La testa non la potevo reggere; mi si univa la sensibilità del cuore che (per) il battimento non potevo parlare. Non so come facessi la Confessione perché non stavo in me e non potevo stare al confessionale, come credo che ben se ne avvedesse il P. Aloisi: il che mi dava maggiore confusione …. ché non potevo fare (a) meno di non darlo a conoscere, essendo impedita dal veemente battimento di cuore. Quasi subito feci la santa Comunione e mi intesi come Gesù Sacramentato mi diceva: “Similes ei erimus quia videbimus Eum sicuti est. Saremo simili a lui perché lo vedremo come Egli è”. A queste parole io dissi: ”Deus, Deus meus!” Fui rapita in spirito e mi fece intendere queste parole il grande amore di Dio, che mi fa di unire a sé e di essere simile a Dio, per quanto io sia miserabile, non può essere a meno di riservar … il Cielo quando godrò la sua Gloria, come intendevo che sarò simile a Dio quando tutta la divinità per una comunicazione intera ed ineffabile di tutto ciò che penetra, riempirà l’anima allorché riceverà la pienezza di Dio, divinità piena di amore in tutto lo Spirito. Intendevo che questa pienezza di amore non si può avere sopra la terra, ma che l’infinita sua misericordia mi darà un assaggio, allorché, entrata in possesso con la Fede, la Speranza e l’Amore di Dio, diverrò unita con il mio Dio, altro non saprò dire che: “Dio tutto mio ed io tutta vostra. Voi, mio Dio, tutto mio ed io tutta vostra!” Ritornata in me, talmente confusa ma altrettanto desiderosa di Dio, desideravo presto giungere a questo amore e di poter dire le parole di San Paolo che diceva: ”Non son io che vivo in me, ma è Gesù Cristo che vive in me!” Oh, stato felice e beato e solo con Dio si gode la pace e la vera felicità. Anche più volte (durante il) giorno di Dio mi fa misericordia ché per mezzo di quella luce divina mi rapisce lo spirito e in breve mi dà notizie e impulsi di pregare per (varie) anime.
. 13 del corrente mese: subito dopo comunicata mi venne suggerito, senza che io pensassi a queste parole: “Dele. Cor mundum crea in me, Deus. Cancella, crea in me, o Dio un cuore puro”. Mentre io dicevo le accennate parole, Dio mi fece misericordia. Mi trovai in Dio, dove per mezzo di quella luce divina mi (si fece) scorgere Iddio in lontananza. Mi dava notizia che molto gradiva la mia richiesta, la quale io feci: ‘Dele. Cor mundum crea in me Deus’ e che perciò voleva mondare il cuore e crearlo nuovamente con (Dio). Lo vuole mondo per metterci il suo santo e puro amore. Mi dava notizie e mi faceva intendere che più spesso verrà a mondarmi il cuore con vari modi. Darà colpi al cuore acciò presto si renda mondo e puro per venirci con il suo santo Amore, facendo un dono di tutta me stessa e confusa ritornai in me. Non manca la divina Misericordia di sommergermi, mi fa sprofondare in un abisso di confusione. Da quel giorno in poi…. la divina Misericordia mi fa, tra giorno e notte, ora tre, ora cinque ora sette volte, visite della sua infinita Carità nel cuore e nella mente la luce divina viene e dà un colpo al cuore e resta come aperto: è stato il dolore sensibile. Mi creda che se fosse continuo, bisognerebbe morirci. Sento sensibilmente che Dio si fa sentire nel cuore e mi dà notizie e mi fa sentire la sua voce, ma con il solo vederlo e sentirlo (come) dicendomi che Lui ci vuole operare, sento che ci imprime varie sorte di dolori ed io più volte dico: “Dove siete, mio Dio, in sì vile e basso loco vi degnate di abitare ?!” dove sento che Dio mi trafigge il cuore con certi aumenti di amore. Altre volte ci imprime i suoi dolori e mi sento nel cuore nello spirito (impres)sioni delle pene di Gesù, ora all’agonia, ora alla colonna, ora alla coronazione di spine e al Calvario dove sento maggior amore che Dio fa, come aprisse il cuore piantandovi la Croce. A questo resto svenuta … il cuore non può reggere a tale finezza di amore: provo un distruggimento di vis(cere) per la grande accesa misericordia (di) Dio.
. 14, la vigilia della mia santa avvocata santa Teresa: verso il mezzogiorno mi trovavo a sentire messa e in Dio mi trovai come il (solito). Nel rimirare Dio, vidi questa mia santa Teresa arricchita di somma Gloria e doni celesti che risplendevano da una chiara e risplendente luce. Mi si avvicinava da(ndo) notizia che vedessi le sue singolari virtù, se volevo essere sposa di Gesù rimirare la purità del cuore e la perfezione del vivere (santo). Santa Teresa mi fece intendere che così chi vuole essere sposata da Gesù, quest(o) deve ‘invitare’. Siccome mi veniva data come avvocata da Maria SS., vidi che questa gloriosa santa … (verso) Dio fece un atto di preghiera per me, e come avess(e) avuto compassione e ca(rità) per (lo) spirito mio, mi fece intendere come questa santa mi otterrà grazie presso Dio. Non posso ridir(gli) la confusione che mi fece, essendo io tanto miserabile. Desidero di essere sposa di Gesù, ma non considero la candidezza e la perfezione che richiede questo sposalizio con questo Sposo divino.
