Lettera di suor Maria Eletta Sani clarissa a Falerone al padre spirituale -cc. 27- 28-


Viva Gesù e Maria.
Con gran dispiacere intesi (del)la sua malattia. Come mi (fece) ottenere la sig.ra contessa Pallotti la sua lettera, io non ho mancato di pregare Gesù e Maria (che per lei ci fossero i) medici e medichino la sua febbre, come spero che sia guarita. Vero è, però, che si vede chiaro che il Signore l’invita alla scala del Paradiso: la croce si muta, ma non la leva, come fa a Lei. Il penare finisce e il godere non finirà mai, onde ci conviene di ‘invitare’ chi è sceso dal cielo in terra, Gesù con la Croce e il patire per poi essere con Dio in eterno. Già gli è noto che io, per grazia di Maria SS.ma, restai guarita di tutto nel giorno dell’Assunta, festa grande della nostra Regina, onde io sempre più disposta alla protezione di Maria SS.ma, mi conformo alla sua divina Volontà, però ansiosa di presto entrare nella santa Religione, non posso dichiarare le mie accese brame che di continuo mi danno martirio di giungere alla santa Religione. Il P. Scaramelli restò di farlo con lei, che al ritorno dalle missioni, sarei entrata nel monastero. E questo mi consolava, ma io qui non so capire gli altri fini di Dio che mi permette delle cose, acciò lei sappia infine degli ultimi giorni che(=quando) il P. Scaramelli doveva partire, mi fece un discorso che dovevo monacarmi e mi disse che fintanto che non si è trovata la dote intera, non si vuole far entrare in monastero. Onde questo mi diede un colpo nel cuore, perché la mia intenzione a lei è nota. Con tutta segretezza la teniamo occulta e solo quando sarò entrata, allora mi dichiarerò … Per questo non vi è bisogno di cercare dote per quel denaro che lei disse già ci sarebbe e perciò desidero con tutta segretezza e con bel modo bisogna promuovere il P. Scaramelli che mi faccia entrare. Questo mi consola che la di lei bontà e carità mi consolerà di rimuovere il P. Scaramelli perché poi spero che si rivolti. Io gli chiedo scusa se arditamente mi fossi inoltrata di fare questo passo, ma acciò lei sia informata per intendersi, per parlare con il detto mio direttore. Io non mi scordo di pregare il Signore per lei. Se scrive alla signora contessa, di quella mia lettera non (gliene) dica niente: in segreto perché la detta signora teme di quest(o fatto) che noi abbiamo intenzione di essere conversa. Per non tediarla di più, mi confermo (ai) suoi comandi e resto richiedendogli la sua santa Benedizione. \ D(i) …V(oi) R(everendo) Macerata \ Dev(ota). ed Obbli(gatissi)ma serva \ Maria Ranieri
Al Molto Rev. P.re Ch.mo \ Il P.re Eusepio Miss.o Capp.no \ Fermo per Monte – Giberto – R(ev.) Cappuccini

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