DIPINTI DAL BAROCCO AL NEOCLASSICISMO NEL FERMANO. Brevi appunti

 

LA  PITTURA marchigiana dal Barocco al Neoclassicismo, nel Fermano

Appunti da una conferenza di GERMANO LIBERATI

L’epoca moderna nelle Marche è un ambito di vaste ricerche nuove. Tra Ascoli e Fermo dalla seconda metà del seicento a tutto il settecento c’è una marea di pittori ancora da studiare. E’ questa la zona più fertile delle Marche ancora non adeguatamente studiata.

Abbiamo opere di pittori che non stavano nelle Marche, ed hanno avuto le committenze da questa regione; inoltre opere di pittori presenti nelle Marche, anch’essi con commissioni di opere da parte di parroci, di ordini religiosi, e di qualche nobile. Notiamo, ad esempio i pittori veneti di fine cinquecento, tra l’altro un quadro a Potenza Picena (non si sa come sia arrivato); inoltre i pittori Bolognesi . Sappiamo che l’arcivescovo Paleotti  di Bologna ha emanato un discorso sulle immagini sacre e profane nel 1582 ed ha costituito una scuola di pittori. Alcuni di questi sono venuti nelle Marche soprattutto nel nord. Nella pinacoteca di Fermo ci sono opere del Lanfranco, una delle quali è la “Discesa dello Spirito Santo” già nella chiesa dei Filippini. Tra i pittori toscani nelle Marche del nord, ad esempio il Baciccia (Giovanni Battista Gaulli) ha una “Natività” bellissima nella chiesa del Carmine a Fermo. Altro pittore Boscoli Andrea (1560-1607) fiorentino tra cinquecento e seicento ha  fatto i dipinti della chiesa della Misericordia di sant’Elpidio a Mare, dove ci sono anche due organi del Callido.

Oltre agli italiani, abbiamo avuto anche opere di artisti di altri Paesi Europei: ad esempio il Rubens che ha dipinto “La natività” per i Filippini di Fermo. Un’opera attribuita a Van Dick è nella chiesa in piazza a Falerone, opera certamente dell’ambito della sua scuola: rappresenta due santi gesuiti: sant’Ignazio da Loiola e san Francesco Saverio.

Alcuni dei vari pittori nativi delle Marche della fine del Cinquecento: Zuccari, Bonfini, Maratta.

I pittori Zuccari, padre e figlio, formatisi a Roma alla scuola raffaellesca,  hanno, nella chiesa dei Frati Cappuccini a Fermo, il dipinto su tela  “Il martirio di San Lorenzo”, e nella chiesa di san Francesco a Loro Piceno un altro bel dipinto. Federico Zuccari  è un grande artista manierista, riconosciuto a livello internazionale.

Un altro pittore importante è Martino Bonfini, nativo di Patrignone, frazione di Montalto. E’ molto dinamico: lo stile della sua arte deriva dallo stile dei pittori toscani. Nella sua opera più bella, Bonfini ha affrescato lungo l e pareti e nel volto della chiesa dell’Ambro (Montefortino), le “Storie della Madonna”.

Due pitture del manierismo Fermano, di fine cinquecento e primo seicento, sono nella casa parrocchiale a Monterubbiano, sono anonime. Un  raffigura  san Sebastiano ed è opera di un pittore locale (anonimo). Si nota l’imitazione di grandi pittori, ma non sempre con le dovute armonie. L’altro dipinto di stile  napoletano, con le gradazioni di un solo colore (dal giallo al marrone scuro), raffigura un santo, forse un santo Francescano. Il pittore riesce a dare profondità al dipinto e la parte luminosa è in controluce.

