MONTEGIBERTO storia scritta da Giuseppe Santarelli. Documenti anno 1450 tradotti

DOCUMENTI EDITI DA G. SANTARELLI SU MONTE GIBERTO

Tradotti da Carlo Tomassini da “Monte Giberto: origini e primo sviluppo”: Inventario pp.99-100 – doc. I. Anno 1450 febbr. 5

Nel nome di Dio. Amen. Nell’anno del Signore 1450, indizione XIII, al tempo del santo padre Niccolò V papa per divina Provvidenza, giorno 5 febbraio. Inventario di tutti i singoli beni stabili, ad opera di don Matteo Massucci di Fermo rettore della chiesa di S. Pietro di Fano, nel territorio del Castellare, inventario anche del decimario di questa chiesa sotto la giurisdizione di Santa Maria Mater Domini <di Ponzano>.

– Ha una possessione nel territorio del Castellare nel vico S. Pietro, a confine con la terra della pieve <S. Maria Mater Domini> da un lato e i beni di Giovanni Ferri Amici e altri.

– Ivi, nello stesso vico, altra possessione a confine con le terre di Iacobo di Giorgio; da capo la via comunale e altri.

– Altra possessione ivi, nel vico Sant’Andrea a confine con le terre di Ciccarello di Antonio; da capo la via e altri.

– Altra possessione ivi, nello stesso vico, a confine con le terre di Ciccarello di Antonio da due lati, la via comunale e altri.

– Appezzamento terriero, ivi, nel vico S. Pietro, presso le terre di Luca di Puccio, la via comunale e altri.

La decimazione: inizia dalla contrada detta Collina, va verso contrada Pila e va verso la contrada Lupa Porcaro con la possessione terriera di Iacobo di Giorgio e seguita verso Passo del Castellare e percorre la strada del fiume Ete e di Torchiaro e prosegue nelle terre degli eredi di Armilio e da capo una parte del terreno di Paganello, poi va verso il fiume Ete e infine in direzione delle Bore di Fiano e verso il rivo di Montottone e da capo la valle o possessione dei predetti eredi di Armilio.

Al rettore di questa chiesa di S. Pietro, don Bartolomeo Massucci da Fermo sono stati assegnati i predetti beni per mezzo del nobile signor venerabile canonico fermano don Giovanni Bonanni da Moresco.

Io notaio pubblico d’autorità apostolica, Giovanni di Antonio da Monte Urano, ho scritto nel castello di Ponzano nella casa della pievania, Santa Maria Madre del Signore, a confine da un lato il palazzo comunale ponzanese, dall’altro lato la casa di Gervasio Nardi, davanti alla strada pubblica e altri. Erano presenti come testimoni Gervasio Nardi, Antonio chiamato Castellano e don Bartolomeo Palmieri; ho fatto il rogito pubblico, ed ho apposto il mio sigillo d’uso.

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(Ivi) Inventario pp. 101-102 –  doc. II. anno 1450 febbraio 6

Nel nome di Dio. Amen. Nell’anno del Signore 1450, indizione XIII, al tempo del santo padre Niccolò V papa per divina Provvidenza, giorno 6 febbraio. Inventario dei beni mobili e stabili dell’altare di San Giberto posto nella chiesa di San Giovanni del castello di Monte Giberto, nella presa di possesso di don Tommaso Cisco gibertense, rettore di questo altare.

-Anzitutto ebbe un paio di pianete di lino; un calice d’argento dorato, un piccolo breviario in pergamena, tre tovaglie, con le frange, sull’altare.

-Due abitazioni in questo castello a confine con i beni del giudice Matteo di Giovanni da un lato, la via comunale e altri.

-Ivi un orto nel territorio di questo castello presso le terre di Ranaldo da un lato, le vie comunali e altri.

-Ivi una possessione lavorativa nella contrada Campodonico, a confine da un lato, con le terre di don Matteo di Cola, la via comunale dall’altro lato e altri.

