CHRONICA FIRMANAE ECCLESIAE DI BORGIA Alessandro Arcivescovo. Anni 1741 – 1749. Sintetizzate
LE CRONACHE DELLA CHIESA DI FERMO cfr. Tassi, Emilio, Una interessante fonte per la storia di Fermo e del Fermano nel secolo XVIII; in “Quaderni dell’archivio storico arcivescovile di Fermo” n. 56 a. 2013 pp.19-34. Lo stesso E. Tassi ha preparato l’edizione della traduzione italiana integrale con note di questa cronaca, qui sunteggiata. L’arciv. Borgia, autore, ha dichiarato di aver iniziato a scrivere questa cronaca fermana nel 1741.
1741.1
All’inizio dell’anno controversia tra l’Arcivescovo Borgia e l’abate di Farfa card. Domenico Passionei riguardo alla nomina del parroco di San Pietro di Penna a Fermo.
Il concorso previsto dal concilio Tridentino con gli esaminatori dell’arcivescovo elesse Giuseppe Nicola Mazzoleni e per antico accordo l’abate Farfense l’avrebbe accolto e sarebbe durato fino a nuovo beneplacito delle parti. I Cardinali, l’arcivescovo Cenci e gli abati Barberini rimisero la decisione alla Congregazione dei Cardinali interpreti del Concilio Tridentino. Fu riconosciuto il diritto Fermano e l’abate Farfense conferì la nomina predetta.
1741.2 Il 29 gennaio, domenica di Settuagesima, l’arcivescovo Borgia amministrò il battesimo nel Duomo ad Isacco figlio di Abraamo ebreo anconetano di anni 21, dopo che durante l’Avvento aveva ascoltato a Penna San Giovanni, da lui frequentata per la mercatura, prediche sulla fede cristiana presso i frati Conventuali. Presentatosi all’arcivescovo Borgia lo fece istruire per più di quaranta giorni presso i frati Cappuccini a Fermo. Padrini Giulio Porti e Artemisia Adami Guerrieri e per la Cresima Decio Azzolino. Nome Giovanni, Battista, Alessandro, Giulio, Giuseppe e cognome Porti. Ospitato a Montegiorgio.
1741.3 Benedetto XIV dopo varie sollecitazioni da persone della provincia al fine di esportare grano per mare, delegò Giovanni Luca Nicolini chierico della Camera Apostolica a verificare la quantità del grano e per l’olio di cui Roma soffriva penuria.
Mentre le cose erano rallentate qui, dal regno di Napoli fu fatta esportazione di grano all’alto prezzo di più di sette scudi argentei per rubbio di grano. Il permesso del Papa venne il 30 marzo per 20.000 rubi di grano dal Piceno e l’arcivescovo Borgia era autorizzato per 1000 rubi, ma si trovarono rari acquirenti e a modico prezzo. Tra la gente c’è poca avvedutezza nel procurare viveri per l’annona.
1741.4 Nel mese di febbraio il processo testimoniale sulle virtù e sulla fama di santità del filippino fermano Antonio Grassi, continuato dopo la morte del vescovo recanatese lauretano Benedetto Bussi, avviato nel 1728, fu continuato dall’arcivescovo Borgia insieme con Dionisio Pieragostini vescovo di San Severino. A Pasqua si fece rinvio all’estate. Il teologo dell’arcivescovo F. Gentile M. Bilieno, gesuita, morì a febbraio e fu nominato Francesco Recupero.
1741.5 L’arcivescovo Borgia riceve dal censore del Palazzo Apostolico Fr. Luigi Nicolai domenicano, il testo della vita di Benedetto XIII, scritta da A. Borgia, consegnatogli nel dicembre, riavuto a febbraio con osservazioni per non sminuire nessun contemporaneo, ricordando il Papa severo contro i pranzi dei pubblici operatori o contro il gioco d’azzardo. Lamentele per l’indebolirsi dell’erario statale. Dopo la revisione fatta dall’arcivescovo Borgia l’approvazione del vescovo Gallo Giuseppe de Guyon e dell’arcivescovo Giovanni Andrea Tria. L’opera fu pubblicata a Roma con qualche enunciato incluso da altri. Donata tramite il fratello a Benedetto XIV, al re britannico Giacomo ed ai cardinali ed a molti presuli e personalità. Successo per l’equilibrio dei giudizi.
