“Efemeridi letterarie di Roma” 28 marzo 1789 Num XIII vol.18 per FERMO
Lettera dell’Abate Giuseppe Colucci ad un amico, in difesa delle osservazioni, e della continuazione alle ‘Origini e antichità Fermane’ inserite nel tomo II delle “Antichità Picene”, contro la lettera di un anonimo stampata in Lucca nel corrente anno 1789.
Non vi fu mai grande e lodevole impresa contro cui l’invidia non si scagliasse; onde non dee meravigliarsi né far gran conto il Sig. Ab. Colucci delle maligne censure che si vanno facendo a voce od anche in stampa della sua eruditissima opera delle “Antichità Picene”, di cui abbiamo riferito il II. tomo. Egli ha creduto peraltro di non dover questa volta lasciare senza risposta una Lettera anonima con la data di Lucca, in cui con poca creanza e minor buona fede si trova egli assai malmenato. Noi gli perdoniamo questa sua risposta, e il nobile risentimento che in essa ci manifesta, purché questo non gli abbia realmente alterato quella tranquillità di spirito di cui egli ha bisogno per la continuazione del suo dotto lavoro, già sì bene incamminato. Del rimanente non ci pareva che le censure contenute in quella lettera potessero fare grande impressione sui lettori eruditi ed imparziali, dei quali il Sig. Ab. Colucci deve solamente far conto. Queste censure infatti, allorché non sono manifestamente dettate dalla malignità, non possono esser né più puerili, né più pedantesche. E chi vorrà mai, fuori del nostro anonimo, imputare a delitto del Sig. Ab. Colucci, perché scegliendo a memoria per epigrafe della sua opera i versi di Orazio: “Libera per vacuum posui vestigia princeps, non aliena meo pressi pede” , vi abbia per equivoco segnato sotto Epist. ad Lollium , invece di Epist. ad Maecenatem, in cui veramente si trovano quei versi. Chi vorrà valutare, quando anche fosse fondata sulla verità, la grande accusa che fa l’anonimo epistolografo al Sig. Ab. Colucci di aver egli citato per libro in 4° (come esso è difatti) in vece di un libro in foglio, l’opera del Sig. Ab. Morcelli sulle stile delle latine iscrizioni?. Di questo medesimo calibro, e di questa medesima importanza sono, presso a poco, tutti gli altri errori che corregge nel Sig. Ab. Colucci il caritatevole anonimo, ”crimine ab uno disce omnes”. Graziosamente e vittoriosamente insieme se ne purga in questa sua lettera il Sig. Ab. Colucci; ma noi torniamo ad esortarlo, a non voler perder così inutilmente il suo tempo nel rispondere a tutti quei che, fuor di proposito, lo inquietano e lo disturbano, e a tener sempre alla memoria presente l’ingegnoso apologo raccontatoci dal Boccalini di quel viaggiatore, che assalito da un nuvolo di zanzare , e di molesti insetti si mise nell’impegno di volerli tutti conquidere , e non si avvide sennonché dopo di aver molto faticato e sudato indarno, che molto più facilmente e ad un tratto se ne sarebbe liberato, col toccare di sproni, e col lasciarli a loro posta ronzare nel nativo loro fango.