Felice Peretti Cardinale Montalto lettere dirette a Fermo trascritte da Tassi Emilio

Lettere autografe del card. Montalto trascritte da Emilio Tassi

-1 –

Lettera in cui il card. Felice Peretti partecipa agli Anziani di Fermo la sua nomina a vescovo della città.

Alli molto Magnifici Signori come fratelli, li Signori Antiani di Fermo.

Molto Magnifici Signori. E’ piaciuto alla Santità di Nostro Signore et à questo Sacro Collegio di darmi il cargo della Chiesa vostra di Fermo et ancorché sia peso molto grave alle spalle mie nondimeno per obedienza santa che debbo à questa Santa Sede sono stato forzato pigliarlo. E’ ben vero che molto hà agevolato questo peso il pensar di haver’a star’ et conversar con le Signorie Vostre appresso le quali et nel stato loro si sono allevati et nodriti il Padre et la Madre mia et nato ancor’io donde pensando dover ritornare et trattare con li miei mi ha fatto più che facilmente mi son sottoposto alla obbedienza. Mando M. don Teseo Costantini da Mont’alto sacerdote dotto et honorato a salutar le Signorie Vostre, entrar in possesso del vescovato et dell’amorevolezze di Vostre Signorie le prego lo veda volentiero, li prestino ogni favore et me lo rimandino consolato et in quello che io possa servire si degnino commandarmi perché si troveranno sempre da me fedelmente servite. Et Dio Nostro Signore le consoli sempre.

Di Roma li 18 di decembre 1571.

Di Vostre Signorie come Fratello a servirle

Il card. de Montalto

[La lettera è stata pubblicata da Trebbi-Filoni nel volume: Erezione della chiesa Cattedrale di Fermo a metropolitana, Fermo 1890, p. 19].

-2 –

Lettera ai Canonici della Cattedrale i cui comunica disposizioni sulla nomina ad un beneficio restato vacante.

Alli Reverendi Signori Canonici et Capitolo di Fermo miei carissimi.

Reverendi Signori.

Ho visto quanto Vostre Signorie mi scriveno con la lettera del 4 di questo intorno al beneficio vacato per morte di don Vagnozzo di costì.Io mi contento, se ben ci è il  pregiudicio mio per la collazione che ora spetta a me, che detto beneficio sia unito et incorporato al capitolo, talmente che con questa intrata di vantaggio, si abbia perpetuamente da aggiungere qualche persona meritevole che attenda al servizio di codesta Chiesa a laude et gloria di Dio, et soddisfattione delle Signorie Vostre che così scrivo al mio Vicario che si faccia. Et nostro Signore le guardi da male.

Di Roma li 9 di luglio 1574.

Di Vostre Signorie Reverende affettuosissimo di cuore

f. Felice card. de Montalto.

-3 –

Lettera ai Canonici e al Capitolo della Cattedrale: richiamo a  nominare ai benefici vacanti i soggetti approvati dal vescovo.

Alli Reverendi Signori Canonici et Capitolo di Fermo, miei dilettissimi.

Reverendi Signori.

Mi son meravigliato di quel che Signorie Vostre scrivono per la lettera delli 22 del presente, conciosiacosa ch’altre volte io vi habbia fatto intendere che, se ben la collazione di alcuni benefici spetta a codesto Capitolo, non per questo voi potete ricever resigna alcuna; et l’ordine che, vacando il beneficio o per morte o per resigna in mano dell’Ordinario, voi potete conferire il detto beneficio a quello che dopo il concorso et essamini fatto dal detto Ordinario con fede et polisa del medesimo, viene approbato per idoneo. Et per conto di pigliare resigna voi non potete ingerire in modo alcuno, et se lo faciste, saria male, et io me ne risintiria giustamente secondo che facesse bisogno.

Però non intrate in quel che non conviene, et dove posso valetevi di me che nelle cose honeste non mancherò mai di augumentare le vostre ragioni et state sani.

Di Roma li 28 di decembre 1574.

Di Vostre Signorie illustrissime come Fratello amorevole.

f. Felice card. de Montalto.

-4 –

Lettera ai Canonici e al Capitolo per riconfermare la sua assegnazione di alcuni benefici vacanti alla Cappella musicale.