1741.6 Il 24 aprile il terremoto arreca danni in particolare alla chiesa dei Filippini a Fermo. Scrive al clero affinché si recitino i salmi 45 e 90 pubblicamente ed invochino il patrocinio di San Francesco Borgia.
1741.7 A maggio riprende la visita pastorale a Mogliano, Loro, Petriolo, Monte San Pietrangeli, Rapagnano; monasteri. L’arcivescovo Borgia all’estrazione di un dente.
1741.8 20 giugno a Civitanova, ricognizione delle reliquie di San Maroni insieme con Dionisio Pieragostini vescovo di San Severino, con Marco Antonio Massucci, Vincenzo Montano, Luzio Guerrieri, Francesco Recupero e altro clero. Preleva reliquie per San Severino, Civitanova Alta e per la Cattedrale Fermana. Pone un’epigrafe: 28 giugno 1741. Fa decreto per queste reliquie secondo Pietro de Natalibus, Surio e i Bollandisti. Approvazione di Benedetto XIV con lettera 15 luglio del Card. Silvio De Valenti, segretario di Stato.
1741.9 Prosegue il processo testimoniale del servo di Dio Antonio Grassi e invia gli atti alla Congregazione Romana dei Riti a fine agosto. Il fratello gli manda i figli Stefano di 10 anni e Giovanni Paolo di nove anni, a studiare a Fermo.
1741.10 Decreto dell’arcivescovo Borgia a favore degli esposti, delle esposte, dei poveri, degli invalidi a cui fa distribuire aiuti in date ricorrenze.
1741.11 lavori al palazzo arcivescovile con marmi istriani nell’ingresso. Da Malta torna per malattia a suo fratello milite gerosolomitano che segue i lavori edili.
1741. 12 Benedetto XIV aumenta le tasse, anche sulla carta legale e sulle celebrazioni dei sacramenti.
1741. 13 A Napoli c’erano vertenze tra ecclesiastici e il re Carlo. Benedetto XIV dopo i precedenti atti di Clemente XIII, tramite il card. Silvio de Valenti segretario e il card. Traiano De Acquaviva fa un accordo, con cui è diminuita la “manomorta” su proprietà ecclesiastiche e la metropolia fermana ne ha a Colonnella Ripana, a Faraone e a Sant’Egidio, diocesi di Montalto, nel regno napoletano.
1741.14 I governatori delle province, i prelati e i vice legati usano cerimoniali come quelli dei vescovi. L’arcivescovo fermano ha privilegio per l’uso processionale della croce. S. Carlo Borromeo voleva che l’usasse l’arciv. di Torino nel visitare il ducato di Savoia. Abusi locali.
1741.15 Il governatore fermano Angelo Locatelli Martorelli Ursini trasferito all’inizio dell’anno ad Ancona. Il nuovo governatore fermano Carlo Gonzaga già attivo presso il duca di Mantova. Il nuovo cerimoniale dava luogo in cattedrale al governatore vicino al soglio del vescovo. Ma ai laici non era concesso stare nel presbiterio e non si riusciva a precisarne il luogo. Nell’imminenza dell’assunzione si rivolse al Papa ed ebbe la decisione che il governatore e l’arcivescovo avessero la sede fuori del presbiterio: furono stabili da un lato e dall’altro per il 18 settembre.
