AI GENITORI NELLA FESTA DI SAN GIUSEPPE Esortazione di Zocchi padre Raimondo
Babbi e mamme che mi ascoltate, l’esempio preclaro di san Giuseppe, come modello di tutte le famiglie sante, è di grande attualità, perché proprio la famiglia, la base della società, cammina precipitosamente verso la rovina, preparata con finezza diabolica da certi romanzacci, dai films e dalle domande di divorzio, così numerose anche nella nostra cara patria. Il pontefice Pio XII enumera tra cause dissolvitrici della famiglia odierna: essa è rovinata nella sorgente donde scaturisce, l’AMORE, nel principio che la regge, l’AUTORITA’, nel fondamento che la consolida, la FEDE. Ebbene san Giuseppe ci insegna oggi a ricostruire la famiglia sulle vere basi cristiane.
-1- Innanzitutto sulla base dell’amore, del vero amore, di quell’amore fondato non sul fremito dei sensi e sull’egoismo come suggerisce il materialismo, ma sul rispetto vicendevole e sul sacrificio reciproco; non sull’amore frivolo, come lo dipingono i films, le canzonette e i fumetti moderni, ma sull’amore casto, forte, incrollabile come quello di san Giuseppe, che è pronto a respingere perfino Maria per un semplice sospetto d’infedeltà. Il cuore di san Giuseppe è come un giglio candidissimo, offerto a Maria. Quest’amore casto e forte è fecondo di vita ed è premuroso dell’educazione fisica, intellettuale e morale dei figli. Che cosa fa san Giuseppe, quando di ritorno dalle feste di Gerusalemme, s’accorge di aver smarrito il suo figlio Gesù? S’interessa subito di ritrovarlo: interroga i viandanti, se l’hanno visto, s’aggira per le case vicine e nonostante la stanchezza e il tempo notturno in compagnia di Maria, immersa nella desolazione, rifà tutto il viaggio del giorno precedente, cerca dappertutto e finalmente, con grande sua gioia e di Maria, lo ritrovò ad insegnare nel tempio. O genitori, dov’è la vostra premura, il vostro amore per i figli? Vi interessate almeno di sapere dove sono? Difficilmente li troverete nel tempio come Gesù. Vi preme la salvezza delle loro anime? Imparate da san Giuseppe ad avere da lui un amore casto e forte, per i figli, quella continua premura che egli ebbe per il suo piccolo Gesù.
-2- Ma per rendere più facile e più fecondo il delicato compito della formazione soprattutto morale dei figli, è necessario ricostruire nelle vostre case, l’ a u t o r i t à paterna, oggi purtroppo scardinata da quello spirito di indipendenza che regna nei membri della famiglia: ognuno di crede padrone di seguire i propri capricci. Dolorosa constatazione! Osservate, o genitori, la somma autorità di san Giuseppe nella famiglia di Nazaret.(.a).- Rispettò la sua autorità Iddio che per mezzo dell’angelo, non diede direttamente gli ordini a Gesù o a Maria, benché fossero più alti in dignità, ma a Giuseppe. L’angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto”. Così per il ritorno: “Morto il re Erode, ecco che l’angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Svegliati, prendi il fanciullo e la madre di lui e va’ nella terra di Israele” (Matteo 11, 19-20) (.b.)- Rispettò la sua autorità paterna Maria, seguendolo silenziosa a Betlem, in Egitto, a Nazaret e quando si lamenta con Gesù dodicenne rimasto nel tempio, esclama: “Tuo padre ed io . . . “ parole che esprimono chiaramente l’umile sottomissione all’autorità paterna. (.c.)- Rispettò la sua autorità paterna Gesù, che era sottomesso a lui perfettamente, lavorando, obbedendo, servendolo. Quanto rispetto per l’autorità di san Giuseppe! Oggi è necessario ricostruire questa autorità paterna per reggere la famiglia, ma bisogna incominciare fin da quando i figli sono piccoli e continuando man mano che crescono. Così ha fatto san Giuseppe e così fate pure voi.
