GIACOMO AGNELLI pittore rinascimentale a Montelparo, a Monte Vidon Combatte e attribuzione a Montegiorgio. Studio di Crocetti Giuseppe
Per la seconda metà del cinquecento è documentata l’attività pittorica dei due fratelli Giacomo e Francesco Agnelli da Patrignone, frazione di Montalto delle Marche (AP); Dei due fratelli è probabile che Giacomo sia il maggiore: le notizie, finora conosciute, che lo riguardano direttamente, vanno dal 1552 al 1568; mentre quelle di Francesco sono comprese nel decennio 1578-1588Nel 1567 fa affreschi nella chiesa rurale del Terz’Ordine francescano di S. Maria in Camurano in territorio di Montelparo
Il dipinto fatto per la chiesa dell’Annunziata di Collina (Monte Vidon Combatte), ad olio su tela, raffigura la Madonna col Figlio in trono tra gli angeli ed i santi Marone e Procolo, reca la firma con la dicitura: “Pellicano Vitelli da Collina per voto fece fare quest’opera il 15 settembre 1565, dipinse Giacomo Agnelli da Patrignone”. In alto, sono dipinti due angeli che tengono sospesa sul capo della Madonna una corona gemmata. La Vergine Maria sorregge il Bambino ignudo che tiene il globo per le mani paffutelle, indossa una veste rossa, coperta da un manto verdognolo che le scende dalla testa fino ai piedi.
Ai lati erano rappresentati, in piedi, i santi protettori dell’antico castello di collina: S. Marone con la sagoma del castello da lui protetto, mentre con una funicella tiene legato un drago, simbolo del paganesimo sconfitto con la sua predicazione nel Piceno; l’altro protettore effigiato, S. Procolo, è vescovo, con mitra e pastorale.
A Montegiorgio, nella chiesa di San Giacomo si vede un dipinto della Confraternita della Misericordia raffigurante Il Crocifisso, l’Addolorata e san Giacomo apostolo. Tempera su muro (225 × 170), con la segnatura: “Nel mese di aprile del 1569 Simona Mod…. fece fare quest’opera per sua devozione”. Sulla parete di fondo del braccio sinistro della chiesa, al livello dell’ultimo gradino dell’altare, è rappresentata la scena del Calvario, avente per sfondo un cielo grigio cangiante e la città di Gerusalemme. Dietro alla figura del Cristo crocifisso e della croce, il pittore ha creato un alone scuro per dare maggior risalto ai chiari colori degli incarnati; mentre dietro le figure vestite dell’Addolorata e di San Giacomo è accentuato il contrasto dei contorni con la stesura di un chiarore stratificato che avvolge quelle immagini a guisa di nicchio. Il Crocefisso conserva integra l’originale dipintura, mentre vaste ridipinture si notano nelle vesti di San Giacomo e della Madonna. Attorno c’è la cornice con una fascia color giallo-ocra.
L’aggiunta dell’ornato raffigurante un apparato di tendaggio con calate laterali, discendenti da un nodo centrale, in alto, con un fiocco, è da assegnare alla seconda metà del sec. XVIII. L’attribuzione a Giacomo Agnelli si basa su elementi di confronto con le opere firmate: il volto dell’Addolorata richiama quello della Crocifissione di Polesio; i legami dei sandali di San Giacomo trovano riscontro nei sandali di S. Pietro nella tela di Acquaviva e nell’affresco staccato di Castel di Lama, nonché il modo di disegnare e di sfumare le pieghe fluttuanti delle vesti; la medesima grafia nella segnatura, con identici punti triangolari, disseminati tra un vocabolo e l’altro, come si nota nella targa della tela di Acquaviva. Questo soggetto il pittore l’ha ripetuto nell’affresco meglio conservato ed datato 1573, esistente nella chiesa parrocchiale di S. Michele di Ripe Sanginesio (MC).