1741.16 Nel 1732 il canonico Giovanni Morroni aveva ottenuto dalla Congregazione Concilio Tridentino che i canonici impegnati nella visita pastorale dell’arcivescovo, pur assenti fruissero dell’offerta quotidiana, come nella causa Ianuense (di Genova). L’arcivescovo Borgia toglie il problema, non chiamando alcun canonico per la visita pastorale.
1741.17 Un abuso tollerato dalla curia romana avveniva nella collazione dei canonicati. Dionisio Spaccasassi si era dimesso e il canonicato veniva goduto dal suo nipote Giovanni Antonio senza che avesse né l’età, né la preparazione negli studi. L’arcivescovo Borgia ricorse a Roma che fece riserva della somma di pensione di 30 scuti su tale canonicato.
1741.18 L’arcivescovo Borgia trascorse le ferie autunnali presso San Martino di Grottamare, celebrò le solennità dell’inizio di novembre e il 5 novembre battezzò e cresimò l’ebreo Sabato Vita che nella fiera di agosto fu accompagnato da Nicola Calvucci primicerio del Capitolo Metropolitano, poi fu istruito da padri Cappuccini. Prese nome Serafino Alessandro Calvucci, dal nome del padrino, madrina Cecilia Centofiorini moglie del conte de Lorenzo Adami. Alla cresima padrino Gerolamo Catalani.
1741.19 Nel collegio Marziali detto della Sapienza, fondato da Censorio Marziali, arrivavano da fuori gli studenti presso l’Università fermana, ma avvenivano scandali. Fu introdotta la norma che non uscissero fuori se non in gruppo, accompagnati dal loro prefetto e il portinaio vigilasse .
1741,20 Licitata l’esportazione del grano. Nel mese di dicembre si parlava dell’arrivo dell’esercito spagnolo e furono sospese le esportazioni dal Piceno, con danni. L’arcivescovo Borgia aveva venduto 500 rubi, e già ne aveva consegnati 300. Fece ricorso al Commissario della Camera Romana e poté fare le altre consegne.
1741.21 Il governatore che aveva differito il rendere visita dall’arcivescovo Borgia la fece in prossimità delle feste natalizie, ricevendola poi a sua volta nello stesso periodo.
1742.1 All’inizio di gennaio si ultimò il rivestimento marmoreo del vestibolo del palazzo arcivescovile. Nella parte verso la piazza si fecero pilastri sormontati da globi, e si vedeva lo stemma scolpito del Borgia con il suo nome in epigrafe e l’anno 1741. Nella parte verso il palazzo le epigrafi delle nostro Salvatore Gesù Cristo e della Madre Maria. A primavera si fece un ampliamento di questo vestibolo e il portale, l’entrata fatta da Giovanni Battista Brunetti l’anconetano. Spesi più di 1200 scuti argentei.
1742.2 Nel tempo che l’esercito francese, a motivo della successione al trono austriaco invadeva, a nome della famiglia bavarese le province in Germania e in Boemia, fu eletto il 24 gennaio Carlo Alberto duca di Bavaria al titolo imperiale, a Francoforte, secondo la legge ereditaria stabilita da Carlo VI e fu necessità accettarlo.
1742.3 Il re spagnolo rivendicava l’eredità austriaca e il dominio su Milano, Mantova, Parma e Piacenza. Filippo II, figlio di Elisabetta Farnese la quale era la primogenita di Luigia Elisabetta moglie del re francese, chiese questi domini all’imperatore e mandò le truppe ad invaderli, con il comandante De Montemar e fece scalo dalla Spagna ad Orbetello e attraversò territori pontifici. La Spagna rivendicava l’eredità Farnese a Castro, e Ronciglione, di dominio pontificio, ma la regina spagnola li fece sgombrare, salvo il diritto di attraversare i territori. A fine gennaio 15.000 militari spagnoli attraversarono l’Umbria e il Piceno Carlo re delle due Sicilia fratello e lo spagnolo Filippo mandò i suoi militari che passarono a San Severino, Tolentino, Macerata, Recanati e in accordo con il duca di Modena contrastavano le pretese spagnole. Gli Austriaci si accordarono con il re di Sardegna, e di Savoia e invasero Modena, sicché Napoletani e Austriaci rimasero fuori, per vari motivi sostarono in territori pontifici, la vennero gli Austriaci e i Piemontesi che li incalzarono verso Foligno a Spoleto. Al De Montemar, destituito, subentrò il comandante Giovanni de Gages che riprese l’assalto verso il territorio della Gallia Cispadana, ma fu respinto da Austriaci e Piemontesi e fino alla fine dell’anno 1742 fece sosta in territorio bolognese con i soli Spagnoli.