La notte del 15, venerdì, la mattina, la passai con Dio e mi diede varie notizie del suo partire. Nel rimirare Dio lo spirito intendeva come si vive nel mondo e come è corrisposto con grande ingratitudine. Poi l’amato mio Dio mi dava notizia di tante anime che si perdono e ‘di piombo’ vanno alle eterne pene e alla privazione di Dio, senza mai più sperare di goderlo. Lo spirito ebbe tanta notizia della Gloria e dei divini attributi di un Dio infinito che non ho termini per spiegarli. Nel medesimo tempo vidi l’orribile disperazione e inesplicabile maledizione che Dio fa alle anime dannate. Lo spirito restò sbalordito. Ritornata in me stetti per lungo tempo atterrita con una gran(de) compassione verso queste miserabili e infelici anime; mi fece dare in gran pianto e sospiri. Oh, come si vive sopra la terra! Mi incominciò un tremore per tutta la vita, mi intesi uno sforzo di pena come un disfacimento di ossa. Credetti che mi si rompessero le vene del petto. Io non so da che venisse. So bene che incita il sangue dalla bocca. Ohimè, si sa che vi è questo orribile carcere di ogni pena e come si vive nel mondo!? Ogni volta che mi viene in mente: omnis dolor irruet super eum -Ogni dolore è irruente sopra di lui – io perdo i sensi e mi sento gelare il sangue.
. 15 del corrente mese, giorno di venerdì: feci la santa Comunione come l’obbedienza me lo permetteva. Subito ricevuto Gesù sacramentato m’intesi dire: “Discite a me – Imparate da me-”. A queste parole mi intesi rapire lo spirito. Nel rimirare che (nello) Spirito vedevo Dio, mi sentivo ridire: “Discite a me” come io dovessi imparare dal mio Dio di abbassarmi e di umiliarmi e con questo as(sieme) con Dio più da vicino e non (da) lontano. Ritornando poco a poco in me, mi sentivo la nuova favilla di calore di fuoco al cuore, ma non fu come al solito, ma più acerba perché mi sentivo come se vi fosse trapassato il cuore da un ferro infuocato. A questo dolore restai svenuta. Mentre stavo tutta rimessa in Dio che aveva dominio di me, mi sentivo dire nel cuore: “Ecco l’amore mio che in te incomincia a fare prova”. Ma mi riconoscevo indegna: tutto il cuore aperto e trafitto da questo acerbo dolore sensibile. Ogni volta che trafiggeva il cuore quella favilla, dove toccava nel cuore, lì sentivo come imprimere nel cuore queste parole: “L’amore da te richiede amore”. Mi sentivo un acceso desiderio di distruggere (il) cuore per amore: l’amore che da me richiede amore. A questo impeto non so ridirgli come mi trovai perché il cuore si voleva muovere e non poteva fare moto perché la favilla lo teneva fermo e trafitto. Per me fu un acutissimo spasimo: sentirsi impeti di fare moto e non potere amare! Io non so capire la cagione e non intento il perché. Mi dica un po’ il suo sentimento.
. 16 del corrente mese: andai a visitare la Madonna. Come il mio solito nel pregare la SS.ma Vergine fui rapita con lo spirito. Mi diede una notizia come, (i)n giorno di sabato, la SS.ma Vergine i suoi devoti li riconosce. Mi diede a vedere che in quel punto istesso cavava alcune anime dal Purgatorio e le conduceva al Regno beato dove si vede Dio e si ama. Poi mi diede una notizia di un’anima che stava in purgatorio, da me conosciuta. Nel rimirare Dio mi faceva intendere che questa era l’anima del Padre Felice Perreti Filippino dell’Oratorio di Macerata, ma poi morto fuori dell’Oratorio di San Filippo: il quale per ora sta in Purgatorio, richiedendo da me preghiere e suffragi perché le pene sono terribili. Ora non posso ridirgli la ‘specie’ (= impressione) che mi ha fatto il vedere questo sacerdote che, da tanto tempo in qua dopo la sua morte, stia in Purgatorio. Io so che suoi parenti stanno comodi e credo che gli faccia(no) del Bene; ma quest’anima richiede suffragi, onde io farò quel che posso per ottenergli la liberazione. Perciò lo dico anche a V. R. acciò (gli) faccia qualche suffragio essendo facile che l’abbia inteso nominare e forse conosciuto, an(che). Non si scordi, per carità, di quest’anima. Ci dia nuova (=notizia) di V. R. se sta bene, ché così spero. Raccomandandomi alle sue sante orazioni, gli richiedo la sua s. Benedizione.
< Ceralacca di chiusura. Indirizzo, di altra grafia> Al Molto Rev.o P(ad)re in Cr(ist)o Il P. Gio(van) Battista Scaramelli della Compa(gni)a di Gesù / Montalto per Castignano
< altra grafia 16 ottobre 1751>
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