DIPINTI NEL SANTUARIO DELLA MADONNA DELL’AMBRO DEL PITTORE VIRGILIO PARODI
Il professor Virgilio Parodi di Roma, che ha reso così decoroso il nostro santuario, con le sue 35 figure, eseguite 1927-28, è nato a Roma il 6 aprile 1886. Si è formato come pittore frequentando i corsi di nudo e figura umana, tenuti a Napoli da Michele Cammarana. Si è diplomato presso il r. istituto di Belle Arti in Roma, vincendo due borse di studio per il corso superiore di perfezionamento. Nel 1914 iniziò la sua attività di pittore dipingendo una chiesa ortodossa in Romania, ove ritornò per altri lavori nel 1926. Al rientro in Italia eseguì l’opera pittorica nel nostro santuario. Successivamente dipinse la chiesa di Albaneto (L‘Aquila) e l’abside della parrocchiale degli Angeli Custodi in Roma.
Durante la sua svariata attività ha eseguito numerosi ritratti di uomini celebri, tra gli altri quelli dei Papi Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII e dei cardinali Garcia Valerian, e di Enrico Dante al quale ultimo era legato da vincoli di parentela. Dal 1924 lavorava ininterrottamente nel Gabinetto Restauri ed opere d’Arte del Vaticano ed era attivo a Roma con ritratti, composizioni nature morte, arte sacra. Il valente artista ha lavorato indefessamente per circa sei mesi nel santuario dell’Ambro dandoci tante belle figure e scene suggestive.
I due gruppi pittorici più importanti furono eseguiti, l’uno sulla parete dell’altare maggiore e l’altro su quella di fondo. Il primo narra, con accento popolare, l’episodio che sta all’origine del santuario, cioè l’apparizione della Vergine alla muta pastorella Santina. Le figure della Madonna e della pastorella si trovano a sinistra di chi guarda. La Vergine in una festa di luce e di fiori occupa il centro della scena con il Bambino Gesù sulle ginocchia e dirige maternamente lo sguardo verso la devota fanciulla che con il viso attonito se ne sta inginocchiata, circondata da pecorelle. Alla destra è raffigurato un Angelo che invita S. Benedetto, S. Romualdo e S. Francesco a venerare la Madonna dell’Ambro. Con i tre santi, il pittore ha voluto indicare gli ordini religiosi che si sono succeduti nella custodia del Santuario: i Benedettini, i Camaldolesi e i Cappuccini.
L’argomento della parete di fondo è la Madonna Regina della Pace. Al centro, è riprodotta l’immagine della Madonna dell’Ambro, con a sinistra, il papa Benedetto XV e, a destra, un gruppo di soldati che, guidati da un Angelo, si prostrano a ringraziare la Regina della vittoria e della Pace.
Nella volta della chiesa, incorniciate da bei fregi, sono dipinte le figure di donne dell’Antico Testamento assunte a simbolo della Vergine.
Sopra il cornicione delle due pareti minori, in quattro rotondi, sono raffigurati gli Evangelisti.
Le linee architettoniche dell’interno del tempio, ispirate ad un sobrio barocco, ricevono dall’insieme dell’opera pittorica una vivacità e una freschezza di colori che lo riscattano dalla povertà delle strutture. Per la storia, vale la pena ricordare che i temi e i soggetti furono concordati e messi a punto attraverso colloqui del pittore con il compianto P. Luigi da Monterado che fu l’ideatore e il promotore dell’opera.
Per la decorazione – cornici, stucchi, dorature, fregi – il prof. Parodi fu validamente coadiuvato da Mario di Nunzio romano, mentre il sig. Belli Aristide prestò la sua opera come carpentiere. Il lavoro è costato oltre 26.000 lire, tutte ricavate dalle offerte dei fedeli. L’interno del santuario che, per più di tre secoli, era apparso spoglio e bianco, come una qualsiasi chiesuola di campagna, venne così ad acquistare un volto nuovo e suggestivo.
Una curiosità di cronaca ce l’ha raccontata la sig.ra Galloppa Elisa della vicina frazione di Vetice, che posò, quando aveva appena otto anni, per la pastorella Santina. La prima volta che il pittore la fece salire sopra l’impalcatura, fu presa da una tale emozione e spavento, che svenne. “Ma, successe solo quella prima volta – tiene a sottolineare la signora – perché il buon padre Luigi seppe confortarmi così bene con una ricca scorta di caramelle, che in seguito non ebbi più bisogno di incoraggiamento per arrampicarmi su quell’armatura da capogiro”.
In un luminoso mattino dell’agosto scorso, mentre una turista entrava per la prima volta nel Santuario, l’abbiamo udita esclamare, con un tono di meraviglia: “Che bello! Che bello!” E’ un po’ l’impressione di tutti i visitatori che restano stupiti di trovare in un luogo così solitario, una chiesa tanto decorosa ed attraente. Il merito va a tutti coloro che, per amore alla Madonna, vi hanno lavorato e, fra questi, in modo particolare, all’illustre prof. Parodi. (Voce del santuario Madonna dell’Ambro; n. 34 a. 1968 pp. 488-90)
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