1742.4 Molte spese per il vitto delle truppe, dei cavalli, degli alloggi e dei trasporti, tante spese militari imposte da Enrico Henriquez Napolitano governatore di Macerata per San Claudio al Chienti. L’arcivescovo Borgia si dispiacque anche del suo mancato viaggio al Santo Sepolcro a Gerusalemme. Elusi tutti i privilegi ecclesiastici. A Gualdo d’Umbria saccheggiato il monastero benedettino tenuto in commenda dall’arcivescovo Borgia.
1742.5 Immiserita Bologna, città del Papa Benedetto XIV. Le truppe spagnole napoletane, senza aver guerreggiato furono decimate da malattie contagiose.
1742.6 La Società di San Vincenzo de Paoli per aiutare i poveri infermi fu istituita a Fermo con alcune donne ricche su approvazione dell’arcivescovo Borgia.
1742.7 Restaurati gli organi della chiesa benedettina a Gualdo d’Umbria, suonarono il giorno della Resurrezione pasquale.
1742.8 L’arcivescovo Borgia rinnova le ampolle degli oli e il vasetto del Crisma in uso al Giovedì Santo, il 22 marzo.
1742.9 Visita pastorale dopo Pasqua a Montottone, Petri(to)li e Guardia (Carassai) dove consacrò l’altare nuovo di Santa Maria del buon Gesù, poi a Ripatransone visita il vescovo Giacomo Costa. Visita a Massignano e Campofilone. In carica per la stessa visita in altri luoghi Marco Antonio Nardi pievano di Sant’Angelo in Montespino (Montefortino). L’arcivescovo Borgia per i primi 15 giorni di giugno sta a San Martino di Fermo. Il 17 benedice l’ampliamento del monastero delle Domenicane di S. Marta e S. Caterina a Fermo ove dedica un nuovo altare a S. Vincenzo Ferreri.
1742.10 Si mise in viaggio verso il santuario di Loreto insieme con i due nipoti e la carrozza attraversò con molta difficoltà il fiume Potenza ingrossato. Al ritorno passò presso il monastero di Santa Croce (all’Ete) della Mensa Episcopale dove ordinò ai tecnici i restauri e nuove case rurali. Il Papa ordinò ai vescovi del suo stato di salvaguardare i beni degli ospedali e di far praticare la raccolta delle spighe.
1742.11 Mentre sono di passaggio le truppe militari sono vietate le esportazioni marittime di grano, il prezzo sale ad oltre cinque scuti argentei al rubio.
1742.12 A Sant’Angelo in Pontano gli Agostiniani non volevano chiedere l’autorizzazione, ma solo la benedizione per il predicatore di Quaresima nella chiesa di questi frati. Inoltre non facevano le raccolte delle offerte stabilite in diocesi. Il 21 aprile, presso la Congregazione del Concilio Tridentino e l’11 agosto fu sentenziato il dovere.
1742.13 Truppe spagnole prima e quelle austriache poi passarono nei territori pontifici al tempo di Clemente XII dal 1734 al 1736 per cui nel 1739 furono calcolati 586.000 scuti in cinque anni e la Mensa Episcopale doveva pagare 100 scuti per ogni anno. Il Comune di Sant’Elpidio a Mare voleva riscuotere tasse sul monastero di Santa Croce (all’Ete), ma i documenti imperiali e pontifici non ammettevano tasse comunali.
