SILVESTRO BAGLIONI, FISIOLOGO UMANISTA Relazione di Giampaolo BAGLIONI
Consentitemi di iniziare questo intervento con l’espressione dei più sentiti ringraziamenti che i familiari di Silvestro Baglioni attraverso me rivolgono al prof. Mario Santoro, reggente dello Studio Firmano, promotore della riunione, intesa non solo a celebrare il grande contributo alla medicina ed alla fisiologia dato dal nostro avo, che mi consente di ricordare i tratti permanenti e quindi sempre attuali della Sua persona, che si sono compiutamente espressi nell’insegnamento.
Egli fu di semplice famiglia di Belmonte Piceno, a cui rimase sempre legato, è stato precocemente un brillante studente a cui le doti naturali, tenacemente coltivate, hanno consentito di primeggiare, sia qui dove ha frequentato il liceo, che nell’ateneo di Roma dove si mantenne anche vincendo le borse di studio del Sodalizio Piceno che era destinato a presiedere, ed avanti e dopo la laurea nella dotta Germania dei primi anni del secolo. Nelle scienze medico-biologiche dimostrò originalità di intuizioni ed abilità tecnico inventive che lo condussero ancora molto giovane a scoperte fisiologiche importanti sul sistema nervoso e respiratorio. Ebbe così modo di percorrere velocemente ed a lungo la carriera universitaria, che consacrò le sue grandi capacità didattiche. Seppe indirizzare ed esaltare le attitudini dei suoi allievi, molti dei quali giunsero alla cattedra, è soprattutto ricordato come maestro di generazioni di medici laureati a Roma fino al 1950. Univa la lucidità di esposizione e la facilità di comunicazione, a voce e per iscritto, con una profonda e poliedrica cultura, manifestata dall’interesse per l’arte, la musica è la storia, specie della medicina, per le biografie di naturalisti, artisti e personaggi variamente conosciuti delle Marche; ha dato qualificata espressione di queste passioni tramite partecipazione e presidenza di diverse sedi accademiche ed istituzionali.
Il pensiero di Silvestro Baglioni è stato improntato dall’umanesimo, inteso come somma di attività pratiche, conoscitive ed espressive; il cui esercizio conduce alla comprensione ed al potenziale dominio dell’universo in tutta la sua grandezza. L’uomo si propone quale misura di ogni cosa nel proprio mondo; la capacità di osservazione nella scienza, di riflessione nella filosofia e di creazione nell’arte ci pone nel più elevato rapporto con la natura.
La scienza in particolare permette di interpretare ogni aspetto dell’ordine delle cose, affrancandoci dai limiti costituiti dall’abbrutimento della pura sussistenza e dalla confusione dell’ignoranza. Tuttavia Silvestro Baglioni mai disprezza lo spirito popolare come si esprime nella semplice saggezza e si ritrova nella tradizione artistica, specie figurativa e poetica; al contrario appassionatamente ne descrive i valori originali ed appunto la capacità di elevarsi con l’abilità produttiva e la vivacità intellettuale tipica delle popolazioni agricole ed artigiane, da cui fioriscono quasi naturalmente artisti, scienziati, medici.
Per fare solo alcuni esempi seppe rappresentare e valorizzare scientificamente le abitudini alimentari nostrane, a partire dall’allattamento al seno materno, esaltando le qualità del pane e dei cereali, dell’olio d’oliva, dell’uva; come pure gli piacque far conoscere le tecniche mediche introdotte dagli antichi, non per localistiche rivendicazioni di priorità, ma per dimostrare la profondità delle radici spirituali e creative degli italici.
Egli fu insieme patriota, partecipando da ufficiale medico superiore alla prima guerra mondiale, dedicando i suoi studi all’alimentazione dei soldati ed alla fisiologia degli aviatori, e spirito europeo, con una predilezione per la cultura e la lingua tedesca, in cui scrisse parte delle opere scientifiche; ancora negli ultimi suoi anni rimpiangeva il mondo operoso ed incorrotto di Jena e Gottinga che nel pacifico inizio del secolo ospitavano ricercatori universitari di tutti i paesi.
Nell’arco della sua vita si incontrò con le crisi che hanno segnato la storia d’Italia e d’Europa; è partito dalla società fine ottocento, provinciale eppure connessa qui all’università e al classicismo di Roma; ha preso parte al primo grande conflitto; ha tardivamente aderito alle soluzioni totalitarie che ne derivarono; ha subito le vicende della seconda guerra mondiale, passata pure per le sue contrade, dalle quali infine ha intravisto il grande contraddittorio sviluppo, in un secolo tributario della tecnica ed animato da spinte sociali e cosmopolite di progresso.
