LA FAMIGLIA, RINNOVATA DAL NATALE, CREA NOVITA’
Carlo di Maria
Nuovo anno nuova vita, si dice per proverbio. Con il Natale il tempo prende un nuovo respiro verso la completezza definitiva della dignità delle persone, delle famiglie e del creato. Leggendo un articolo di Sergio Ubbiali nel mensile dell’apostolato della preghiera, rifletto sul fatto che tutti siamo partecipi della grande missione universale di essere solidali per vivere nell’aiuto reciproco in modo da creare un avvenire migliore e in modo che nessuno sia perso infelicemente. Il Natale di Gesù manifesta il senso della vita di ogni creatura capace di stare e camminare con tutte le creature.
Tutto il tempo, compreso quello ora in corso, è contrassegnato dall’incessante, inesauribile possibilità di vita perché è sorretto dal rapporto famigliare creato dal Figlio divino venuto a vivere in mezzo all’umanità. Con lui ogni persona ed ogni famiglia hanno la propria missione nel progetto globale della storia universale. Nessuno è mai più ridotto a sentirsi smarrito nel camminare tra i meandri del processo storico. Colui che interviene nella storia di tutte le persone del mondo provvede a risvegliare le capacità in ordine ad un futuro migliore.
E’ giunto a noi Colui che promette ed insieme mantiene la via della vita di fronte ad ogni volontà di offenderla. Le persone e le famiglie posseggono la più certa motivazione di vita, radice e ragione del loro indubbio gioire e segno della riconoscenza a Colui che è fonte della vita stessa. “Dalla sua pienezza noi tutto abbiamo ricevuto e grazia su grazia” (Giovanni ev.). Da quando Gesù è nato per la nostra salvezza le persone non vivono più di estraneità né di solitudine. Hanno in comune Qualcuno da lodare e benedire. Siamo tutti una famiglia umana che intercetta le domande, ascolta e costruisce relazioni d’incontro.
Le relazioni tra le persone e tra le famiglie si rinnovano, divenendo più umane, nel lottare contro la facile morte della speranza, perché la speranza è sempre riaccesa da Colui che ha riscattato il mondo. Lui garantisce la felicità eterna di tutti e così offre mille motivi per ringraziarlo. La diversità delle culture, dei modi di essere tra uomo e donna, e tra le famiglie di vari luoghi è una ricchezza a servizio dell’umanità, nella continua evoluzione del suo esistere. Il vivere in famiglia non si identifica soltanto nei servizi, nei ruoli, nelle proposte, ma è fondamentale testimonianza del benvolere gratuito. Per amore Egli si è incarnato.
La missione di riscatto dal male e di trionfo del bene è l’impegno di fare di Cristo il cuore del mondo, perché Lui rende le famiglie partecipi della grande missione universale di donare amore e misericordia. Diventa necessario che ci si aiuti l’un l’altro nella sollecitudine per i problemi attuali dei popoli, aiuto che è la conformità al cuore del nostro salvatore. Accoglienza, corresponsabilità, condivisione sono le tappe formative.
Il bambino nato a Betlemme insegna il valore della famiglia. Ogni famiglia che accoglie questa vita nuova nascosta nel mistero del Natale diventa portatrice di luce. Giovanni evangelizza il venire nel mondo della luce vera, quella che illumina ogni persona. E’ questo il significato misterioso del Natale. E’ la luce della fede, da recuperare perché quando in una famiglia la sua fiamma si spegne, tutte le altre luci finiscono per perdere la loro luminosità. Il lavoro, le attività, gli interessi ed i pensieri sono rinnovati dalla luce nuova del neonato di Betlemme, chiamato “Luce delle genti”. La luce nella famiglia si accende con la comprensione reciproca che valorizza i doni e le doti di ciascun componente, risana le lacerazioni e sa compatire.
E’ una bellezza il bimbo atteso, veduto, assistito con le attenzioni di un legame inscindibile nella famiglia. Ogni famiglia ha bisogno di spiritualità e la condivide nelle relazioni con gli altri, per dare un autentico senso al vivere. Le pratiche natalizie, come atti comuni di fede, accompagnano la maturazione personale della gioventù nell’autenticità e nella coerenza. Per questo papa Francesco dichiara che è urgente recuperare il carattere di luce proprio della fede. Il volto del Bimbo di Betlemme è fatto conoscere dalla testimonianza della fede.
Porteremo luce come testimoni del nostro incontro con la bellezza del mistero del Natale. Di fronte al bello cresce il desiderio personale. Qui abbiamo la bellezza assoluta: bellezza esterna e insieme interna di cui siamo parte, come è desiderio divino che ne facciamo parte.