Al santuario Madonna dell’Ambro l’affresco della PACE nella controfacciata. Note di p. Alfonso Schiaroli

La controfacciata è la parte interna della facciata del santuario della Madonna dell’Ambro, la parete più trascurata perché tutte le voltano le spalle, ma è pure molto importante perché su di essa si aprono la porta e l’unica finestra. Può essere divisa in tre ampi settori. Quello superiore è a forma semicircolare, con al centro il finestrone, unica apertura da cui filtra la luce dell’esterno. Ai lati due tondi, in affresco, raffigurano gli Evangelisti Luca e Marco del pittore romano Virgilio Parodi. Il finestrone è di forma quadrangolare con quattro specchi quadrati. E’ in fase di progetto avanzato la sostituzione con una nuova finestra a vetri colorati raffiguranti il monogramma della Madonna in ricordo dei mille anni di vita del santuario …
Gli evangelisti sono raffigurati con i loro simboli: Marco con a fianco la testa di un leone, e Luca con un libro aperto appoggiato sopra la testa di un bue mentre scrive con la penna d’oca. Sul libro aperto si legge la parola “NATUS” in riferimento alla nascita di Gesù narrata dall’evangelista medico. Sotto i tondi degli evangelisti sono espresse due segnature, dentro dipinti imitanti fogli di pergamene. Sul lato sinistro (qui traduzione del redattore) Sul vertice dei monti ci sarà un monte preparato per la Vergine Maria, negli ultimi giorni e sarà elevato sopra i cieli e molti popoli andranno e diranno: ‘ Venite e ascendiamo al monte.’ Sul lato destro: Hai visitato la terra e l’hai inebriata nelle forre rocciose e nella grotta di Maria: mostrami il tuo volto e risuoni la tua voce al mio udito. Vi sono chiari riferimenti alla Madonna, alle sue apparizioni, al suo Santuario e ai pellegrini.
Sotto una fascia stilizzata che scorre per l’intera parete c’è affrescata la bella scena intitolata: Supplica alla Madonna dell’Ambro per la Pace. Al centro, è raffigurata la Madonna seduta suo tronetto, come è visibile nella cappella. Sul lato destro, è inginocchiato il papa Benedetto XV; in piedi, S. Benedetto, un Angelo con un cartiglio in mano ove è scritto: Regina della Pace; un religioso cappuccino ed un altro Angelo. Sul lato sinistro, spicca un’altra figura di Angelo recante un ramoscello d’ulivo, che presenta alla Madonna cinque soldati, di cui il primo è inginocchiato, nelle divise militari della prima guerra mondiale: tutti in atteggiamento orante davanti al simulacro della Vergine dell’Ambro. Il pittore Parodi vi rivela una formazione accademica (…)
Benedetto XV fu il papa che definì la prima guerra mondiale “inutile strage“ e promosse diverse iniziative di pace, proclamando la Madonna “Regina della Pace”. Alla Vergine dell’Ambro pressante fu l’invocazione di pace da parte dei soldati richiamati e delle loro famiglie. Nel ricordo di questi avvenimenti, l’affresco parodiano ha una certa immediatezza di gusto popolare, per cui l’occhio del pellegrino rimane soddisfatto.
Al di sotto dell’affresco, resta da osservare il terzo scomparto. Al centro si apre la porta, con all’interno due ante, con tre specchi di vetro martellato per ciascuna, che funge da bussola. La sovrapporta è ad arco ribassato con la griglia del termoconvettore ad aria calda per la stagione fredda. All’esterno si ammira l’antica porta del secolo XVII, a due ante, in ognuna c’è uno zoccolo, tre rettangoli bugnati e due specchi quadrati. Ai lati della bussola, nella parte più alta, si osservano due croci lignee dorate che segnalano la settima e l’ottava stazione della Via Crucis. Ai lati esterni delle croci sono state murate due lapidi con scritte rievocanti episodi relativi alla storia del Santuario. Quella di sinistra commemora la solenne dedicazione e consacrazione della chiesa fatta dall’arcivescovo di Fermo, mons. Carlo Castelli, il 7 settembre 1908, quando era amministratore il comm. Antonio Serafini da Montefortino. Quella di destra ricorda due solenni pellegrinaggi effettuati dalla Gioventù Italiana di Azione Cattolica della diocesi Fermana negli anni 1909 e 1943 con la partecipazione degli arcivescovi diocesani di quei tempi: Carlo Castelli e Norberto Perini, con le rispettive consacrazioni delle giovani alla Madonna.
Come ultimi elementi visibili nella controfacciata, notiamo ai lati della bussola due pile per l’acqua santa in travertino, del sec. XVII; due manufatti scolpiti a forma di conchiglie con prolungamento alle basi per l’innesto al muro. Le scanalature sono molto marcate, come opere di artigianato locale sulle probabili indicazioni dell’architetto Ventura Venturi cui si deve il disegno generale della chiesa. Gli spazi liberi dell’intera parete sono tinteggiati in stile pseudo-marmoreo come elementi decorativi complementari. (Voce del Santuario Madonna dell’Ambro. 2000)

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