LE ORE DELLA PASSIONE DI CRISTO
(versione belmontese)
Agli Apostoli riuniti,
per far l’ultima cena
con faccia assai serena
così Gesù parlò.
Disse: ” Sarò tradito!”
Disse: “Sarò negato!”
E Giuda il traditore
disse: “Io non sarò!”
Alle due il Cristo,
anche a Giuda i pié lavò;
Gesù gli disse: ” Dell’errore
io ti perdonerò!”.
Alle tre il Sacramento
distribuisce agli apostoli,
a tutti col cuore contento
il suo corpo dispensò.
E alle quattro si mosse
con gran compassiò,
allor parlò a loro
per dar consolazio’.
Alle cinque nell’orto,
il buon Gesù andò
e cadde in terra morto
pel sangue e pel dolor.
Alle sei il Padre suo
un Angelo mandò:
il calice a berlo
Gesù si preparò.
Alle sette ore, Giuda
le truppe sue guidò
“Dio ti salvi Maestro!”
Così Giuda parlò.
Alle otto una manata,
in giudizio a Gesù toccò;
e quella faccia beata
soffrì tanto dolor.
Alle nove dileggiato,
Gesù non si turbò;
e Giuda sconcertato
all’albero s’impiccò.
Alle dieci carcerato
la truppa lo menò.
Con ferri ben legato
in prigione restò.
Quando lui fu accusato,
sonavan le undici ore,
disse Gesù a Pilato:
“Il regno mio è lassù”
Deriso dal re Erode
alle dodici di bianco,
vestito come matto,
alla condanna fu tratto.
E senza più indugiare
legato il Redentore
come un malfattore
ognuno lo schernì.
Si gridava: ” Crocifiggi!”
e fu alle quattordici ore.
Pilato se ne afflisse.
Ma le mani si lavò.
Legato alla colonna,
che fu le quindici ore,
battuto e flagellato
tutti lo disprezzar.
Coronato di spine
colpito con una canna
dalle tempie sue divine
tanto sangue lui versò.
A le tredici ore
di rosso ben vestito
dal popolo inferocito
fu deriso come re.
Alle sedici condannato
alla croce il Salvatore
per dargli più dolore
le sue carni scarnì.
Alle diciassette ore,
la penna si adoprò
per scriver la sentenza
che al buon Gesù toccò.
Li chiodi ed il martello,
per lui si adoperò;
in croce il Redentore
alle diciotto andò.
Alle diciannove ore,
pendente dalla croce;
Gesù pieno d’amore
Giovanni a sé chiamò.
Disse: “ Giovanni mio,
io me ne ritorno al Padre
e la dolente Madre
io la raccomando a te!”
Alle venti da bere,
chiedeva il Redentor;
amaro aceto e fiele
fu dato al Salvator.
Alle ventun’ore,
la testa sua chinò.
Quell’anima pura e santa
al Padre suo tornò.
Alle ventidue ore,
la lancia lo forò;
il centurione
il costato gli impiagò.
Alle ventitre ore
dalla croce lo levò,
e la mamma con amore
su le braccia lo pigliò.
Alle ventiquattr’ore,
Gesù sepolto andò,
con il suo grande amore
a noi tutti ci salvò.
Tremar la terra e i monti
le pietre si spaccar
per dimostrare quanti
per noi patì dolor.
Il velo del gran tempio
tutto si squarciò
ed ogni uomo empio
devoto ritornò
Alle venticinque ore,
con gli Angeli e i Santi
per liberare tanti
nelle inferi andò.
Il terzo giorno intanto,
Gesù resuscitò;
con gioia, feste e canti
nella gloria trionfò.
Gesù Cristo è morto,
ma poi risuscitato,
dal peccato ci riscattò
col testamento dato
nella sua santa passiòn.
<adattamento di Antimo Lorcassi>