-Ivi altra possessione lavorativa nella stessa contrada da un lato presso le terre del giudice Pietro di Giovanni, e i beni di Marino di Cola e altri.

-Ivi altra possessione a confine da un lato con le terre di Domenico di Bartomuccio, la via comunale dall’altro, e altri

-Ivi altra possessione lavorativa a confine da un lato con le terre degli eredi di Puccio di Vagnozzo, la via comunale dall’altro, e altri

-Ivi altra possessione in parte lavorativa e in parte a bosco nella contrada Santa Lucia, presso le terre degli eredi di Patrasio da un lato e quelli di Antonio di Giovanni Vanucci dall’altro, e altri

-Ivi altra possessione lavorativa a confine con le terre dei Domenico di Masso, la via comunale e altri.

-Ivi altra possessione sodiva a confine con le terre di Andrea di Toma da un lato e la via comunale da piedi e altri.

Atto scritto nel castello di Magliano nella chiesa San Gregorio a confine da un lato presso la via comunale, e dall’altro lato l’abitazione di questa chiesa di San Gregorio e altri, alla presenza dei testimoni richiesti Cicco di Domenico; Domenico da Ripa e Pasquale di Giovanni. Io, pubblico notaio d’autorità imperiale Matteo Marini da Montottone, presente ad ogni cosa scritta nel presente inventario ho redatto questo pubblico rogito e vi ho apposto il mio sigillo d’uso.

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(Ivi)  Inventario pp.102-103 – doc. III. anno 1450 marzo 1

Nel nome di Dio. Amen. Nell’anno cristiano 1450 marzo 1, indizione XIII, a tempo del santo padre Niccolò V, papa. Don Andrea da Collina, illustre dottore, venerabile, si attiene alla redazione dell’inventario di tutti i beni stabili della chiesa di San Michele sita in territorio di Monte Giberto, senza avere cura d’anime.

-La predetta Chiesa ha anzitutto un appezzamento terriero in contrada San Michele presso questa chiesa e il vico stesso, la via pubblica dall’altro lato, e altri

-Ivi altro appezzamento a confine da un lato con i beni di Iacobo di Coluccio e dall’altro lato i beni di Antonio di Pasquale, e altri

-Ivi altro appezzamento a confine con i beni di ser Antonio di Pasquale da un lato e dall’altro lato Antonio di ser Menicuccio, e altri

-Ivi altro appezzamento sodivo a confine con i beni di Carassai da un lato e dall’altro lato i beni del Comune del castello di Moregnano ed a piedi la via comunale, e altri

-Ivi altro appezzamento a confine con i beni di Andreuccio di Bertino da un lato e dal capo la via, e altri

-Altro appezzamento nello stesso vico, in contrada la Rota, a confine con i beni di ser Antonio di Pasquale da un lato e dall’altro lato i beni dell’altare Santa Lucia, da piedi la strada, e altri

-Ivi un appezzamento a confine con i beni di Vanne di Matteo da un lato e dall’altro i beni della signora Morbida di ser Paluccio, da piedi la via, e altri

Atto scritto nel castello di Monte Giberto, nella pubblica strada, di fronte a confine con una casa da un lato e dall’altro lato la casa di Vico di Puccio e altri, alla presenza dei testimoni richiesti Blasio di Giovanni, Antonio di Ciccarello e Domenico di Giovanni Giovanetti del castello di Torchiaro. Io, notaio pubblico di autorità imperiale, Antonio d’Cristoforo del castello di Monte Giberto, del contado della città di Fermo, stando presente ho scritto con atto pubblico e ho apposto il mio sigillo d’uso.

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(Ivi) Inventario pp. 103-105 – documento IV senza data <1450 circa>

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. L’onorevole don Marino di Cola, rettore delle due chiese, di San Giovanni di Casale nel castello di Monte Giberto e di Santa Margherita presso questo castello, adempie al dovere di redigere l’inventario dei beni mobili e stabili di queste due chiese.

Eccone la dichiarazione: sono tutti i beni in territorio di Monte Giberto.

