Attribuzione ad un pittore di un’opera d’arte sacra. Studio di LIBERATI GERMANO
La sede del museo diocesano di Fermo si è arricchita di un grande polittico che viene variamente attribuito, recentemente a Giuliano da Fano detto Presutti. Si tratta di un’opera grandiosa costituita da cinque comparti, con otto tavole, una predella e cinque cuspidi, organizzata in una splendida cornice intagliata e dorata di grandi dimensioni: cm 325×280.
È un’opera sconosciuta ai più, ma studiata dagli esperti che proprio per la sua originalità e difficoltà di classificazione, hanno di volta in volta proposto varie attribuzioni. Vi si vedono stilemi del primo Rinascimento dell’Italia centrale e si è concordi datarla ai primi decenni del Cinquecento. Essa proviene dalla chiesa di S. Francesco di Monte S. Pietrangeli ed è stata trasferita in deposito temporaneo al museo, su richiesta dell’amministrazione comunale, in attesa che nella suddetta chiesa si potesse procedere ad una adeguata tutela. Il polittico ha trovato collocazione adeguata ed eminente nella prima sala della quadreria, insieme ad opere omogenee per tecnica (dipinti su tavola) e idealmente completa uno spaccato artistico del periodo che va dal tardo come gotico al primo Rinascimento in un processo storico artistico che con i Crivelli, i Marino Angeli e altri già presenti, ripercorre un segmento importante delle cultura figurativa nella nostra terra.
Quanto poi al contenuto iconografico, una lettura attenta delle varie tavole ci aiuta ad una ricollocazione teologica e devozionale precisa, connotata da una chiara matrice francescana. Al centro, infatti, sono poste due tavole che richiamano il mistero della redenzione: Madonna col Bambino e Cristo deposto dalla croce, completato dalla cuspide centrale con l’Eterno e dalla predella con Cristo risorto e i 12 apostoli. Ai lati, i santi che di volta in volta sono stati oggetto di venerazione nelle nostre terre: anzitutto i santi Francescani: San Francesco, Sant’Antonio da Padova, San Bernardino. Inoltre i santi a cui chiese e cappelle, per una diffusa devozione, sono state le dedicate nella nostra arcidiocesi: San Pietro, i diaconi Santo Stefano e San Lorenzo, Santa Caterina d’Alessandria, San Biagio. Infine non poteva mancare San Sebastiano, uno dei protettori invocati nelle pestilenze. Si tratta di un’opera, assolutamente da vedere e contemplare, tanto più che la temporanea sua presenza in museo ne favorisce l’approccio, prima di tornare al sito naturale, per la verità un po’ decentrato.