(15) agosto 1751 Viva Gesù e Maria
A gloria di voi, mio Dio, intento di obbedire al vostro Ministro. Mentre ringraziavo Maria SS.ma della quiete che provavo, subito mi trovai con lo spirito al trono di Maria Assunta in cielo, coronata di stelle in una sublimità di gloria, collocata alla destra del divino Figlio. Vedevo in spirito con chiara notizia lo splendore, la chiarezza della sua purità che la fa più chiara del sole limpido. (A)l suo volto non vi è cosa da potersi paragonare; insomma io non ho termini da poter esprimere tali cose. Mentre il mio spirito si avvicina a Maria SS.ma, mi è parso che dal suo volto siano discesi i raggi limpidi chiari e siano passati nel mio povero spirito. In quell’istante mi sono sentita un conforto e somma pace come fosse tramutato il mio spirito di essere rimessa tutta nella volontà di Maria SS.ma. Altro non desideravo che il volere di Maria ed io esser “Maria” di Maria SS.ma. Questo fu prima che uscissi di casa. Nell’atto che ricevei la santa Particola, subito mi intesi queste formate parole, che ora sarebbe terminato il tempo di ricevere Gesù Sacramentato con travagli, angustie e pene, ma con pace e quiete e ciò mi disse Gesù. Dopo, ritiratami in luogo (separato), con Dio mi trattenni e rapito il mio spirito restò con chiara notizia come Maria SS.ma mi assicurò sotto al suo manto che di simili tentazioni, come per il passato, di impurità non sarei, e dal travaglio nel ricevere i Sacramenti, tormentata. La SS.ma Vergine portava in mano una cintura, la quale mi cinse ai fianchi dicendomi che questa sarà la cinta che (dovrà) stringer(mi) con i quattro voti di castità, povertà, obbedienza e clausura, stringendomi al mio Gesù, suo divin Figliolo, richiedendomi gran perfezione di spirito. Questo si(c)ché io mi ritrovai (con) sparita la cintura, ma già con quiete che Maria per sua misericordia mi aveva assicurata, come nel giorno della Madonna della Neve mi fece vedere questa cintura e che con questa mi avrebbe involta ed è seguito. Ma questa si(c)ché per ora non me l’ha lasciata, (però) spero che sarà quando sarò legata alla santa Religione. Nell’atto che mi cinse Maria SS.ma mi disse: “Sarai guarita da tutti i tuoi mali”, come è seguito che guarita di molte lividure che portavo per la vita e anche in un piede che era ferito da pochi giorni, ché mi era accaduto per la strada delle Vergini, ché il nemico mi fece ferire per non poter camminare e visitar la Madonna e di questa ferita era ritornata la pelle nuova; poi guarita della rottura cagionata per sforzi di strapazzi diabolici, sanata di tutto per misericordia di Maria SS.ma. La Vergine santa mi diede notizia come già mi fa intendere con il solo vederla. Mi disse che mi rammentassi della cognizione che una volta mi diede (nella) Settimana Santa di tante croci che dovevo portare e mi fece intendere che il patire mio non è terminato, ma sarà differente da questi anni passati. Ed io riposta sotto al suo manto, inchinata, mi offrii a fare la sua volontà. Poi pregando per il mio Confessore, (lo) raccomandavo con premura a Maria SS.ma. Mi disse che dicessi al medesimo che con premura e con zelo ed amore e fervore promuovesse la gloria del suo divin Figlio perché poche missioni gli restavano da fare. Anche pregai per altra anima come gli ho detto a voce. In questo festivo giorno di Maria Assunta in cielo, più volte mi trovai con lo spirito al suo trono, e lì mi trafiggevo lo spirito di desideri, ma (anche) di giubilo e mi rallegravo che Maria SS.ma sia sì sublimata in sì gran trono di altezza di gloria che tutti in Paradiso a Lei si inchinano, le fanno festa di somma gloria, che da me né so né posso dichiararle. Provavo una gran pena di stare in me perché mi pareva di provare che lo spirito mio se ne volava al cielo, ma tanto mi sforzavo. Circa al giorno di oggi, subito che lei mi ha Comunicata, nell’atto che Gesù Sacramentato si è posato nell’anima mia, mi sono intesa dire queste formate parole. Gesù … mi dice: ”Ti lego con questo amore e del tuo cuore me ne voglio servire”. Io per mano di Maria, ho donato questo mio indegno cuore revocando(lo) che non sarà più mio, ma di Gesù e di Maria; ed altri simili affetti. Mentre mi trattenevo con Dio, Gesù mi ha rimproverato che molto ho mancato alla conformità del suo volere, facendo(mi) rammentare che nel tempo del colmo del trava(glio) non ci stavo con rassegnazione. Ricolma di mortificazione ho detto: “E’ vero, mio Dio, che io non ci stavo con rassegnazione, ma a me pareva di avermi comprato lo sdegno vostro e perciò non credevo che quel travaglio si pericolasse e miserabilmente non fosse stato di vostro genio”. Altri rapimenti (di cui) Dio fa misericordia, facendomi provare acutissimi desideri di Dio medesimo, a tal segno che, restato perso il mio spirito dopo un lungo tempo, ma dopo Dio ha riconfortato e sollevato lo spirito con notizia che Lui mi vuole sua e che devo allargare il petto per (… ?\ riparare alla mala vita /?) Richiedo la sua s Benedizione.
(Sintesi di altra grafia): “”E’ liberata dalle vessazioni del demonio cinta da Maria in estasi. Finezze di Gesù. Avviso al confessore.” < nel ms. di d. A. De Minicis e annotata la morte del confessore P. Scaramelli in Macerata 11 giugno 1752, La lettera è riferita ‘A P.Scaramelli’>
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