Alli Reverendi Signori Canonici et Capitolo di Fermo miei dilettissimi.

Reverendi Signori

E’ Vero che tutti i benefici vacati di questa diocesi per la morte di ns. Costantio Sidereo, furon l’anno 1574, quandi io stetti a Fermo, uniti alla Cappella di codesta Cathedrale per decreto scritto per mano di Ms. Ottaviano Cancellieri, et quando da esso non fussi stato nominato, ciascuno beneficio in particolar, sarà stato errore di non sapere il nome, ma non errore di voluntà. Però hora, non mutando mia intentione, tutti quanti se ne scoprono alla giornata, tengo che sieno della Cappella, revocando et annullando ogni altra resolutione fatta da me o dal mio Vicario, perché non potrà essere fatto salvo per ignorantia di qualche particolare. Et se il pievano di Montefortino pretende raggioni sopra beneficio alcuno, agat in petitorio, perché nel possessorio, intrando la Cappella nella giurisdizione di Ms. Constantio non deve essere spogliata de fatto. Ne scrivo ad esso Vicario, et haverò caro intendere quel che succederà. Tratanto stiano sani et Dio Nostro Signore le consoli sempre.

Di Roma li 25 de Gennaro 1576

Di Vostre  Signorie come fratello amorevole.

f. Felice card. de Montalto.

-5 –

Lettera del cardinale ai Priori di Fermo con cui  richiede di concedere ai deputati della Comunità di Montalto di poter estrarre grano dallo Stato Fermano, stante la carestia provocata da una disastrosa grandinata.

Alli Magnifici Signori li Signori Priori di Fermo

Magnifici Signori

La Comunità di Montalto per essere stata l’anno passato oppressa dalla grandine, ha bisogno provedersi di grano negli altri territori, et havendoli io ottenuto licentia dalla Camera apostolica di potersene provedere nello Stato vostro, prego Vostre Signorie che comparendoli i Deputati della Comunità de Mintalto con la detta licentia,  che li faccia gratia possino cavar grano dallo Stato  secondo la forma di essa licentia, ed io lo riceverò per favor notabile, offerendomi all’incontro prontissimo alli servigi loro in ogni occasione. Et Dio Nostro Signore le guardi da male.

Da Roma li 3 marzo 1576

Di Vostre Signorie affezionatissimo a servirle

Il Card. de Montalto.

-6 –

Molto Magnifici Signori

Io mi vedo molto occupato per non dire oppresso in tanti negocij, et non solo non posso fare il debito mio verso la Città et Diocesi vostra, gregge a me commesso, ma neanco posso vedervi, ne godervi, che me trovo in mota amaritudine di animo, considerando così il vostro patire come il mio mancare, onde per più utile vostro, et per manco carigo mio, me son resoluto scaricarmi di questo peso, resignar la cura di voi nelle mani di Nostro Signore, acciò Sua Santità proveda di un altro vescovo, che debbia esser continuamente presente ai vostri bisogni, consigliarvi nei pericoli et soccorrervi nelle necessità, che non mai ho potuto fare io, achorché l’habia sempre procurato, et la molta amorevolezza vostra me ne habia grandemente spinto. Et se bene me sono affaticato sempre co’ miei Vicari jet altri Officiali a mantenere l’honore et reputazione della vostra Chiesa, soccorrere alli bisogni della Città et Diocese, nondimeno poche volte son restato sodisfatto. Volendo dunque esseguire questa mia resolutione, avanti se venga ad atto alcuno per debito di gratitudine, mi è parso farlo intendere a Signorie Vostre, acciò possino ricordare quello le pare, assicurandole che se procurerà proporsi persona di dottrina et pietà maggiore di me, et io reservandomi la collazione di beneficij ne’ mesi reservati et la magior parte di beni temporali farrò per ogni modo vostro. Prego Signorie Vostre accettino in buone parte questa mia deliberazione, et non mancano di tenermi sempre per suo prontissimo a servire et Dio Nostro Signore le conserva sempre felici.

Di Roma, li 2 agosto 1577

Di Vostre Signorie come fratello a servirle

f. Felice card. de Montalto.

