LA SCUOLA MEDIA UNICA HA REALIZZATO LE SUE SPERANZE IN CINQUANT’ANNI?
Mi associo ai ringraziamenti ed ai rallegramenti per i 50 anni effettivi della scuola media inferiore, veramente una scuola secondaria di primo grado, a motivo della specializzazione delle diverse discipline. Tra gli allievi qui giunti 50 anni fa, molti si sono professionalizzati, hanno proseguito gli studi, si sono specializzati ed hanno occupato posti adeguati. Non pochi infatti si sono anche laureati. Quasi tutti hanno formato la loro famiglia ed hanno avuto figli, i quali sono arrivati, a loro volta, in questa scuola e son poi giunti a sposarsi, sicché, nell’arco dell’ultimo cinquantennio, hanno fatto arrivare a questa scuola persino i loro nipoti. Nel frattempo sono andate continuamente cambiando le abitudini culturali e sono stati innovati i metodi negli studi.
L’importanza di questo grado scolastico è contemplata dall’articolo 34 della costituzione della Repubblica Italiana del 1947 che esige otto anni di istruzione obbligatoria e gratuita. (Oggi sono dieci).Il parlamento giunse ad istituirla, con programmi ministeriali datati al 1963, in reale esecuzione effettiva nel 1964. Questa scuola Media è stata una canale proficuo per aggiornare il divenire della società, e ha prodotto mutamenti in ogni altro ordine e grado dell’istruzione statale. Chi volesse scoprire il motore dell’innovazione del sistema scolastico italiano, lo può riconoscere nella propulsione di questa tipica scuola dei preadolescenti. Come tale l’abbiamo vissuta e ne siamo grati e lieti. E’ stato bello collaborare e valorizzare tutti.
Molti comuni hanno costruito per le Medie un edificio nuovo, riscaldato, con spazi di verde attorno. Aggiunsero all’arredo, gli strumenti di proiezioni delle diapositive e dei films. Ma non sono questi gli aspetti più importanti. E’ agli studenti che va il primo, fondamentale, necessario, e doveroso “Grazie!” La scuola è rinnovata dagli studenti che nel corso degli anni, continuamente, li hanno frequentati, sempre diversi e creativi.
La presidenza si rivelava brillante, quando esprimeva umanità mite ed incoraggiante, per guardare le cose dal lato migliore. Come una madre o un padre di famiglia, il personale scolastico cerca di risolvere pacificamente i malcontenti e le recriminazioni. Quando si discuteva per gli interventi selettivi negli scrutini, si guardava alle condizioni personali di ciascun allievo, si considerava la situazione delle famiglie, e si incoraggiavano gli alunni ad esprimere il meglio di se stessi.
Nelle Medie Inferiori, molto intenso è il ricambio della totalità degli alunni perché questa scuola ha il corso breve di tre anni e la conseguente variabilità invita i docenti a non rimandare al “poi” quello che è da realizzare nella giornaliera pratica didattica formativa. La presidenza invita a curare la formazione personale, più di ogni altra cosa e dà l’esempio incoraggiante ad amare la scuola ed il paese, mentre si constatavano gli studi che pullulavano di nozionismo, specie in alcune materie piene di cognizioni erudite, di nomi specifici, date, numeri, toponimi.
I libri di testo farraginosi e difficili nel linguaggio, mancavano di adeguamento alle capacità dei preadolescenti, al punto tale che, in vari casi, i ragazzi non erano in grado di svolgere i compiti a casa, data la complicata giungla dei concetti. Forse per tutto ciò, questa scuola media faceva sentire, più delle altre, intensamente, l’esigenza di aggiornamento nel dover vivere le attività scolastiche in spirito comunitario, nella volontarietà della condivisione, della partecipazione, e della creatività.
Mi è parso del tutto consono a questo clima educativo, lo svolgere, settimanalmente, il programma di educazione civica, sullo studio dei principi fondamentali della costituzione della Repubblica Italiana, in una atmosfera che invitava all’umanità rispettosa ed impegnava a facilitare l’andamento delle attività. Così il raggiungimento dei risultati sperati era favorito.
Quando i ragazzi venivano volentieri a scuola, davano modo ai docenti di facilitare l’apprendimento, nonostante che sia tipica della età preadolescenziale l’insicurezza per la fase dell’immancabile passaggio dalla sottomissione all’autonomia personale.
Le attività sportive con i Giochi della gioventù, le iniziative teatrali, e quelle giornalistiche facevano brillare un continuo allenamento ludico, non tanto per esercitare la memoria o l’erudizione, quanto per accrescere l’insieme delle attitudini morali e sociali. Non si voleva educare la sola mente dei ragazzi, ma si cercava di attuare le esperienze per il futuro nella vita. Il vecchio modello della scuola burocratica autoritaria ebbe una forte verifica nel 1973. Si dice che l’abito va fatto su misura per chi lo indossa; così è stato deciso di adeguare agli studenti l’andamento dell’istituto scolastico rafforzando la partecipazione dei genitori. Dai “decreti delegati” del 1974 scaturì l’aggiornamento degli organi collegiali.