1742.14 Il convento maceratese di Santa Maria de Fonte pretendeva beni a San Claudio e dopo la sentenza del Vicario Generale anconetano erano ricorsi alla Curia dell’Uditore della Camera. Il 22 giugno il giudice Guglielmi fece valere la mappa fatta dall’arciv. Cardinal Bandini Ottavio, confermata nel 1657.
1742.15 il mulino di Monteverde privilegiato dal 1630 per ogni comune era ostacolato da alcuni di Servigliano che impedivano ai serviglianesi di recarsi qui. L’arcivescovo Borgia minacciò loro la scomunica e obbedirono.
1742.16 Benedetto XIV emanò il 30 aprile l’editto a favore dei vescovi nei ricorsi in appello a Roma. Il 27 giugno per i riti cinesi, revocò le concessioni del patriarca alessandrino Carlo Ambrogio Mezzabarba. Il fatto riguardava la mia delegazione, narrata nella Cronaca Nocerina.
1742.17 Il culto immemorabile di San Girio a Montesanto, dopo il processo fatto dall’arcivescovo Borgia insieme con Nicola Calvucci primicerio, Giuseppe Gasparri, Carlo Antonio Gezzani, fu confermato il 28 luglio dalla Congregazione dei Riti, difeso da p. Antonio Maria Costantini cappuccino. L’anno seguente fu approvato il testo liturgico del santo confessore.
1742.18 La fiera della festa di San Bartolomeo in città capitò di sabato e per concessione papale, il giorno dopo, di domenica, questa fiera proseguiva. Data la presenza di negozianti ebrei, come usava nelle fiere di agosto, fece predicare la fede cristiana gli ebrei nella chiesa di Santa Maria del Carmine (Carmelo). Predicatore Fr. Nicola da Offida cappuccino.
1742.19 Visita pastorale a Monte Rubbiano, Moresco, Lapedona, affidata al pievano Nardi di Altidona e Torre di Palme, l’arcivescovo Borgia visitò il porto di Fermo. Qui il 21 settembre consacrò la chiesa di Santa Maria del Rosario, poi si ritirò a San Martino di Fermo per le ferie. I padri Filippini fondarono l’oratorio a Sant’Elpidio a Mare, aperto, nella festa della Natività di Maria.
1742.20 L’arcivescovo Borgia benedisse le campane a San Claudio (al Chienti). Una recava l’epigrafe del 1297, Filippo lombardo vescovo fermano. Nuova campana di 1413 libbre fatta a Petriolo da Giovanni Battista Sansoni.
1742.21 La torre del Duomo restaurata nel 1731 fu rafforzata con marmo istriano e riparata soprattutto nella corona, prelevando collette sui benefici, secondo la costituzione Benedettina.
1742.22 La riduzione dei giorni festivi chiesta dal re di Sicilia e da vescovi a vantaggio delle amministrazioni. Il Papa durante le ferie a Castel Gandolfo studiò la faccenda e scrisse ai vescovi per esaminarla. Il 21 dicembre l’arcivescovo Borgia rispose di mantenere le feste, secondo il calendario di Urbano VIII, ma solo di domenica erano proibiti lavori servili e nelle festività di Gesù e di Maria, non per quelle dei Santi. Il precetto pasquale comprendeva tutto il tempo fino a Pentecoste. Altre particolarità.
1742.23 Negli anni precedenti erano state celebrate in città e in diocesi le sacre missioni predicate dai Gesuiti, dai padri della Missione, soprattutto Biagi, Ferrari, Roselli. In seguito il gesuita Giovanni Battista Cancellotti predicò a Petriolo, Montegranaro, Monterubbiano, Sant’Elidio a Mare, Monte santo. L’arcivescovo Borgia promuove in tutta la diocesi una nuova missione con Fra’ Eusebio da Monte santo, e con i confratelli cappuccini, come avevano fatto in diocesi di Camerino. Cominciarono a Loro, Sant’Angelo in Pontano, Gualdo, Amandola, Monte Fortino e Ville d’Ascoli, dove c’era maggior necessità data la mancanza di predicatori quaresimali.
