Lettera di suor Maria Eletta Sani clarissa monastero Falerone al padre spirituale -cc. 58-59-


Viva Gesù e Maria
A gloria di voi, mio Dio, incomincio a scrivere e per obbedienza del vostro Ministro.
31 di ottobre: dopo la Comunione, racchiudendo Gesù Sacramentato in me, pregai dicendo: ” Mio Dio entrate voi nel mio cuore poi riunitelo: essendo così aperto non mi pare di poter vivere. Quando sarà che si riunirà questo mio cuore?” dicevo con Dio. Mi intesi queste formate parole, come Gesù parlare nel cuore: “ Del tuo cuore, io ne voglio essere il padrone: ho aperto, ho chiuso a tuo vantaggio. Sai tu perché lo tengo aperto? Acciò presto svaniscano i molti affetti che stanno nel cuore; non essendo affetti verso di me, impediscono e trattengono che la parte oscura del cuore non si(a) purifica(ta) dal mio amore. Sai tu quando si riunirà? Quando (di)verrà limpido e chiaro tutto. Verrò a te racchiuso con la mia Croce e allora si (ri)unirà il tuo cuore. Svanito ogni affetto, io solo verrò dentro al tuo povero cuore”. Mi intesi come chiamare lo spirito: “Venite ascendamus ad Domin(um) et docebit nos suas. Ambulabimus in semitis eius – Venite, ascendiamo al Signore e ci insegnerà le sue vie ”. Son parole che mi confortano e mi rapiscono lo spirito. Mi trovai in Dio e mi diede notizia della Gloria immensa del Paradiso.
1 di novembre, giorno festivo in Cielo di Tutti i Santi. Dio mi fece misericordia che nell’atto (che) dovevo ricevere la s. Assoluzione, mi scese la luce divina e mi intesi sopire il cuore tutto, infondere il SS.mo Sangue preziosissimo di Gesù che lì distruggeva l’oscurità del cuore. Il modo (come) io mi portai con la divina Misericordia, fu che dissi di cuore: “Fermate, fermate, date termine alla vostra misericordia!”. Poco durai e che Dio mi lasciò con quella luce e mi fece intendere: ”L’obbedienza vuole che ti lasci”. Giunse il tempo che mi accostai alla santa Comunione. Di nuovo Iddio mi fece misericordia: mi fece intendere che la misericordia fattami nel ricevere la santa (as)soluzione, acciò il cuore fosse più disposto per ricevere altra misericordia. Mi trovai con lo spirito in Dio e mi diede nuove notizie della Gloria e festa dei Santi tutti, Paradiso, il gran trionfo e Gloria, che io non so esprimerlo. Vedevo che la Gloria di Dio e tutto l’essere del medesimo Dio comunicava in tutti quegli innumerabili santi e riempiva di gaudio e giubilo e festa e trionfo: tutti con gli stessi doni di Dio facevano (grande) festa al sommo Dio, ripieni di giubilo e di amore del medesimo Dio, vedendosi così beati in Dio, tutti facevano gran festa al sommo Dio. Intendeva il mio spirito come Dio …. comunicava una maggiore festività e gli stessi santi con maggiore festività si rallegravano e facevano gran festa al loro Dio, vedendosi che così Dio li ricolmava e li ha fatti beati per tutta l’eternità. Intendevo come quei santi tutti dalla Chiesa innalzati provavano tutta la loro beatitudine e amore in Dio per tutta l’eternità. Io qui non so spiegarmi. Resto fuori di me e il mio spirito ne capiva tanto che mi sentivo un giubilo e amore verso Dio che non provai i soliti affinamenti di desiderio di Dio, ma pareva che sceso fosse quel che lo spirito vedeva e intendeva.
Ai 2 del corrente mese dopo le 12 ore: non so se in stato di delirio di mente, io stavo con il pensiero di andare a visitare il Santissimo. So bene che non fu rapimento perché mi pareva di starci con il corpo e temporaneamente. Tutto in un tempo mi trovai come fosse stata alla Chiesa delle monache di Falerone, e verso piedi della detta chiesa, mi prostrai a salutare il Santissimo. Di qui vidi che dirimpetto al Santissimo, v’erano due lampade d’argento le quali erano levate, e ce ne rimetteva due altre più ordinarie. La chiesa era piuttosto lunga, ma non gran cosa, e bianca assai. Subito mi trovai alla porta della clausura e questa era in ovato. La vidi aprire, ma senza sapere come. Di rimpetto vi era come un corridoio (da)l quale veniva verso me l‘Abbadessa di statura giusta ma pallida nel viso, l’abito nero e il velo piuttosto lungo dietro fino alla cinta. Al che io mi prostrai inginocchioni per baciarle la mano e pareva che non voleva. Mi prese per la mano e mi condusse subito al coro. Vidi che da una parte vi era una finestra e in coro stavano molte monache, alcune con il velo bianco. Volevo salutare il Santissimo e vidi che presso l’altare dove stava il SS.mo vi erano due revv. Cappuccini che adoravano Gesù Sacramentato.
