Viva Gesù e Maria!
A gloria di voi, mio Dio, scrivo e per obbedienza del vostro Ministro. F(acci)o conto che siano per me, o mio Dio, queste parole: “Porta confusionem tuam”. Gran confusione porta a me la vostra Misericordia perché riguardo la mia indegnità sì come la divina Bontà usando misericordia infinita di più e più volte rapirmi lo spirito. Da quella luce che mi scopre in Dio (a) rimirare le sue infinite perfezioni in lontananza, restai trafitta in acutissimi desideri. Poi si ritrovò lo spirito nella cognizione e tenebre e oscurità delle proprie miserie e tramutata nella vista di Dio, nella proprietà dell’incapacità e schiacciata resto nell’abisso di me medesima. Al che più volte dico: “Signore, non più, non più posso reggere a tale schiacciamento della mia indegnità e confusione, pene quasi insopportabili”. In quel tempo che lo spirito vede le tenebre di se medesimo non può muoversi a nessun atto di sollevarsi in Dio, né fare atto di amore, né di speranza perché la vista della propria miseria fa che resta sola sotto al ‘monte’ e sopita per la grande indegnità in cui si riconosce rifiutata a Dio e da sé medesima. Non so spiegare di più. Dopo ritornata in me resto timorosa, ma fo atti di speranza e amore e misericordia, non posso dubitare della sua Bontà.
Fra giorno e più volte di Dio mi usò misericordia di darmi certi colpi e accadde in questa maniera: stando in Dio internamente raccolta, all’improvviso mi sento portare (allo) Spirito. Per un lobo mi si fa vedere Iddio per mezzo di quella luce in chiarezza e poi passa quella folgorante favilla di fuoco e passa alla mente e scende nel cuore come una saetta che colpisce le tre ferite del cuore e mi dà acutissimo dolore e resto in me, sola con il dolore, ma mi tiene unita con Dio. In questa maniera mi accade che prima opera nello spirito e poi nel cuore la divina Misericordia. 1° di dicembre: subito ricevuto Gesù Sacramentato, mi intesi aprire il cuore per la sensibilità della grandezza di quell’Ostia SS.ma. Essendo il cuore aperto per mezzo, mi intesi svenir e restai con lo spirito in Dio e mi fece vedere in chiara notizia il cuore aperto e in mezzo l’Ostia consacrata. Siccome quell’Ostia SS.ma era circondata da certi raggi di splendore (per) la incapacità del cuore, (esso) non poteva stare unito e chiuso e stava aperto. Qui intesi accendere lo spirito da quei raggi di cui era circondata la santa sacrosanta Ostia e non durai gran tempo (a) stare in quel modo che mi si diede vedere Iddio in lontananza. Acceso più lo spirito di possedere il Bene amato, e mentre stavo desiderando e, trafitta da questo acutissimo desiderio, Iddio mi fece vedere in Dio medesimo una corona di spine, un flagello e la Croce. Da quella Croce…. uscivano e si (schiantavano) alcune gocce di sangue. In quel punto restai come perduta, priva di sentimento del medesimo spirito. Subito ripigliai vigore e sollievo e desiderai quel che Dio mi aveva mostrato, ma non vedevo più quella corona di spine e il flagello e la Croce. Richiesi e desiderai il significato di questo mistero, ma la divina Bontà non mi volle dare nessuna dichiarazione. Restai priva anche del medesimo desiderio che avevo. Ritornai in me, con la sensibilità del cuore aperto con il solito dolore. Dopo di aver fatti vari atti di ringraziamento e di confusione di me medesima, non posso dichiarare la pena che provo e la confusione. Riconosco me indegna nel profondo dell’abisso della mia indegnità. Dopo feci varie preghiere per il prossimo e Iddio mi usò misericordia di rapirmi lo spirito. In Dio vidi tante anime che stavano esclamando le atrocità delle pene del Purgatorio. Mi rivolsi verso la divina Misericordia e offrii e pregai per queste anime. Dopo il rimirare in Dio, vidi tante saette che ferivano il cuore divino di Dio. Ohimè, restai perduta da un’oppressione di pena nello spirito, siccome subito Iddio mi fece intendere nell’atto medesimo le grandi offese (con cui) i peccatori oltraggiano e feriscono il cuore divino in Dio; anche qui pregai e offrii i dolori della Passione e i meriti di Maria per i peccatori. Mentre stavo pregando, Iddio mi fece intendere con chiara notizia che Iddio mi faceva intendere la sua volontà di quel giovane (per) cui il P. Aloisi mi disse che facessi orazione per la vocazione. Iddio così mi fece intendere: che già è terminato il tempo in cui il giovane vuole ricevere lo stabilimento: l’anima è combattuta, ma si trasferisce a lungo la vocazione. Iddio ritirava il suo impulso che gli dà di farsi religioso. Iddio seguitava per un po’ di tempo, perché vede la miseria umana e la tiepidezza dell’anima; onde seguiteremo a pregare Iddio acciò rinforzi la sua grazia. Anche Dio mi fece ricordare di pregare per la V(ostra) R(everenza) e mosso lo spirito di soddisfare all’obbedienza, si accese il desiderio e pregai secondo i suoi desideri. Iddio così mi fece intendere che la divina Bontà vuole e richiede la perfezione del suo spirito e perciò non si prenda tanta sollecitudine. I libri verranno alla luce e gli sarà di consolazione, ma più in fine della sua vita. Se Dio gli permette contrasti nel suo desiderio per dargli più merito è di più motivo per innalzarsi nella perfezione. In Dio così intesi e mi fece capire queste parole: “ Beatus vir cuius est auxilium abs Te ascensionas in corde suo disposuit in valle lachrimarum. Estote perfecti sicut Pater vester celestis perfectus est. Beato l’uomo il cui l’aiuto proviene da Te: dispose nel suo cuore le ascensioni nella valle delle lacrime. Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste è perfetto”. Ancora pregai per la sig.ra contessa e Dio farà misericordia quando veramente si impegnerà di esercitarsi nella via della perfezione. La prego di dire al p. Aloisi che non si scordi di pregare per me che io lo fo indegnamente per lui, e stia forte nei contrasti di spirito, ché Dio lo vuole perfetto per dargli il possedimento della sua Gloria. Con grande difficoltà ho superato di forzarmi riguardo alla confusione che provo, (ho) soddisfatto a santa obbedienza alla meglio che ho potuto e secondo le attività che Iddio mi permette di scrivere. Mi raccomando la sua santa orazione e resto domandando la sua s. Benedizione. —– Domattina verrò a fare la santa Comunione. Se poi vuole che venga questa mattina, mi dica un sì o non; benché io ho molto da fare.
Al P. Scaramelli
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