Si discusse sul fatto che le classi erano divise per l’educazione tecnica separando un gruppo maschile da un altro femminile ed in contemporanea, persino un altro gruppo di studio del latino, nella stessa ora. Si giungeva ben presto ad abolire questa separazione maschile\ femminile, sia per educazione tecnica e sia per educazione fisica, e cessava il gruppo di latino. Con la legge 348 del 1977 venne introdotta l’educazione musicale, venne abolito l’esame di riparazione a settembre e al posto delle classi “differenziali” venne stabilito il docente di “sostegno” con obiettivi adeguati agli alunni. Le schede di valutazione spiegavano con un giudizio analitico l’andamento personale degli obiettivi di ciascuna disciplina.
Nuovi programmi nel 1979. Questa scuola media era dichiarata orientativa, in riferimento alle successive scelte ed i docenti scrivevano un consiglio di orientamento nella scheda di valutazione. Nella dinamica collegiale e nella partecipazione attiva, il progetto scolastico si adeguava al successo negli studi anche a favore di chi incontrava difficoltà. Nel 1983 l’offerta didattica si era arricchita con il tempo prolungato nel pomeriggio di due giorni a settimana, utilizzando anche i mezzi massmediali per facilitare l’apprendimento.
Si dice che tutti i nodi vengono al pettine e nelle riunioni dei consigli per gli scrutini emergevano i problemi delle ripetenze, degli abbandoni e del bullismo, mentre i docenti erano orientati a dare fiducia e ad offrire pari opportunità, senza discriminare gli studenti. Nell’autonomia didattica e nella sussidiarietà ciascuno, degli studente e dei docenti, rispetta l’ambito proprio degli altri nelle loro competenze e capacità, in modo che ogni azione torni utile alla comunità intera.
Lo slogan ripetuto di voler formare l’uomo e il cittadino, nella scuola dei preadolescenti, è stato chiarito ed attuato nello sviluppare i talenti degli studenti e dei docenti ad ogni livello. Scuola dei preadolescenti, scuola di tanti cambiamenti, tra i quali si andava realizzando il fondamentale, necessario e ineludibile passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Grandi erano i mutamenti che si registravano nell’apprendimento, mentre i programmi scolastici più volte venivano innovati dal 1964 al 1979, al 1983 ed ancora in seguito, con le necessarie ripercussioni innovative nelle valutazioni periodiche e in quelle di fine anno scolastico.
Si è avvertito e affrontato il pericolo di correre dietro alle novità, senza assicurare le competenze basilari che servono a crescere come uomini e come donne di domani. Per migliorare la partecipazione e la corresponsabilità dei genitori, nel percorso di sburocratizzazione, veniva riformato il sistema della dirigenza scolastica; veniva riconosciuta nel 1998 l’autonomia degli istituti; inoltre si creavano Istituti Scolastici Comprensivi con diversità di classi, dalla scuola Materna alle Medie.
Grazie alla presidenza, ai docenti ed ai genitori, agli studenti, questa scuola media inferiore ha migliorato i livelli di scolarità, è riuscita a creare attività opzionali ed attivare la frequenza nelle ore pomeridiane, diminuendo massicciamente le ripetenze legate all’apprendimento insufficiente, sino a farlo scomparire, come scomparivano pure gli abbandoni scolastici, e dopo un quarantennio giungevano, molto spesso, al successo 100 su 100 studenti alla licenza media.
Il nucleo propulsore della scuola dei preadolescenti aveva la sua prorompente energia nel forte vincolo che univa i coetanei in gruppo, dato che il coinvolgimento reciproco (vera novità rispetto all’infanzia) determina sempre il pieno successo dei preadolescenti.
Ma c’è l’insidia di un nemico da abbattere, il rischio del bullismo. La vittoria di questa scuola è stata sicura quando la coesione sussidiaria di ciascun studente con gli altri ha scoraggiato ogni invadenza dei bulli. Tutti vanno ringraziati per questa gloriosa vittoria.
Resta un sogno ulteriore e di qualità : diffondere ancor più l’istituzione di un istituto professionale cioè di una scuola secondaria di secondo grado. Ci sono varie possibilità di servizi delle scuole professionali, quelli per l’agricoltura; per i servizi socio sanitari; per l’enogastronomia; i servizi commerciali; le produzioni industriali ed artigianali; la manutenzione e l’assistenza tecnica.
C’è da scegliere data la possibilità molto estesa di potenziare l’occupazione che inserisce i diplomati nel mondo produttivo. Lo speriamo.