Maria Eletta Sani lettere cc. 8- 9
Viva Gesù e Maria
A gloria di voi, mio Dio, scrivo e per obbedienza del vostro Ministro. Con sommo rossore e difficoltà, supero per obbedienza la ripugnanza le difficoltà che il nemico mi mette mentre scrivo per obbedienza e per gloria di voi, mio Dio. Gran confusione provo al pensare tante ingratitudini a sì copiose misericordie del mio buon Dio. Mi scordai di scrivere negli altri miei fogli che (ad) otto o nove anni incirca, così a me pare, fui condotta dal mio genitore alla santa Casa di Loreto per la prima volta. Sentivo dire che qualunque grazia si chiedeva alla Madonna, si otteneva. Siccome per l’ansietà e il desiderio di essere Religiosa, era insopportabile l’accesa brama, richiesi alla SS.ma Vergine questa grazia, che mi facesse arrivare presto alla santa Religione, mentre non riguardasse la mia indegnità, ma per carità lo richiedevo e lo domandavo. Dopo varie preghiere la Madre di misericordia mi si fece vedere visibilmente col volto risplendentissimo e mi disse: ” Ti otterrò la grazia e ti consolerò: entrerai nella Religione e sarai sposata. Avesti che dentro la Religione avverrà gran persecuzione”. E queste parole non mi fecero impressione, anzi non le curai; se sarò mal voluta nella mia casa; mi gettai nella protezione della mia grande Signora, che in Lei speravo di avere l’aiuto. La SS.ma Vergine parmi che gradisse la mia fiducia, che in Lei mi gettavo. Mi fece segno di gradire che mi gettavo nel suo seno e mi disparve dagli occhi. Giunta l’ora bramata che mi comunicai per la prima volta all’età di 12 (anni) finiti, incominciai a ricevere Gesù sacramentato con grande desiderio e se non ne veniva proibito dai genitori di uscire di casa, avrei quasi ogni mattina fatta la santa Comunione.
Mi (cessarono) le comparse visibili di Gesù e di Maria e Dio mi usava misericordia che nella Comunione mi si dava a conoscere e mi comunicava la sua reale presenza nell’anima e nel cuore quando lo ricevevo sacramentalmente. Mi faceva misericordie che nel riceverlo lo sentivo nell’anima e lo vedevo con un lume nella mente: chiaro mi si faceva vedere e sentire con varie locuzioni interne, parole formate. Alcune volte mi diceva Gesù nell’interno, mentre lo ricevevo: “Figlia, apri il cuore acciò prenda possesso il mio amore dentro al cuore tuo e si distrugga tutto (il male)”. Altre volte mi parlava internamente e mi dichiarava la sua passione. Con grande raccoglimento interno mi trattenevo con Gesù sacramentato, mi passava il tempo e l’ore senza che io mi accorgessi. Siccome Gesù mi dichiarava i suoi patimenti ed io li ripetevo e mi trattenevo a discorrere della Passione, ora dell’orazione all’orto -come Gesù mi faceva intendere e capire i suoi acerbi dolori – mi diceva i motivi del suo sudore di sangue e agonia nell’orto del Getsemani; ora mi diceva: “Vedi, o figlia, come l’amare mi conduce tutto sangue, impallidito, agonizzante inchino il capo dicendo ‘Non mea sed voluntas tua fiat’ sì, così all’eterno mio divino Padre dissi allorché mi si presentò davanti il calice della mia passione. Dissi ’Tristis est anima mea usque ad mortem’, Padre mio, se è possibile passi da me questo calice non di meno non si faccia la mia volontà, ma la tua, il mio spirito è pronto, ma ‘Spiritus est promptus. caro autem infirma’. Così devi fare tu, impara da me ad inchinare il capo e fare la mia volontà nelle tue tristezze e agonie che ti potranno accadere se vuoi essere mia seguace”. Queste chiare e formate parole che Gesù mi diceva con una voce interna e lume nella mente che tenevo in mezzo all’anima. Nel medesimo tempo che Gesù mi diceva e parlava internamente, mi sentivo accendere di compassione e agonia di spirito che io dicevo: ” Sì, mio amato Gesù, voi agonizzante nell’orto della misera anima mia, cadete impallidito con il volto in terra che sono io la terra di quell’orto dove scorreva sangue. Oh me felice! Che grazia è questo mio buon Gesù, io svengo muoio con voi”. Mi sentivo gelare da un sudore freddo e gelato e restavo come agonizzante anche io con il mio Gesù, perdevo la vista dell’umanità di Gesù e restavo come perduta e morta nell’infinita divinità immensa del mio buon Dio.
Ripigliava spirito e lume e di nuovo Gesù mi parlava con voce chiara e mi diceva: “O figlia, non sai ancora che l’agonia nell’orto fu più grande perché non solo mi si presentò avanti il calice della mia passione, più le innumerabili oscenità e iniquità del genere umano e le ingratitudini degli uomini; il mio sangue e il mio onore e la mia Gloria ricusata, il mio amore disprezzato e le innumerabili anime che si dovevano perdere: questi furono i motivi del mio sudore di sangue”. Mi si occupava il cuore e non potevo più reggere. Mi si univa un cumulo di desideri che tutte le viventi creature avessero corrisposto e amato il mio Gesù. Avrei voluto andare per tutti i cuori delle creature, farle innamorare dell’infinito Amore. Io poi restavo in un acerbo dolore. Esclamando dicevo e deliravo chiamavo i cieli e gli spiriti beati, le stelle, il sole, il firmamento, gli uccelli dell’aria, gli alberi e le foglie delle piante, i fiori, la terra, il mare, i pesci, le arene del mare, i monti, le pianure … gli atomi dell’aria,
O sconoscenti, o miseri noi! Io unita e, stretto Gesù, nel mio indegno cuore, lo amavo tanto che più non potevo. Così esclamavo: “Vi amo, vi amo, vi stringo al mio cuore vi amo tanto, quanto questo mio cuore può amarvi, non posso più amarvi perché questo mio cuore non ha più amore”. Ma mi sentivo accendere di un desiderio acuto e dicevo: “Datemi il vostro amore! Oh sì! Mio Bene, date respiro al mio acuto desiderio. Io muoio di puro desiderio di amarvi. Deh, per pietà compassione al mio cuore che muore di amore di desiderio”. Erano le esclamazioni insaziabili per la fiamma che nel cuore sentivo.