-3- Infine bisogna consolidare il fondamento della famiglia: la fede. E’ necessario riportare la fede nelle nostre case: soprattutto attraverso la stampa buona con l’esclusione di quella condannabile; attraverso la formazione soprannaturale dei figli, attraverso, infine, il santo esempio dei genitori. Un tempo i nostri vecchi erano i sacerdoti della casa, tenevano il vangelo a portata di mano e lo leggevano in pubblico; onoravano ogni locale con sacre immagini, ogni giorno raccoglievano i loro cari per il Rosario e la preghiera comune, si preoccupavano di crescere i figli nella virtù e nel santo timor di Dio. Oggi invece dalla casa è stata tolta la preghiera pubblica, così edificante, le immagini sacre sostituite da raffigurazioni proibite, l’educazione dei figli ridotte ad una semplice comparsa esterna. Non si neghi ai figli il divertimento, ma si procuri loro divertimenti sani e compagni buoni. Specchiatevi, o genitori, sulla figura di san Giuseppe, ricco di santità: sempre rassegnato alla volontà di Dio, non solo quando tutto andava bene, anche nelle molteplici prove e difficoltà della vita. Non imprecava alla Provvidenza, lavorava con amore e per amore di Dio, per nutrire il Figlio di Dio e la Vergine sua sposa. Era contento della sua condizione. Imitate san Giuseppe, specialmente nella difesa e nella protezione dei figli, Giuseppe abbandona premurosamente Betlem e va in esilio, perché in patria, come dice il Vangelo, cercavano a morte la vita del fanciullo. E voi, genitori, che cosa fate per sottrarre i vostri figli dalla morte dell’anima? Che cosa fate per difenderli dai nemici dello spirito? Per mantenerli in grazia di Dio? Guardate con fiducia san Giuseppe: custode attento e delicato del Bambino Gesù e da lui imparate a compiere i vostri doveri verso i figli.
Fratelli carissimi, san Giuseppe, non è soltanto modello e protettore delle singole famiglie, ma estende il suo patrocinio alla grande famiglia cristiana, alla Chiesa universale. Egli ne è il difensore, il custode. Egli è il patrono di tutti i cristiani. Leone XIII con le sue mirabili encicliche su san Giuseppe ci dà la ragione di questo particolare patrocinio sulla Chiesa universale: “La casa di Nazaret – dice il papa Leone XIII – casa che san Giuseppe governò con la dignità di padre, conteneva i principi della Chiesa nascente. Maria, madre di Gesù, e altresì madre di tutti i tutti i cristiani, che Ella ha generati ai piedi della croce. Gesù come il primo dei cristiani, che, per l’adozione della redenzione, sono divenuti fratelli di Gesù. E’ perciò che san Giuseppe guarda e difende con compiacenza tutti i cristiani di cui Egli divenne come il custode. E’ dunque naturale – continua il papa – e cosa degnissima per san Giuseppe, che come ha provveduto custodito la famiglia di Nazaret, così provveda e custodisca la Chiesa universale”.
Mettiamoci tutti sotto questa potente protezione, seguendo con docilità le sue virtù in particolare la fede, senza la quale non è possibile piacere a Dio. Per piacere a Dio bisogna credere che Egli è e che dà ai buoni il paradiso e ai cattivi l’inferno (san Paolo). Quando e verità eterne non formano più la norma della vita, quando non si pensa più ad esse, si vive da pagani e corre ai piaceri proibiti, distruggendo con il peccato mortale lo splendore dell’anima, l’amicizia con Dio, i diritti al paradiso. Imitiamo san Giuseppe e saremo felici e ci prepareremo a fare una santa morte, simile a quella di san Giuseppe che meritò di essere assistito da Gesù e da Maria. Fratelli miei, san Giuseppe invocato, imitato, seguito, non ci abbandonerà nei momenti difficili della vita, in quelli terribili della morte.
Preghiera O glorioso e potentissimo san Giuseppe, tu che fosti scelto da Dio a sposo della Vergine santissima, ed a padre putativo di Gesù, impetra ai genitori il coraggio di vivere santamente e di educare bene i loro figli; ai peccatori la grazia di una vera conversione; ai giusti lo spirito di fortezza e di costanza nel bene, e al mondo agitato e sconvolto la pace tanto desiderata. Volgi il tuo sguardo propizio sulla Chiesa, posta sotto la tua protezione: conforta e difendi il Papa, i Vescovi ed i sacerdoti. A noi tutti ottieni dal tuo Gesù la forza di conservare intatta la fede in Dio per il tuo onore e per la nostra salvezza.