La visione del mondo di Silvestro Baglioni traspare da tanti dei suoi scritti e ha forma matura nel discorso introduttivo “L’unità del pensiero scientifico, artistico e morale”, tenuto all’Accademia d’Italia il 22 novembre 1942. Le successive circostanze hanno nuociuto alla fortuna di questa piccola e concettuosa opera, che se riecheggia l’epoca in cui fu concepita, ritengo tuttavia meritevole di essere qui ripresentata per rendere dovuto omaggio allo scienziato e maestro umanista. La mente dell’uomo incontra e tenta di impostare e risolvere problemi in ambiti apparentemente lontani (scienze, arti, morale) che possono venir compresi e lumeggiati unitariamente, secondo le modalità complesse ed integrate con cui opera il pensiero.
Nel campo fisico-naturale strumenti per giungere alla conoscenza dei fenomeni quasi innumerevoli del cosmo in cui ci troviamo, di cui dobbiamo affrontare i vincoli per sopravvivere, sono i sensi.
Essi sono costruiti per percepire come sensazioni le forme di energia che agiscono in natura; sui dati della conoscenza la mente opera analiticamente e sperimentalmente, li elabora e riordina sinteticamente, giungendo a formulare leggi essenziali che interpretano l’armonico svolgersi dei fenomeni cosmici.
Il senso della vista offre la dimostrazione che è questo il metodo del pensiero scientifico, nei campi della fisica, della fisiologia e della morfologia; l’occhio coglie gli stimoli della luce, che è parte delle energie raggianti (elettrica, magnetica, calorica ecc.), ci dà nozioni della forma spaziale e, integrato con altre reazioni sensitive, dei caratteri corporei, definisce oggetti ed avvenimenti del mondo esteriore. L’elaborazione delle sensazioni secondo le leggi logiche del pensiero raggiungerà i due concetti sintetici di luogo nello spazio e di momento nel tempo che ordinano tutti i fenomeni naturali.
L’aumentata acuità visiva, raggiunta sviluppando le invenzioni di Galileo, ha consentito l’esplorazione degli astri e lo studio delle strutture cellulari; altri strumenti scientifici, non esistenti al tempo di Silvestro Baglioni ma da lui previsti, ci permettono di penetrare sempre più profondamente nella conoscenza dei corpi.
L’osservazione e lo studio del mondo dei viventi, cui l’uomo appartiene, compiuto con i metodi del pensiero analitico e sintetico, costituisce il campo delle scienze biologiche naturali, nel quale gli organismi vengono considerati come sistemi autonomi.
Infatti i viventi agendo e reagendo sul mondo esterno, utilizzando le materie chimiche per alimentarsi e mantenere la propria struttura, adottando difese verso fattori fisici e biologici avversi, seguono la legge fondamentale della conservazione di se stessi e della propria specie. Il fine ultimo dei viventi non si limita quindi alla durata dell’esistenza individuale, ma tende alla perenne conservazione nei figli mediante i meccanismi genetici.
La vita ci rileva però anche il mondo interno psichico, che è quello delle gioie e dolori, della volontà, delle passioni e delle aspirazioni. I sentimenti, che in questo mondo spirituale rappresentano i dati soggettivi, vengono indagati dal pensiero mediante l’introspezione ed ordinati sinteticamente secondo leggi psicologiche.
Gli elementi psichici, pure i più complessi, sono interdipendenti dai fatti biologici, ancorché non meccanicamente commensurabili. Il mondo reale esterno il mondo reale interno si integrano, in modo che alle leggi fondamentali di conservazione del nostro organismo sono correlate, ad esempio, sia le espressioni corporee dell’appetito e della sazietà che le categorie spirituali del piacere della sofferenza. Le forze biologiche che mirano alla conservazione della specie hanno il corrispettivo nei sentimenti dell’amore, nel senso della famiglia e della patria.
Il principio unitario che si constata nell’attività sintetica del pensiero, che tende a ricomporre in un unico edificio della vita gli elementi raccolti dall’analisi dei fatti oggettivi e soggettivi, secondo le leggi biopsicologiche che li regolano armonicamente, si verifica parimenti nel pensiero artistico.
La potenzialità creativa dello spirito equivale al dominio dei dati elementari espressi dalle percezioni e sensazioni, dagli stimoli affettivi e dai sentimenti che suscitano così da costruire un’opera sintetica del pensiero nell’ambito delle leggi estetiche.
Nelle arti figurative, pittura, scultura, architettura, è la sottile e laboriosa conquista della rappresentazione visiva di oggetti inanimati o viventi, quali lo spettacolo solenne della natura, il volto od il corpo pervasi da gioia o da dolore, ad evocare nella sfera affettiva profondi sentimenti, fissando permanentemente nella sintesi creativa un felice momento di grazia.
L’opera è perfetta quando meglio esprime il particolare stato emotivo dell’artista, senza che traspaiono lo sforzo analitico ed il travaglio dell’autore, nel caso dei geni come se avvenisse per rivelazione immediata.