-Anzitutto due campane grandi ed una campanella, un calice d’argento dorato, un messale, un antifonario, un messaletto, un antifonario dei defunti, un breviario, due paia di vesti liturgiche, una pianeta di drappo, quattro mantili per coprire l’altare; quattro tovaglie di seta, sei tovaglie di bambagia, un panno dipinto con l’immagine di San Giovanni, una croce d’ottone, altra croce di legno, un cofanetto per il Corpo di Cristo sopra l’altare; due recipienti “vegeti” da vino; due casse rigate, un “lebete”, una catena di ferro inargentata; una coperta e un capezzale di piuma, una base di colonna nella chiesa, un bussolotto da scrigno, un tavolo da mensa, un panno dipinto con la figura di Santa Maria della Misericordia e del santissimo Redentore, un recipiente dorato e un cofano per mettervi paramenti, un documento dell’unione delle chiese di Santa Margherita e della chiesa di Martino di Lauriano con la chiesa di San Giovanni di Casale.

-Tra i beni stabili anzitutto una casa presso la chiesa e pure un’altra casa presso questa chiesa.

-Una possessione terriera nella contrada San Giovanni presso la strada da due lati e i beni della Chiesa San Giovanni e altri.

-Ivi appezzamento terriero presso i beni di Nuccio e le vie comunali da campo e da piedi e altri.

-Altro appezzamento in contrada Lu Rivo presso i beni di Amico di Giovanni, la via comunale ai due lati e altri.

-Ivi altro appezzamento a confine da capo con la via comunale, da piedi e da un lato anche i beni di Sant’Andrea e altro.

-Altro appezzamento in contrada Fonte dalla Chiesa, da un lato da campo la via comunale e i beni dell’altare dall’altro lato.

-Ivi altro appezzamento a confine con i beni di Pietro di Cisco; da piedi il Rivo e altri.

-Altro appezzamento in contrada Lu Colle Stranu a confine da un lato con i beni di Nero di ser Aversutio, la via comunale e altri.

-Ivi altro appezzamento a confine con la via comunale da capo e da piedi, inoltre con i beni dell’altare Sant’Antonio e altri.

-Altro appezzamento in contrada Le Ripe a confine con i beni di Pietro di Giovanni da piedi e il Rivo e altri.

-Altro appezzamento in contrada Lu Furame, a confine con i beni di Giovanni di Luca e altri.

-Altro appezzamento in contrada Cannapile presso i beni di Bartolomeo e altri.

-Altro appezzamento con bosco in contrada La Moglia di Ceresa a confine con i beni di Santa Lucia e altri.

-Altro appezzamento in contrada Le Ripe a confine con i beni del signor Vincenzo e i beni di Andrea di Coluccio e altri.

-Un orto presso la Porta da Bora del castello gibertense.

-Altro a confine degli eredi di don Vico di Antonio da capo e i beni di Bartolomeo di Simonetto e altro.

-Un appezzamento di terra con orto a Porta da Sole del castello gibertense, presso i beni degli eredi di Giovanni di Menicuccio dai due lati di questa Porta.

-Appezzamento in contrada Santa Margherita presso i beni degli eredi di Massuccio, le vie comunali e altro.

-Altro appezzamento con vigna in contrada Pescare, a confine con i beni dell’altare di Sant’Antonio e i beni di Puccio di Giovanni e da piedi la via comunale.

Atto scritto nel castello di Monte Giberto, nella casa della stessa chiesa di San Giovanni sopra la Porta e la contrada da Sole, da un lato a confine con lo stesso don Marino, alla presenza di don Bartolomeo di Antonio; Marino di Nicola; Antonio di Soluccio e Pietro di Giovanni di questo castello di Monte Giberto. Io notaio pubblico e di autorità imperiale, Angelo di Pocuccio del castello di Monte Vidon Combatte comitato di Fermo, fui presente alla redazione di questo Inventario che ho scritto e ho fatto pubblico rogito e vi ho segnato il mio sigillo di uso.