Altre volte, dopo la Comunione, Gesù con la sua reale presenza mi si dava a vedere con la mente chiara e impressione e con chiara voce e parole formate così mi si faceva vedere e sentire con le piaghe aperte, scorreva sangue: “Figlia, immergiti in queste cinque fonti di amore”. Mi sentivo essere svanita di quiete e pace e restavo perduta di vista dell’umanità di Gesù e perduta e morta nell’amore della divinità e immensità. Ripigliavo lume dell’umanità di Gesù e gli dicevo: “Perché queste cinque piaghe aperte? E gettano sangue … mio Gesù, perché da tutti non siete chiamato né conosciuto”. Gesù così mi parlava con voce chiara: “Sai tu chi squarcia ed apre? I peccati dei religiosi e delle religiose”. Io mi sentivo aprire tutto il cuore e il corpo in pezzi dalla pena e con passione e amore verso il mio Gesù. Restavo sbalordita (di) come poteva darsi sì fiera crudeltà verso il benefico amore. Supplicavo il mio sposo Gesù che ne facesse partecipe il mio cuore e lo ferisse con cinque colpi perché non fossero rinnovate le ferite al mio Gesù e l’infinita misericordia mi usava misericordia e dal volto di Gesù venivano cinque colpi che colpivano il mio cuore e restavo nel medesimo colpo come gelata e ferma senza poter dare moto credendo (nello) spirito di essere già nelle mani di Dio e come morta. A sì colpi sensibili al cuore, ne godeva lo spirito e immersa fra sì acerbo dolore, raccomandavo il mio spirito nelle mani di Dio. Dopo ripigliava vigore nello spirito, ma il cuore trafitto stava, e piangendo dicevo: “Fortezza mio Dio, il mio cuore non è capace, rinforzate (il) vigore, il mio cuore muore trafitto, il dolore lo occupa e non può reggere, ve l’offro e lo dono a voi, lo rinuncio e non voglio più che sia mio. Vivrò senza cuore, vi amerò senza cuore, solo a me basta una scintilla del vostro amore”. Duravano lunghe le esclamazioni, ma le passo in silenzio. Altre volte Gesù Sacramentato mi faceva intendere e capire nel medesimo tempo che mi parlava con chiara voce. Mi faceva tale impressione che a me pareva di provare i suoi dolori. Mi dichiarava le punture di spine del suo SS. Capo, quelli più penetra(nti) del cranio e degli occhi i quali ammiccarono ad uscire di fuori. Distintamente me lo faceva vedere e sentire nel cuore. Altre volte mi dichiarava la cruda e disprezzata flagellazione alla colonna, con voce chiara e parole formate mi diceva:” O figlia, come furono acuti i miei flagelli. Vedi come mi ridevano i cristiani, le ossa quasi tutte rotte, le carni e le pelli delle membra sono portate via dal mio corpo, così mi flagellano e portano via i pezzi della mia pelle. I cristiani mi deformano con le loro voglie e peccati. Finita la flagellazione, i Giudei mi sciolsero dalla colonna, con un coltello tagliarono le corde mi diedero tanti colpi nei fianchi e lobi con quel coltello, infieriti da una barbarica crudeltà e odio contro di me che mi volevano morto”. A sì più lunghe dichiarazioni del mio Gesù, io davo in smanie e dolori nel cuore insopportabili. Non so spiegare la compassione e amore che rinforzava questa dichiarazione del mio Gesù… Mi faceva svenire e come morire perché sempre più crescevano l’amore e il desiderio che tutti lo conoscessero ed amassero. Mi si accendeva il desiderio di flagellarmi anch’io. Altre volte Gesù, così parlando con chiara voce, mi diceva: “ Figlia, sai quanto io ho fatto e patito per te?! Digiunare i 40 giorni nel deserto e dal nemico mi feci trasportare da un luogo all’altro. Io voglio che segui le mie pedate, segui me e non temere!” A queste parole io subito dissi al mio Gesù: “ Come debbo fare se il digiuno di non mangiar mai per 40 giorni non mi sarà permesso? Solo per qualche malattia che voi mi facciate la grazia che il cibo che prendo lo rigetti”. Ma Dio mi diede un lume che non intendeva che io dovessi privarmi del cibo corporale e che io sbagliavo, non intendevo, ma che sarebbe stato il digiuno spirituale del cibo dell’anima. Ed io subito pensai che per proibizione di qualche confessore e Padre spirituale mi proibisse per 40 giorni la Comunione. Io sempre mi aspettavo tale sentenza dai confessori, ma non l’ebbi mai. Solo nel tempo che io restai priva del confessore … (e) del travaglio: se Dio questo mi volesse significare, io non lo so. Questo modo di vivere che Dio mi usava misericordia mi incominciò dopo la Comunione. La prima volta che fu, di 12 anni, e seguitò fino ai diciassette o diciotto anni circa e dopo entrai nel travaglio e tentazioni orribili, e persi tutti gli affetti sensibili e il raccoglimento con Dio.
Richiedo la s. Benedizione
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