I pittori “maratteschi” sono stati gli imitatori della seconda metà del seicento. Carlo Maratta o Maracci di Camerata aveva una bottega a Roma. Tra i vari ascolani, notiamo Ludovico Trasi che ha tanti dipinti, anche nel Fermano. Un altro ascolano alla scuola  Marattesca, tra seicento e settecento, era Tommaso Nardini,  discepolo del Trasi.  A Petritoli il Nardini ha  la Madonna  dell’Annunciazione.

TRA SETTECENTO E OTTOCENTO. La Pittura dei Ricci, di Liozzi, e di Fontana

Natale Ricci ha avuto due figli, Lucia e Filippo. Lucia ha dipinto una serie di Madonne tra cui una sta a Grottazzolina. Era monaca e dipingeva in quadri piccoli. Filippo (1715-1793)  dopo aver studiato l’arte con il grande pittore napoletano come Corrado Giaquinto (suoi dipinti nella pinacoteca di Montefortino).  Filippo Ricci ha realizzato una quantità enorme di commissioni per cui talora era sbrigativo.  I Ricci hanno molte opere  in tutto il Fermano, tra l’altro a Montegiorgio (Sacro Cuore, San Michele, Ultima Cena e varie attribuzioni) e a Servigliano (San Giovanni e Giacomo, Madonna delle Rose, Madonna del Rosario), a Belmonte e in molte parrocchie della Valle del Tenna.

Figlio di Filippo è Alessandro (1750-1829) che ha frequentato (dice Zampetti) gli ambienti veneti e soprattutto i Tiepolo Giambattista padre e Giandomenico figlio, come si vede dai colori pastello. A Fermo, nel duomo, Alessandro Ricci ha il dipinto “San Ludovico re”, altro dipinto nel cripta. A Monterubbiano nella chiesa di sant’Agostino il dipinto “San Pasquale Baylon”. A Servigliano “San Serviliano”; altro dipinto “San Marco e san Gualtiero”.

Nicola Monti, ascolano (nato 1736) si è formato a Roma alla scuola di Batoni Pompeo grande ritrattista. Il Monti ha fatto molte copie di grandi opere. Suo lo stupendo dipinto di “Sant’Anna e san Gioacchino con la Madonna bambina” al duomo di Fermo. Nella chiesa delle Grazie di Montegiberto  “Ultima Cena”. Disegni del Monti nella biblioteca comunale di Fermo, tra cui la Madonna Assunta.

La scultura dell’Assunta che sta dentro nell’abside del duomo di Fermo è opera di Gioacchino Varlè.

Tra settecento e ottocento, Antonio Liozzi di Penna San Giovanni (1730-1806) ha dipinto per molte chiese nella diocesi Fermana. Don Giuseppe Crocetti ha pubblicato uno studio sistematico su questo pittore che sa coniugare il gusto settecentesco del colore e del decorativo, con una certa compostezza del neoclassico. Suoi i quattordici dipinti della Via Crucis (rubata) della parrocchiale di Penna San Giovanni. Del tutto uguale c’è a Montegiorgio, nella chiesa collegiata. E’ un manierista delicato, color pastello, ma rivela tratti seri nella grandi composizioni.

Nell’ottocento, un grande manierista, nato a Monte San Pietrangeli nel 1827, è Luigi Fontana che ha lavorato a Roma alla scuola di Tommaso Minardi, ha lasciato opere nella chiesa conventuale dei SS. Apostoli (non lontano da Piazza Venezia). Nel Fermano il Fontana ha lavorato in molti luoghi. Sei dipinti sono a Montegiorgio: nella chiesa dei santi Giovanni e Benedetto, in quella di san Nicolò e nella chiesa un tempo officiata dai Cappuccini.  A Grottazzolina,  tutta la chiesa del SS. Sacramento, ora parrocchiale, è stata dipinta dal Fontana. Il suo stile che appare neoclassicheggiante  è piuttosto  ispirato ai preraffaelliti del ‘400, dai colori spiccati, non morbidi, ma forti, come se scolpisse. Giovanni Cicconi pubblicò un libro su Luigi Fontana.

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