MANU’ parola collegata con una chiesa Mariana ad Altidona. Notizie da Albanesi Vinicio

LA CHIESA DELLA MADONNA DEL MANU’ AD ALTIDONA
Nella Voce delle Marche edita il 26 giugno ’16, in digitale, viene offerta da Vinicio Albanesi una valida interpretazione del titolo di Santa Maria in Manu’dato alla chiesa antichissima, esistente in territorio di Altidona. Questa chiesa è una costruzione protoromanica, senza escludere un precedente edificio diruto, forse un’edicola romana. E’ costruita in conci di arenaria, è abbellita da una serie di archetti pensili appena abbozzati sotto la linea di gronda. Ha un’abside semicircolare che è rivolta a oriente. Il riuso di materiali edili preesistenti, nella costruzione delle case e di chiese, era praticato per conservare laterizi di altra epoca, come le pianche che avevano qualche disegno od epigrafe. Se ne vede una collocata sotto il cornicione della chiesa del Manù e vi è un’antica iscrizione.
Nel giornale il professor Vinicio Albanesi spiega che” il mistero del nome MANU’ sembra essere stato svelato dalla scoperta di un’incisione che sembra essere presente nella prima formella collocata sotto il cornicione della chiesa, abbellita con motivi floreali (fiore che assomiglia ad una margherita con 8 petali). La parola incisa in ebraico antico, si legge “Manhu” che si traduce in italiano: “Che cos’è questo?” La parola Manù sovrasta la figura incisa di una margherita ad otto petali, simbolo che rappresenta la vita e il nutrimento.
Nella Bibbia si narra che il popolo ebraico, durante l’esodo dall’Egitto alla Terra Promessa, nell’attraversare il deserto, ebbe come cibo una farina che di notte scendeva dal cielo e si posava sul suolo, chiamata Manu’, in italiano Manna. La parola è riportata dai testi cristiani per indicare quello che è il mistero eucaristico. Altri simboli eucaristici antichissimi, oltre alla Manna, sono il pesce, il pane e il calice (grappolo d’uva), il pellicano che si strappa la carne per nutrire i figli, l’agnello sacrificale, i pavoni che bevono dal calice. Sono cibi.
All’interno di tale chiesa del Manù c’è un dipinto che raffigurata la Madonna nell’atto di allattare il Bambino. Il latte è parimenti cibo che permette la vita e il nutrimento. Nella stessa chiesa gli antenati collocarono un Polittico del veneziano Cristoforo Cortese, databile agli anni intorno al 1439-1441. In esso sono raffigurati la Madonna con il Bambino, e i santi Caterina d’Alessandria, S. Eleuterio, S. Ciriaco e S. Antonio abate. Questo polittico venne spostato nel 1914, nella chiesa parrocchiale di Altidona dove oggi è visitabile. Sant’Eleuterio, papa dal 175 al 189 emanò un decreto nel quale, tra l’altro, si autorizzavano i cristiani a cibarsi con qualsiasi alimento e superare così la distinzione tra cibi puri ed impuri.
L’Albanesi scrive che “è sicuro che il mistero eucaristico, all’interno della chiesa di S. Maria è molto forte, non solo per il dipinto che è presente al suo interno, ma anche per la pianta di mandorlo che si trova all’esterno della chiesa collocata alla sua sinistra e che sovrasta la stessa. Anche il mandorlo è simbolo di fertilità e fecondità. Nella pia credenza popolare si lega il culto della fertilità e della manna salvifica all’immagine della Madonna.”

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