IL PENSIERO PEDAGOGICO DELLA LIBERAZIONE PERSONALE DI DON MARIO FERRACUTI
Grottazzolina (FM) ha dato i natali a Don Mario Ferracuti, classe 1930, docente di pedagogia e coordinatore di una rete di scuole. Con il cadere delle foglie nell’ultima settimana di ottobre, stagione autunnale, anche lui, è volato in cielo. Al concludersi del suo mandato di docente, nel 2007, un grande volume intitolato “ Neoumanesimo e Postmodernità” raccoglieva le esperienze dei pedagogisti e dei cultori di scienze umane, riuniti in onore del collega Mario Ferracuti.
La Voce delle Marche, nell’ottobre di quell’anno riferiva sul convegno svoltosi nella sala dei Ritratti a Fermo, presieduto dal magnifico rettore dell’Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, il quale dichiarava che l’attività scientifica e formativa, la passione intellettuale e pastorale del caro Don Mario, apprezzato per le doti umane e professionali, testimoniavano una vita spesa con entusiasmo nell’elaborazione teorica e pedagogica e nella pratica educativa che lo rendevano un ottimo esempio di ciò che sostiene “Erasmo da Rotterdam” a cui era intitolato il suo centro di studi pedagogici, allorché afferma che” il reciproco amore fra chi apprende e chi insegna è il primo e più importante gradino verso la conoscenza”.
Si è dedicato agli aspetti umanitari e sociali per un vivere quotidiano dignitoso. Suo zio, il prof. Vincenzo Monaldi, Ministro della sanità, il primo nella storia italiana, era parimenti un ricercatore tutto cuore e studio. Il nipote è stato un pedagogo per indole, con i modi di propulsione dialogica nell’incontro con i giovani per elevarli agli impegni di solidarietà in modo da svolgere un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società. L’esempio di Don Mario ha manifestato alle persone come cercare il pieno sviluppo personale nella partecipazione effettiva all’organizzazione della vita culturale.
La prof. Teresa Mircoli ispettrice del ministero della Pubblica Istruzione, nel convegno del 2007, parlava del nostro docente come uomo e pedagogista che non si è lasciato distrarre scioccamente dalle cose che non contano, ma si è abbandonato interamente al godimento puro della realtà umana e sovrumana, del Bello, nella virulenza di tutta la Sua dolcezza, di tutta la Sua armonia, di tutta la Sua poesia, di tutto il Suo splendore. Egli ha riscoperto nella dignità delle persone la pienezza del senso di Dio e dell’uomo, ha evocato l’impegno che supera la fragilità delle situazioni, ha sollecitato l’afflato di una convivialità relazionale autentica tale da dare serenità e pace con il gusto del sapere, dello scoprire le ragioni che danno il significato totale al vero e al bello.
Laureato in Pedagogia, ricercatore all’università de L’Aquila, associato all’università di Macerata, ordinario di pedagogia all’università della Basilicata, è stato chiamato all’Università cattolica di Milano per le scienze dell’educazione nella sede di Piacenza. Docente all’Istituto di scienze religiose e all’Istituto teologico marchigiano, con il Centro culturale Erasmiano, dal 2002, ha tenuto vivi i contatti di ricerca pedagogica tra le Marche, la Basilicata ed alcune altre città d’Italia. A Padova è stato commissario esaminatore peri futuri docenti. Nel 2005-2006 è stato Presidente per il concorso a Dirigente scolastico per la Regione Marche. Portava avanti gli impegni pastorali della diocesi di Fermo riguardanti le problematiche giovanili, mentre ne chiariva la portata in molti saggi editi in Firmana, periodico dello stesso Istituto teologico con sede a Fermo.
Fondatore e direttore scientifico del periodico “ Il Nodo: Scuole in rete “ si domandava come porsi di fronte alla postmodernità. Rispondeva: “ Direi che l’atteggiamento fondamentale dovrebbe essere ispirato all’umiltà e alla mitezza” (Il Nodo, n. 33). Ha condiviso con varie migliaia di euro gli aiuti con gli orfani della guerra in Burundi, ricordando suo nipote Roberto Ferracuti, il primo laureato a Piacenza in Scienze dell’Educazione, precocemente scomparso per un incidente stradale.
Seguiva con attenzione e fervore le innovazioni scolastiche come i decreti delegati che introducevano gli organi collegiali elettivi nelle scuole per i rappresentanti dei genitori, degli alunni e degli docenti nel Consiglio d’istituto. Egli interpretava le istanze della scuola unendole a quelle della società e della didattica e le spiegava pubblicando nel 1976 un volume. Seguitava l’argomento della partecipazione democratica con altro volume edito a Roma nel 1977 affrontando anche il problema delle bocciature, cioè la valutazione dell’apprendimento di cui trattò in un ulteriore libro.
Nella rivista “I problemi della pedagogia” (1988) faceva riscoprire il percorso dell’esplorazione, tipico dello scoutismo, per superare i metodi delle idee ripetitive. Nella stessa rivista affrontava l’avvincente tema della riforma nella riforma in particolare per la scuola elementare (1989). Allora Grottazzolina diveniva cittadella pedagogica per le scienze della formazione, con i convegni che iniziavano a raccogliere le esperienze di varie parti d’Italia. Un problema che sempre ha travagliato la politica è quello del legame tra la scuola e il lavoro e Don Mario curava nel 1984 una raccolta di interventi fatti da vari gli studiosi competenti, precisando il senso e il valore della scuola dell’obbligo: scuola finalizzata ad educare e aiutare gli studenti nella autoformazione.
