MONTERUBBIANO: VENERDI’ SANTO
Con voce di dolor
con flebil canto
accompagniam Gesù
che ci amò tanto.
Ricoprasi di fior
l’urna che accoglie
del nostro estinto amor
le sacre spoglie.
I figli di Sion
spietati e felli
le carni gli squarciar
con rei flagelli.
Re di scherno il chiamar
d’acute spine
le auguste coronar
tempia divine.
Qual turpe malfattor,
o rio delitto,
con chiodi il Salvator
voller confitto.
Ha sete il buon Gesù
mano crudele
un ristoro gli dà
di aceto e fiele.
Coperta di pallor
la bella guancia
spira e gli passa il cor
spietata lancia.
Piange sua morte il Sol,
spezzansi i monti,
si squarcia il sacro Vel,
seccansi i fonti.
Oh con quanto squallor
Solima siede
che estinto il Re del Ciel
sul legno vede!
Deh, piangi, o peccator,
ché il tuo peccato
del mondo al Salvator
la morte ha dato.
E’ vinto il rio Satan,
vinta è la morte
e a noi Gesù riaprì
del Ciel le porte!
Deh, corri, o peccator,
al Cristo esangue
e lava ogni tuo mal
nel divin sangue.
Oh Croce! Oh legno santo!
Oh pregio eterno!
Sei scudo del fedel
terror d’Averno.
Noi ti stringiam al sen
qual certo pegno
d’eterna vita un dì
nel santo Regno.