Anno 1412 ottobre 22 Scomunicato fra’ Antonio da Caserta fraticello nel convento di Monte Giberto. Questo documento ha il significato contrario a quanto appare nella lettura, perché è stato scritto dall’anti-vescovo Fermano al tempo del grande scisma quando papa autentico era Gregorio XII che nominò vescovo Fermano il francescano Giovanni De Bertoldis (grande dantista) poi l’antipapa Giovanni XXIII nominò il de Firmanibus il quale perseguitava ed incarcerava i francescani fedeli a Gregorio XII che guidavano i fedeli cristiani verso il papa autentico, contrastato da questo anti-vescovo. Segue doc.
Io Giovanni de Firmonibus, vescovo e principe di Fermo, per grazia di Dio e della Sede apostolica, saluto e chiedo obbedienza ai miei ordini a tutti e singoli i venerabili uomini pievani, ai prelati ed ai religiosi di qualsiasi ordine, e agli altri curatori e rettori delle chiese, nei castelli e nei luoghi (conventi) della diocesi di Fermo, ai quali la presente lettera sarà pervenuta. Dato il fatto che un certo frate Antonio da Caserta, fraticello dalla vita poverissima, di vita e di considerazione e di fama non buone che era solito risiedere nel luogo (convento) dei fraticelli di Monte Giberto, ha fatto sorgere ed ha suscitato una nuova setta di eretici, totalmente contro la fede di Cristo, e si fece adorare (dal popolo) come Dio che ha lo Spirito Santo, al punto tale che molte persone semplici e facili ad essere credulone, lo hanno seguito e lo hanno adorato, baciando il piede e le mani sue, per tale fatto è incorso, immediatamente, nella sentenza di scomunica, pertanto, allo scopo di far sì che nessuno in seguito vada a cadere in simile errore, e affinché la pena inflitta a costui serva come esempio per gli altri, ordiniamo a voi e a ciascuno di voi, con la presente lettera, che nella prima domenica o giorno festivo che capiti dopo la presentazione di questa lettera, e nelle successive altre, tanto a lungo per quanto tempo avrà continuato a stare colpito dalla pena di questa scomunica, nelle vostre chiese, durante le celebrazioni delle funzioni divine, alla presenza del popolo dei fedeli, accese prima e poi spente le candele, e con il suono della campana, rendiate noto e dichiariate pubblicamente che sono scomunicati tutti e singoli gli uomini e le donne che avessero seguito questo frate Antonio da Caserta ed avessero baciato le sue mani o il piede, cedendo la propria fede in qualcosa, e ordiniate che, in quanto scomunicati, siano evitati dai fedeli di Cristo, sino a quando non verranno ad obbedire agli ordini nostri e della Chiesa e sino a quando essi si riporteranno sulla via della verità ed avranno meritato di ottenere da noi il beneficio dell’assoluzione. E l’assoluzione di questi è totalmente riservata a noi e subito facciate intimazione del giorno di questa denuncia e di tutto quanto avete fatto nelle cose predette. Ordiniamo inoltre a voi che nelle vostre chiese, per parte nostra, facciate ammonizione che tutte le persone, uomini e donne, che sapranno i nomi di quelle persone, uomini e donne che furono seguaci di questo frate Antonio e baciarono il piede o le mani sue, per noi, in sentenza, debbano dare la pena della scomunica, nel giorno, dopo fatta l’ammonizione con istrumenti, e subito mandiate con istrumenti a noi quelli che saprete che hanno così sbagliato; altrimenti si procederà contro di voi, eccetera. Dato a Fermo, nella casa a episcopale sita presso la piazza e la chiesa di San Martino ed altri confini. Giorno 22 del mese di ottobre indizione quinta MCCCCXII a tempo del papa Giovanni XXIII.
Archivio Storico Arcivescovile di Fermo I.B.1 Conlationes c. 116 traduzione