IL DESIDERIO E LA SPERANZA DI GIUSTINA: ABBRACCIARE L’UNIVERSO
Carlo di Maria
Una donna di Belmonte, Giustina, a 90 anni, mentre si sentiva venir meno le forze, si mise a guardare fuori dalla finestra e al richiamo del figlio e della nuora, diceva “Guardo questo mondo che è tanto bello!”. Si spegneva il suo corpo nello stesso mattino. Lei ha posato i desideri e le attese del cuore nell’ammirare le bellezze del creato. La sua gioia non era guadagnare tante cose: di fatto aveva contribuito a ricostruire due chiese, quella delle Grazie e quella di Sant’Anna, con generosità disinteressata. Tantissimi la ricordano.
Incontrava centinaia di persone che la cercavano e con tutti comprendeva come il peso del male e della morte lambisce la vita con il senso di solitudine e di impotenza, in attesa di un riscatto. Conosceva le situazioni di marginalità nel contesto civile, le ostilità e i rifiuti. Ascoltava le ansie di chi cerca ogni modo per superare la tristezza, l’abbandono e per arrivare a quella speranza che fa abbracciare il bene. Sapeva che dal cuore umano escono anche i desideri di male, tuttavia lo Spirito di saggezza orienta i desideri, le attese, l’operosità.
I desideri orientati secondo le esigenze dell’umana natura, fanno un uso ragionevole del modo di convivere con gli altri e della propria dimensione corporea. Nei giorni nostri ci sono ideologie che esaltano gli ideali di efficienza, di superiorità, di affari. In realtà la persona umana è mistero a se stessa, non per le molteplici diversità culturali, religiose, economiche, ma per quello che vuole essere. Tutti siamo immersi fra le tante cose da godere ed avere, in un universo vasto e bellissimo.
Come Giustina, altre persone incoraggiano a lottare per restare fedeli alla fraternità umile e generosa, pur nella rinuncia a sé stessi. Sono le persone capaci di generare speranze. Chi suscita un sentimento di fiducia, suscita la speranza. Per questo ci servono pazienza e magnanimità. Ecco il dialogo che esprime l’esigenza di apertura verso gli altri. L’amicizia, la famiglia, l’attenzione agli altri e il rispetto verso il creato soddisfano le attese di ogni animo, al di là dello spasimo per i beni materiali.
Oggi, la vita va di fretta e non c’è più tempo per frequentare le vere relazioni interpersonali, ci si disbriga con il telefonino cellulare, con un collegamento mediatico, nella reale lontananza. E’ tuttavia possibile creare ponti. Ad esempio un ponte può collegare i giovani e gli adulti. Questi trasmettono l’esperienza della strada da loro percorsa, ed i giovani la associano alle ardite decisioni con cui vogliono spendere la propria vita per realizzare se stessi.
L’amicizia è una grande risorsa che soddisfa la tensione di scoprire e praticare il metodo adatto per superare le inevitabili difficoltà: tutto dipende dalle risorse che ciascuna persona vuole valorizzare e usare per andare al di là degli ostacoli. Ci sono risorse spirituali nell’avvicinarsi agli altri, mentre chi soffre ha l’attesa costante di poter essere aiutato. La Potenza divina d’Amore soccorre ed illumina le menti, consola i cuori, rafforza i passi sulla via della pace e della non violenza.
Le ferite restano nel cuore quando ci lasciamo prendere dalle passioni, dall’orgoglio. Allora –diceva la b. madre Speranza – gli impegni perdono di senso. Al contrario l’impegno volontario non lascia sola la persona che attende di essere sollevata. Il volontario non resta insensibile alla chiamata di chi chiede aiuto e non offre una lacrimosa compassione, piuttosto reca una consolazione fattiva. Ogni attesa umana è soddisfatta nell’andare oltre se stessi.