BENEDETTO X PAPA AUTENTICO per nove mesi POI DIMISSIONARIO PER UMILTA’

Autenticità del papato di Benedetto X

< L’arcivescovo Fermano, Alessandro Borgia ha difeso l’autenticità del papato di Benedetto X, come  già nel 1723 nel suo libro sulla storia di Velletri (pp.174-181). Qui si riassumono le notizie della sua cronaca al termine dell’anno 1751>.

   Benedetto X, nativo di Velletri, aveva il nome di Giovanni e fu vescovo della stessa Velletri, poi papa, nel 1058. Chi lo escludesse dalla cronologia dei pontefici Romani, pone incongruenze. L’opinione di Baronio e di altri scrittori  trascurava la testimonianza autorevole del card. Nicola d’Aragona, come si legge nelle Cronache Cassinesi (codice 6745 della Biblioteca Vaticana) che riferiscono tra l’altro come Benedetto X per vari mesi, aveva avuto l’obbedienza della Chiesa, nella Sede apostolica. E‘ noto che molti autori hanno incluso Benedetto X nella cronologia dei papi. Qualche scrittore dà rilevanza al fatto che la parte più considerevole del clero di Roma sia uscita dalla città e non abbia partecipato alla elezione di Benedetto X. All’inizio così avvenne, poi però ci fu la partecipazione del clero durante i nove mesi del suo papato, prima che il suddiacono romano Ildebrando ritornasse in Italia dalla Germania. In questi nove mesi il papa riconosciuto dal mondo cristiano era Benedetto X. L’obbedienza della Chiesa ad un papa è il segno e il motivo più autorevole della sua legittimità. Nessun altro papa fu nominato durante i nove mesi predetti, né vi fu scisma, né alcuno parlò di obbedienza praticata ad altro papa, se non unicamente a Benedetto X. Nessuno annullò gli atti che da lui venivano compiuti nei nove mesi. Di fatto la sua persona meritava tale dignità perché il santo papa Leone IX apprezzandolo, l’aveva scelto come cardinale e vescovo di Velletri. Il venerabile Stefano X,  nobile del ducato di Lorena e famoso Legato apostolico, quando i Romani lo invitarono ad indicare chi sarebbe potuto essere eletto al papato dopo la morte di Vittore II, come si legge nelle Cronache Cassinesi (II, 97), indicò cinque nomi, tra cui, quattro vescovi: Umberto di Santa Giustina; il vescovo di Velletri <futuro Benedetto X>, quello di Perugia, quello di Tuscolo ed il suddiacono di Roma, Ildebrando. E fu eletto a Roma il vescovo di Velletri. Chi rifiuta la dignità di Benedetto X rifiuta l’importanza dell’operato di san Leone IX che a lui diede il cardinalato e l’episcopato, anche del venerabile Stefano X per la menzione già detta. Il beato Nicola Boccassini, domenicano, poi nominato pontefice Romano, Benedetto XI, prese il numerale XI perché riconosceva l’obbedienza che la Chiesa aveva dato, per un periodo, a Benedetto X. Così pure fecero nella sequenza  Benedetto XII, Benedetto XIII, e gli altri fino a Benedetto XVI. Non si può pensare che questi successori nella serie siano stati digiuni di conoscenze storiche e di dottrina. Sarebbe assurdo offrire una cronologia monca dei pontefici Romani, saltando da Benedetto IX a Benedetto XI e continuatori. Chi rifiuta il predecessore Benedetto X, vuol accusarli tutti, tacitamente, di errore.  Come fittizia prova dell’illegittimità presunta e non documentata, gli scrittori oppositori riferiscono la notizia del perdono chiesto da Benedetto X al suo successore Nicolò II, quando costui lo privò di ogni dignità e lo ammise soltanto alla comunione ecclesiale laicale. In realtà le Cronache Cassinesi (II, 101) dichiarano che Benedetto X era umile e quando fu stabilito nella Sede apostolica Romana, disse che non era per sua volontà, ma fu voluto e gli fu dato il nome B. X mentre era restio. Dopo alcuni mesi fu espulso e alcuni scrittori hanno immaginato notizie false dicendo che sarebbe stato espulso da un tumulto popolare (invece che del partito imperiale). Certamente aveva sostenitori che lo stimavano pontefice buono e prudente. All’opposto altri lamentavano che la sua elezione non avesse seguito il rituale dell’elezione da parte dell’imperatore. Questa opposizione imperiale aveva come base una usurpazione nel preteso diritto da parte degli imperatori tedeschi di designare essi stessi il pontefice romano. Ma la pretesa imperiale nella elezione del papa non era valida. Contro Benedetto X agirono la reggente Agnese, madre dell’imperatore minorenne Enrico, ed altri, come il potente duca di Tuscia, Goffredo, anche il suddiacono Ildebrando che si recò in Germania. Egli, dopo ritornato, fece eleggere papa il vescovo di Firenze, Gerardo, con il nome di Nicolò II, cacciando Benedetto X. Allora l’umiltà di Benedetto che in partenza era riluttante a ricevere la nomina papale, lo portò a sottomettersi e ad affidarsi a Nicolò II. In seguito si verificarono molti e gravi mali a danno della Sede apostolica Romana, inferti dall’imperatore Enrico IV.

      Molto sinceramente va considerato legittimo il papato di Benedetto X, nominato senza scisma e in tempo di Sede Romana vacante! Non vanno cancellate le Cronache Cassinesi che riferiscono che la Chiesa fu a lui obbediente. Né vanno cancellate le successioni numerali dei papi con il nome di Benedetto, senza errori. Gli atti e i tempi del secolo XI manifestavano circostanze diverse da quelle di altre epoche.

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