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(Ivi) Inventario pp. 105-107 – documento IV senza data <1450 circa>

Nel nome di Dio. L’onorato signor don Antonio di Cola di Altidona, nel contado di Fermo, rettore della chiesa di san Nicola e dell’altare di santa Lucia ivi esistente, nel castello di Monte Giberto, chiesa sottomessa alla pieve di santa Maria Madre del Signore, per dovere ha provveduto a fare il presente inventario di tutte le cose mobili ed immobili della chiesa e dell’altare predetti.

-Anzitutto tra i beni mobili disse di avere due campane pendenti sopra al tetto ed un “serviziale” pendente in “biscanto”; una piccola campana da trasportarsi, un messale coperto in cartapecora, due paia di paramenti di lino, una croce d’argento dorato, una croce d’ottone del Signore da pace, due casse di legno di noce, una pianeta color verde di seta, una paliotto oro da porre davanti all’altare, una coperta di piume con capezzale, un “vegete” da tener vino ed altro per aceto, un piccolo oggetto di pietra “lapiteo”.

-Una casa che sta nel castello di Monte Giberto, presso la casa di Tommaso di Giovanni di Cataluccia e altri confini.

-Un appezzamento terriero in territorio del castello di Monte Giberto, in parte lavorativo, in parte con vigna, a confine da piedi con i beni di Mite di Berto ed ai due lati le strade pubbliche e altri.

-Un appezzamento terriero, ivi, in contrada Monte Berardo, da un lato presso i beni di Andrea di Coluccio, dall’altro lato e da piedi le strade pubbliche e altri.

-Altro appezzamento ivi in contrada Valle de Becco, a confine da un lato con i beni di Andrea di Coluccio, dall’altro lato dell’altare di sant’Antonio, e altri.

I beni elencati sopra sono della chiesa di san Nicola; quelli che seguono sono dell’altare di santa Lucia.

-In detto territorio un appezzamento in contrada Le Ripe, presso i beni della chiesa di san Nicola e da tre lati le strade pubbliche  e altri.

-Ivi una possessione in contrada Aiano, presso i beni di Tommaso di Giovanni da un lato e dall’altro lato i beni delle chiesa di santa Lucia e altri.

-Un appezzamento di terra con bosco in contrada Colle Colico, da un lato presso i beni di Antonio di Amelia e dall’altro lato gli eredi di Antonio di Giso di Marco e altri.

-Un appezzamento in territorio del castello di Grottazzolina in contrada Leta (=Ete) da un lato presso i beni di Antonio di Giovanni, dall’altro lato i beni di Antonio di Giovanni da Collina e altri.

-In questo territorio un appezzamento in contrada Lu Rigo, da un lato presso i beni di Antonio di Giovanni, dall’altro lato di Pietro di Giso e altri.

-Ivi, altro appezzamento in contrada Lacqua d’Adani, da un lato presso i beni del già detto Giovanni di Cataluccia, dall’altro lato di Tommaso di Giovanni di Cataluccia e altri.

-Ivi, una possessione in contrada Ceppito, da un lato presso i beni di Mite di Berto, dall’altro lato di Domenico di Giovanni Giudice e le strade pubbliche e altri.

Atto scritto nel castello di Monte Giberto, nella chiesa di san Nicola, presso il muro del comune e le strade comunali, alla presenza di don Giovanni di Luca del castello episcopale di Montottone, don Marino di Cola da Monte Giberto, Paganello di Benedetto di Grottazzolina nel contado di Fermo. Io, notaio pubblico di autorità imperiale, don Antonio di Coluccio da Montottone, fui presente alla confezione del presente inventario, e su richiesta l’ho scritto e pubblicato e vi ho apposto il mio sigillo d’uso.

Nota che il documento di storia con inventario ivi dal pag. 107 a p. 123 è scritto nella lingua italiana dell’epoca, anno 1770 circa.

Fageto (da piante di faggio) castello in Regesto di Farfa V, pp. 287-288.

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