NEPI Gabriele riassume i cenni storici di Fermo nella Guida della stessa città. I PICENI.

NEPI GABRIELE                 CENNO STORICO DI FERMO (sintesi)

Origine Picena di Fermo

E’ difficile stabilire la data esatta della fondazione di Fermo. Recentissimi scavi effettuati nel 1984 e nel 2001 in contrada Mossa, tra viale Trento e viale Respighi hanno portato nuovamente alla luce tombe picene, ricche di suppellettili tra cui fibule, rasoi lunati, armille, pendagli, monili in ambra, asce in ferro e altri reperti. In precedenza, nella zona dell’ospedale civile erano venute alla luce tombe di tipo villanoviano, alcune ad incinerazione, altre ad inumazione, indicative di una vasta necropoli. Altri rinvenimenti affiorarono nel 1908; tra cui un elmo conico di tipo italico,  ora al museo di Ancona ed un elmo crestato di tipo etrusco.

Dalle suppellettili ritrovate  e da altri resti e testimonianze, si evince che nove od otto secoli prima di Cristo vi era a Fermo un insediamento umano costituito dai Piceni. Come ci narrano i classici latini e greci, come Plinio (Storia Naturale III, 13,18), Strabone (Geografia V), Silio Italico (Guerra Punica), Catone, Festo, Paolo Diacono questi Piceni ertano venuti dalla Sabina per voto della primavera sacra e si erano insediati a sud ed a nord del fiume Tronto, fondando Potenza, Fermo, Teramo, Giulianova e altre città. Essi si dissero guidati dal Picchio, uccello totem che diede nome alla popolazione. Il voto della primavera sacra consisteva nell’offrire agli dei tutto ciò che sarebbe nato nel periodo tra il primo marzo ed il 30 aprile. Ad essi venivano offerti caprini, ovini, bovini, suini. I bambini nati in tale periodo non venivano immolati, ma, raggiunta l’età adulta, erano spinti fuori dal territorio di origine e dovevano cercarsi nuove sedi. Alcuni di tali Sabini, rinominati Piceni, venendo dal Reatino e costeggiando il Tronto, si spinsero a nord e si stanziarono sul colle Sabulo, poi, denominato Girfalco. L’origine dell’insediamento è documentata, come già detto, dagli scavi del 2001, 1984, 1908 ed anteriori.

L’esistenza di Fermo nell’antichità è comprovata dai reperti, dalle mura preromane, da alcune monete, tra cui un aes grave  molto diverso dalle monete romane. Questa moneta del terzo secolo avanti Cristo pesa grammi 134,74, ha impresso un tripode con a sinistra il segno del valore “S” ed destra la scritta FIR; nel rovescio ancora il tripode e la scritta FIR (ora l’unico esemplare è a Rimini presso l’avv. C. Cucci).

Dell’antichità di Fermo offre una testimonianza, tra le altre, un passo di Velleio Patercolo (lib. I, 1) che parla della occupazione di Fermo all’inizio della prima guerra punica (264 a.C.). Se non esisteva questa città non sarebbe potuta essere occupata.  Nel primo secolo a. C. lo storico e geografo Strabone ha scritto: “Le città del Piceno sono Ancona, Osimo, l’attuale ‘San Sebverino’, Potenza, Fermo Piceno e il porto detto Castello di Fermo, Cupra … ” Il nome romano FIMUM PICENUM serviva a distinguerlo da Firmum Julium e da Firma Augusta in Spagna.

Le mura preromane, costituite da possenti blocchi, sono visibili in alcune parti della città di Fermo. Notevoli quelle nei pressi dell’abside della chiesa di san Gregorio, e quelle in via vittorio Veneto a sinistra prima di arrivare al piazzale T. Calzecchi Onesti, sottostanti l’attuale municipio (sede comunale): mura che risalgono al IX secolo a. C.

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