-7 –

Lettera al Priore di Santa Vittoria con cui il cardinale comunica la dispensa data dal papa a recarsi in massa presso il Santuario di Loreto per ottemperare un voto fatto da quella popolazione.

Reverendo Signor Priore

Codesta Comunità di Santa Vittoria, quando io stetti là, mi espose un voto che l’istessa Comunità haveva fatto di andar ogni anno con tutto il populo a visitar la Santissima Casa di Loreto et portarli una corona di valuta di X scudi et perché l’andar così popolarmente causava delli disordini tra gli uomini della Terra, ne desiderava l’assolutione, che così io per loro soddisfazione ne scrissi a Roma a Mons. mio Illustrissimo Guastavillani che ne parlasse con Nostro Signore, et così Sua Signoria Illustrissima mi risponde ora con una sua delli 22 di giugno, che ne ha parlato a Sua Santità et Sua Beatitudine si è contentata che la Comunità sia assoluta dall’andar così popolarmente come haveva fatto il voto, ma non dal portar la corona delli X scudi la quale se li debba portar ogni anno da dicti huomini secondo che saranno eletti da essa Comunità, secondo la mente di Sua Beatitudine et far che di questo ne apparisca atto pubblico per mano di Notaro, acciò possa mostrarsi in ogni futuro tempo. Et non essendo questa mia per altro, di cuore me le offero, et me raccomando alle sue orationi.

Di Petriolo lo primo di luglio 1576

Di Vostra Signoria come fratello amorevole

f. Felice card. de Montalto.

-8 –

Lettera del Cardinale ai Canonici e al Capitolo in cui viene contestato il diritto di nominare ad alcuni benefici rimasti riservati al cardinale, dopo la sua rinuncia al vescovato.

Alli Molto Reverendi come fratelli li Signori Canonici et Capitolo di Fermo

Molto Reverendi come fratelli

Intorno alli beneficij vacati di questo mese così della Parrocchia di Monteguidone come delli Altari di Belmonte, me corre dir a Vostre Signorie che io non solo non voglio torre quello che conviene a lor Capitolo, ma voglio procurar di agomentarle ogni honor et utile, come per le cose da me fatte costì loro ne possono render buon testimonio. Nondimeno io non havendo altra informatione della Parrocchiale che sia à collazione di Vostre Signorie, salvo la scrittura che loro me ne mandano, nella quale si fa mentione di tre sole collazioni, nella prima non v’è l’anno, la seconda è del 24, la terza del 66, Vostre Signorie mostrino le loro raggioni al tribunale di Mons. Vescovo, che da me haveranno quanto favore loro voglioni. Delli altari appar nella scrittura due sole istituzioni, la prima del 70 et la seconda del 76.Essendo dunque tutto il tempo di nove anni soli, non conclude efficaci raggioni per il Capitolo, se non se monstra. Facciansi dunque veder le loro pretendentie, et che io ne sia avisato, et me troveranno sempre favorevole ad ogni bene loro. Et con questo me raccomando alle lor orationi.

Di Roma alli 23 di settembre 1579

Di Vostre Signorie molto Reverende come fratello amorevole.

f. Felice card. de Montalto.

-9 –

Lettere di Ringraziamento ai Canonici per l’invio di donativi.

Alli Molto Reverendi come fratelli li Signori Canonici et Capitolo di Fermo

Molto Reverendi come fratelli

Tengo la lettera di Vostre Signorie delli 21 del passato, et con essa monsignor Ludovico Giliucci me ha presentato alcune cose quadragesimali che a loro è piaciuto mandarmi, quali per essere molto conformi al mio gusto, me le goderò volentier per amor di Vostre Signorie, et ne le ringratio. E’ ben vero che non occorrea se pigliassero hora per me incommodi tali, perché senza questi rispetti alle occorrentie le farrò conoscer che son per affaticarmi sempre volentieri per ogni loro soddisfattione.

Del resto stiano sane, et Dio Nostro Signore le consoli sempre.

Di Roma alli 2 di marzo 1580.

Di Vostre Signorie molto Reverende come fratello amorevole

f. Felice card. de Montalto.

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