Io fra me stessa dissi: ”Questo a mano dritta bisogna che sia san Francesco d’Assisi che mi ha fatto la grazia di giungere alla bramata Clausura” e non dissi altro. Mi sentivo come rompere la cassa del petto dal gran giubilo e contentezza. Dissi all’Abbadessa: “Mi conduca in qualche luogo da parte perché io mi sento morire”. Come svenuta stavo a sedere. Le dette monache si voltarono a vedere me. Io per non portare disturbo in coro richiedevo che mi conducesse via per il gran male che mi sentivo, causato da giubilo e contentezza. Già mi pareva di essere arrivata alla bramata e desiderata Clausura. Questo fu tanto vero come è vero che io vivo. A me così pare che potrei giurare. Ma dopo mi trovai in camera mia in casa. “Ohimè – dissi – che è questo?” Mi seguitava(no) l’affanno di petto e il dolore di testa dal gran giubilo che mi pareva di essere stata alla clausura, di non uscirne più.
Ai 2 del corrente mese: Iddio mi fece misericordia nel pregare che io facevo per le anime del Purgatorio. Iddio mi fece vedere che l’offerta del calice del suo preziosissimo Santissimo ridondava in Dio e dal medesimo Dio vidi tre raggi di luce: vidi che tre anime si conducevano e le tiravano verso Dio e le assisero in Paradiso. Iddio mi dava notizia che questi erano tre sacerdoti: un certo don Giacinto morto il Roma, l’altro il Filippino di cui gli dissi un’altra volta nella mia lettera, il terzo fu un certo don Venanzo curato di Santa Maria della Porta. Molte altre le conducevano in Paradiso, ma di queste non ..… ebbi notizia, bensì ne vidi moltissime che restavano in Purgatorio.
Ai 3 del corrente mese, la mattina: Iddio mi fece misericordia di rapirmi lo spirito e di nuovo vidi che la luce divina come tre raggi di luce, tre anime, conduceva al Paradiso e questi erano una monaca di casa Co(nv)entati morta… (da) 10 anni non finiti nel monastero di Santa Caterina; la seconda era un signore di casa Mazzoleni che si trovava in Purgatorio, novantasei anni di Purgatorio stato di lungo tempo per la troppa avarizia e il Signore gli ha dato luogo di riposo al 3 di questo mese; la terza fu l’anima di una monaca ‘in casa’ che fu volata in Purgatorio ed erano diciotto anni di Purgatorio. Insomma vedo che chi muore, beh, tutti vanno in Purgatorio anche le anime più buone e pure: chi un difetto, chi più, chi meno, in Purgatorio si va.
3 del corrente mese: feci la santa Comunione e nel sentire che il suo Sacramento in me, sentendo le tre ferite del cuore non potevo reggere dal dolore, svenimento che mi sentivo, dissi: “Mio Dio, a che fine trafiggete questo mio indegno cuore? Perché questa luce divina ferisce da una parte due ferite e (dal)l’altra una?” Non sapevo il significato. Ma Iddio mi rapì lo spirito e mi fece intendere queste erano ferite dell’Amore suo da me non meritate e che questi erano i buchi dove inchiodare la Croce nel mio cuore e che fra tanto tempo si viene preparando la Croce. Mi faceva intendere la premura che Dio ha che devo e vuole Dio che si preghi per le anime del Purgatorio e per la conversione dei peccatori: in particolare quelli che non corrispondono alla divina Misericordia, anzi vivono con il mostro del peccato mortale. Il (che) mi fa svenire, se mi ritorna in mente la bruttezza del peccato mortale … prego che il Signore …. non mi permetta di vedere questo mostro d’inferno. Nel visitare la Madonna delle Vergini, come il mio solito, mi trovai al suo trono e dopo varie preghiere dissi con lo spirito: “SS.ma Vergine, vi dono questo mio indegno cuore”. Volevo tornarlo a Maria SS.ma. Da quella luce divina lo vedevo che stava come staccato da me e nel rimirare la SS.ma Vergine, così mi fece intendere: “Ancora non è tempo, ancora non tempo. In omnem plenitudem Dei – In ogni pienezza di Dio”. Mi diede speranza anche di prenderlo; ma non posso esprimere come mi trovai.
Do fine e mi raccomando alla sua orazione. Resto ridomandando la sua santa Benedizione

Scaramelli.‘Nella comunione prega Dio che riunisca il suo cuore; risposta. Rapimento a vedere il paradiso. Confessione: luce che scende a illuminare il suo cuore. Communione, estasi a vedere la Gloria di tutti i Santi. Visione del monastero di Falerone. Prega per le anime del Purgatorio: varie ne vede uscire e di tre ne ha speciale notizia; il giorno seguente di altre tre. Communione, tre ferite nel cuore, suo significato dei tre chiodi con i quali dovrà poi fermarsi la Croce. Comprende quanto piaccia a Dio che si preghi per le anime del Purgatorio e per i peccatori specialmente più ostinati. Visita alle Vergini, visione di Maria, offre il cuore, risposta che riceve da Maria.’ <31 Ott.- 5 di Novembre 1751>

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