Nell’arte dei suoni l’attività analitiche sintetica del pensiero si volge nell’ambito dell’udito. Il materiale fisico il fisiologico è quello che forma oggetto dell’acustica; il musicista senza averle studiate presuppone l’esistenza delle leggi sonore meccaniche (onde e vibrazioni) e delle leggi fisiologiche di udito è voce (privilegiate dalla produzione scientifica di Silvestro Baglioni), nonché delle leggi dell’estetica musicale. Quest’arte ha la qualità di evocare in animi sensibili, come fu Silvestro Baglioni, i più intimi sentimenti perché oltre alle sensazioni uditive desta efficaci reazioni ritmiche, ad esempio nella danza.
Afferma testualmente il Nostro: “il pensiero artistico in quanto opera su materiale attinto dal mondo esteriore per esprimere e destare sentimenti del mondo interiore, materializza lo spirito, mentre spiritualizza la materia”.
Nel campo delle scienze morali l’attività del pensiero si attua in modo affine, proponendosi la definizione di leggi etiche. E’ l’individuo oggetto di analisi nei suoi comportamenti elementari e nei rapporti con altri uomini nella famiglia e nella società, presupposto all’esplicazione dei suoi bisogni e le aspirazioni, alla tutela della sua integrità di essere attivo e pensante. Dallo studio di questi rapporti sociali ed economici, si perviene alla formulazione sintetica dei concetti etici e giuridici.
Un ulteriore aspetto che secondo Silvestro Baglioni rivela l’unità del pensiero è il linguaggio. Le parole sono capaci di esprimere avvenimenti e concetti per ogni forma del pensiero, sia nel campo dei fenomeni fisici-naturali che ne domini artistici e morali.
Il pensiero letterario, pure nei suoi diversi aspetti, opera nel medesimo modo, partendo dalla conoscenza analitica di elementi semeiologici, sintattici e lessicali, per utilizzarli integrati nell’ambito formale delle scienze del linguaggio. Esso è però un complesso di attività che si estende come le altre modalità di pensiero tanto nel mondo esterno come nell’interno. Nella forma del linguaggio parlato può assumere gli aspetti dell’arte, servendosi della voce parlata, declamata, cantata, seguendo le leggi naturali della fonazione, per esprimere secondo le leggi estetiche i sentimenti della vita spirituale.
Ma il linguaggio, anche muto, ha aspetti ancora più universali, in quanto forma il tessuto e la compagine di ogni pensiero analitico e sintetico delle scienze oggettive e soggettive.
Le parole rivelano non solo la sostanza di qualsiasi ragionamento, la trama artistica e morale di ogni pensiero, comunicandolo a chi le intende, ma anche l’atteggiamento specifico dello spirito, secondo l’intima struttura individuale e nazionale.
E’ per il potente aspetto universale del linguaggio che la poesia, servendosi di tale mezzo di espressione degli stati dello spirito, è l’opera artistica più generale, potendo fare appello a tutte le facoltà dell’anima. Poiché il linguaggio interpreta fedelmente gli atteggiamenti spirituali, dalle opere letterarie è possibile constatare i caratteri dei pensatori e scrittori, di diversa cultura e nazione nell’impostazione e soluzione dei problemi della vita.
Le parole di Silvestro Baglioni, da me riportate suonano come affermazione dell’unità del pensiero scientifico, artistico e morale non solo in considerazione dell’identità del metodo, ma in vista altresì dell’unicità del fine a cui mira: “ la conoscenza delle leggi che regolano armonicamente il normale svolgimento dei fatti oggettivi e soggettivi, per poterle poi dominare ed utilizzare al fine ultimo e superiore del mantenimento e della conservazione della vita, considerata nel suo inscindibile complesso unitario dell’organismo e dello spirito, dell’individuo e dello stato”.
Io credo, in conclusione, che il significato della vita dell’opera di Silvestro Baglioni si è racchiuso in questa massima, che ai giorni d’oggi non rappresenta forse una verità assoluta, ma sicuramente è stata per lui il motivo con le ha animato i più profondi sentimenti e che gli ha fornito i preziosi piaceri dello spirito.
Un dono che non ha trattenuto per se stesso, ma con le opere d’ingegno e di erudizione, con l’avvincente ed arguta parola in discorsi, in lezioni, in amichevoli conversazioni, ha trasmesso con il proprio pensiero ai suoi discepoli ed ai suoi cari.
Non è da tutti lasciare segni tanto profondi: la traccia di Silvestro Baglioni ci sembra quindi rendere più spedito il nostro cammino, più ambiziosa la meta da raggiungere per noi e per coloro che conservano le sue memorie ed il suo nome.
******* (trascritto da Albino Vesprini)
Per gentile concessione dello “Studio Firmano per la storia dell’arte medica e della scienza”. Copyright diritti riservati allo “Studio Firmano” in ” Atti della 24. tornata dello Studio Firmano dell’arte medica e della scienza / per cura di Mario Santoro. Fermo : [s. n.] 1990 “La Fisiologia da Galeno all’opera di Silvestro Baglioni, fisiologo dell’Università di Roma e storico della medicina nostro insigne conterraneo” pp. 29 – 33. Con vivi ringraziamenti all’autore ed allo stesso Studio Firmano.