Piccola Cronaca delle monache Benedettine di Fermo: scritta da Antimo Lorcassi
Da bambino mi ha fatto da balia una giovane che è poi divenuta Suor Paolina, monaca Benedettina a Santa Vittoria in Matenano. Ho sempre avuto curiosità di sapere quali impegni svolgono queste consacrate che mio padre diceva assomigliare alle capinere. Sono colpito da due aspetti della loro vita: anzitutto che scelgono una loro superiora, chiamandola “Madre” che si incarica di tutte le condizioni delle consorelle; inoltre danno il loro apporto all’ascolto e alla guida spirituale delle varie persone che le cercano, e talora le ospitano, per quanto possibile. Leggo la cronaca delle Benedettine di Fermo nella loro rivista dal significativo titolo: “Pietra viva” come diceva il primo papa, Pietro.
Cominciamo dalla più bella e solenne festa liturgica dell’anno: la Pasqua. Si preparano nel modo più appropriato: La Madre fa un incontro in modo che le consorelle si dispongano bene al Triduo Pasquale in un clima di ascolto e preghiera. Nei tre solenni giorni, insieme con quanti vogliono partecipare nella loro chiesa, celebrano i grandi eventi e nella veglia pasquale fanno risuonare l’Alleluja, con la gioia che le accompagna, poi, per tutte le settimane dopo Pasqua, con il pensiero del grande amore di Dio per tutte le persone.
Nel mese successivo affrontano i temi dei documenti del papa Francesco, sempre ricco di umanità e spiritualità, ad esempio riflettendo sulla creatività, in modo da essere pronte a creare il bene verso se stesse e verso il prossimo. Si fanno aiutare da un sacerdote esperto. Il mese di maggio, da molti anni, lo dedicano all’accoglienza dei comunicandi, alle prese con tanti bambini che varcano la soglia del monastero alla ricerca di risposte agli interrogativi che affollano la loro mente. Non è solo curiosità la loro, ma vero e proprio desiderio di conoscere: sanno essere schietti ed intelligenti. Accanto all’accoglienza dei comunicandi, c’è l’accoglienza per i loro genitori a cui la Madre rivolge la parola, per meditare l’importanza dell’Eucaristia nella vita del cristiano. A loro promette di accompagnarli costantemente per la loro vita con la preghiera.
Non si può trascurare il fatto che si sentono consorelle anche in occasione di malattie o di lutto di un famigliare di una, sia madre o padre o fratelli, e tutte si stringono attorno alla consorella in lutto, come famiglia unita nella fede. Tra i monasteri delle Benedettine vige una Federazione che fa riunire le incaricate in un monastero, a turno, per riflettere e decidere sulle loro attività, periodicamente e vi partecipano, nelle condivisione benedettina.
Quaranta giorni dopo la Pasqua si rivolgono allo Spirito Santo, nella veglia e nella festa di Pentecoste, per averlo consapevolmente guida e compagno di vita. Ci sono persone, chiamate Oblati, che condividono la spiritualità Benedettina e si radunano annualmente per accogliere la sapienza che plasma il loro cuore, mantenendolo unito con Dio.
A luglio si fa qualche bel corso pratico, invitando tutti i partecipanti possibili, come ad esempio, per apprendere l’iconografia che richiede raccoglimento, silenzio e preghiera, prima di usare i pennelli secondo i modelli da realizzare. E vengono gli apprendisti da più svariati paesi per dare forma all’immagine del volto del Cristo: bellezza scritta con le proprie mani sulla tavola di legno. A conclusione, dopo benedette le loro opere, le monache fanno una condivisione conviviale insieme con i parenti dei pittori. E’ questa un’esperienza indelebile che resta come sprone nel cammino cristiano. A luglio ed ad agosto, come pure in altre occasioni, fanno accoglienza delle giovani provenienti da varie regioni, come dalla Lombardia, per una parola di conforto, di incoraggiamento e di discernimento vocazionale.
La Madre è sempre pronta in modo che tutti i volenterosi possano conoscere ed apprezzare la loro esperienza alla luce della regola di san Benedetto e sull’esempio di santa Scolastica.