“ Dalla maestra del villaggio al Maestro Europeo” è stato il convegno dell’unione dei ricordi personali con l’aggiornamento per una nuova Paideia, aggiornamento per una scuola di qualità. La ricerca della qualità più che della quantità delle cognizioni era lo stimolo e l’occasione di tanti dialoghi di personali, di telefonate, e incoraggiamento a quegli studenti che subito dopo terminata la sua lezione si raggruppavano attorno a lui per domandare ancora.
Tra il neoumanesimo e la postmodernità ha collocato la sfida antropologica del secolo. Ha disvelato una scintilla divina nella stessa postmodernità per cui ha scritto che la persona di oggi riparte dall’elemento ontologicamente costitutivo della sua personalità: la scintilla divina di cui parla Plotino. L’umanesimo rappresenta la prima religione dell’uomo e per l’uomo chiamato a trascendere se stesso dal “Fiat creativo sino a raggiungere l’Infinito della sua umanità.
Dall’umanesimo della libertà nasce ogni atto di dignità. Don Bosco è il maestro dell’educazione in libertà. Dall’eros alla caritas, si crea un ponte educativo sul “grande futuro”, con la metodologia pedagogica del “per-dono”. La cittadinanza nazionale ed europea è nella “città interiore”. Nel dipartimento delle Scienze dell’educazione e della formazione all’Università di Macerata, assieme con i colleghi elaborava una riflessione sistematica “Per una pedagogia transculturale”.
Ciascuno di noi è capace di autodeterminazione, di responsabilità nell’essere e nel divenire per gli altri e per sé. Nuovi orizzonti sono aperti dalla fede nell’uomo e nel suo creatore. Con gli scritti e con l’attività don Maria ha testimoniato l’attenzione costante alla persona umana., di cui segue le istanze vive, esistenziali. La ricerca è proiettata a capire la realtà totale di ogni creatura umana che il creatore sospinge ad elevarsi compartecipandogli i suoi lumi, in ogni circostanza, oltre i limiti delle quotidianità, talora avvilenti.
La liberazione dell’individuo nasce da un radicamento valoriale profondo che fa reinventare ogni volta se stesso
Pubblicazioni di Ferracuti Mario (Grottazzolina 1932- Ancona 2014)
Scuola Società Didattica. Istanze dei decreti delegati. Fermo 1976
Partecipazione democratica e organi collegiali. Roma 1977
Apprendimento e valutazione. Roma 1979
Scuola e Lavoro (a cura di). Fermo 1984
Scuola dell’obbligo (a cura di).Roma 1984
Dalla Maestra del villaggio al Maestro Europeo (a cura di). Teramo 1990
Per un’Europa dell’educazione (a cura di). Padova 1991
Aggiornamento per una nuova Paideia (a cura di). Venosa 1996
Aggiornamento per un nuova scuola di qualità (a cura di). Venosa 1997
Pedagogia per educare. Padova 1998
Amarcord pedagogico. Incontri e frammenti. Padova 2002
Art. Lo scoutismo: una pedagogia della “Esplorazione” una metodologia della Route. In “Problemi di pedagogia” a.XXIII, n° 3 maggio giugno 1998 pp. 231-239
Art. Scuola elementare una riforma nella riforma. In “Problemi di pedagogia” a. XXXVII n° 3 luglio ottobre 1991 pp. 447-484
Art. Oltre “woods hole”. Per una pedagogia idio-centrica.in “Firmana” n°2 a. 1993 pp. 60-74
Art. Una gerarchia per perdono? In “Interpretazione e Perdono” (a c. G. Galli) Genova 1992
Art. Valutazione dell’Università. In “Pedagogia e vita” n° 5 a. 1994 Brescia
Art. Post-modernità e pedagogia. In “Pedagogia e vita” n° 6 a. 1995 Brescia
Art. Nuove frontiere pedagogiche e post-modernità; in Firmana” nn° 9-10 a. 1995 pp. 55-76
Art. Valori dell’infanzia o infanzia come valore. In “Firmana” nn° 12-13 a. 1996 pp. 295-301
Art. Paideia e qualità della cultura nell’era del ‘cyberspazio’. In “Firmana” n° 14 a. 1997 pp. 105-132
Art. Amos Comenius. In “Atti del convegno internazionale Quodlibet” a. 1998
Art. Aretè pedagogica dall’eros alla caritas. In “Firmana” nn° 19-20 a. 1999 pp. 259-267
Art. Un ponte educativo sul grande futuro. In “Firmana” nn° 22-23 a. 2000 pp. 161-165
Art. Giovanni Bosco: educazione in libertà. In “Firmana” nn° 28-29 a. 2002 pp. 87-99
Art. Metodologia pedagogica del per-dono. In “Firmana nn° 32-33 a. 2003 pp. 167-171
Art. La ‘citta interiore’ di Platone per una nuova cittadinanza nazionale ed europea. In “Firmana” n. 32 a. 2003 pp. 39-42
Art. Art in “ IL NODO. SCUOLE IN RETE” in qualità di fondatore e direttore scientifico: Articoli nei numeri 11, 12, 13, 14 anno 2000
Art. Ivi anno 2001 nel n° 16
Art. Ivi anno 2003 nel n° 23
Art. Ivi anno 2004 nel n° 24
Articoli ivi negli anni successivi nei numeri 25; 27; 31; 32; 33
in progetti, sogni, avventure, nell’eterna giovinezza personale delle capacità intellettive, volitive, emotive, etiche. E’ la strategia che supera i pericoli della rassegnazione o degli approdi nichilistici, con l’esplorare la verità tutta intera del senso della vita, in cui brillano nello splendore perenne le alte ragioni della persona umana.