1743.1 Ancarano, oltre il fiume Tronto, era in diocesi d’Ascoli, un luogo di commercio del sale e del tabacco nel regno napoletano. Intervennero i militari contro questa vendita e carcerarono persino alcuni preti, senza alcun rispetto per i privilegi ecclesiastici. Dopo le proteste di Benedetto XIV, su istanza del vescovo d’Ascoli, furono liberati i sacerdoti e i laici rifugiatesi nelle chiese, si fecero condanne e multe, si stabilì una truppa per contrastare il contrabbando, ma il vescovo ascolano riuscì a far liberare quasi tutte le persone carcerate.
1743.2 Il 31 gennaio morì Anna Caterina Borgia sorella dell’arcivescovo Borgia, 49 anni, presso il monastero romano di Santa Lucia in Silice, dove era entrata nel 1719 per professare la regola di Sant’Agostino. Era in concetto di santità. Il vicario dell’Urbe, card. Antonio Guadagni, carmelitano scalzo, fece fare la ricognizione dopo la morte per alcuni segni straordinari nel cuore della monaca e la fece seppellire a parte nel coro, in una tomba procurata dal fratello Pietro Antonio Borgia. L’arcivescovo ne apprezzò la santità. Il 5 febbraio a Montefiore (dell’Aso) morì giovanissima Angela Egidi nel monastero del Corpo di Cristo, in concetto di santità.
1743.3 Al card. Pietro Marcellino Corradini, vescovo tuscolano, era riservata una pensione dalla Mensa Vescovile Fermana, che lui passò per metà ai nipoti, mori a 85 anni. Terremoti il 20 febbraio il 22 maggio e di nuovo il 28.
1743.4 A Quaresima l’arcivescovo Borgia concede l’uso dei latticini. Al duomo predicò il maestro domenicano Campana, già predicatore presso l’imperatore e presso il re di Sardegna. L’arcivescovo Borgia visitò gli ospedali e gli orfanotrofi.
1743.5 Dopo Pasqua l’arcivescovo andò a Santa Croce (all’Ete) dove erano state rinnovate le abitazioni, arginati i fiumi, fatte le piantagioni arboree e si dispose una casa nuova a Falcato.
1743.6 Il 29 aprile il governatore Carlo Gonzaga fu trasferito a Centocelle e giunse qui Ippolito Rasponi proveniente da Ascoli, rispettoso del cerimoniale.
1743.7 All’inizio di maggio l’arcivescovo Borgia riunì i vicari di tutta la diocesi. Fece restaurare l’abitazione vescovile a San Martino di Grottamnare, anche il mulino, poi sosta a Fermo presso l’altra villa San Martino. Cresime a Pentecoste.
1743.8 Pestilenza diffusa da Messana Sicula in Calabria si chiuse il traffico con lo Stato romano e con militi alle coste da Pesaro fino al Regno Napoletano su ordine di Federico Lanti Governatore della Provincia Metaurense. Proibite le fiere, tolto il commercio delle pecore con danno agli agricoltori. L’arcivescovo da Roma tornò in Ascoli presso i Filippini. Giosia Caucci rinunciò alla prefettura della zecca. Venne notizia della pestilenza in Dalmazia e fu interdetto il commercio marittimo.
1743.9 Il bollo sulla carta legale fu accresciuto. Avidità dei riscossori di tasse. Il Papa avvertito del problema, il 15 agosto abrogò questa tassa. Timore diffuso che si introducessero altre tasse. I preti difendevano l’immunità ecclesiastica.
1743.10 L’attesa nomina di nuovi cardinali avvenne il 9 settembre. Nome: Gaetano Girolami, fiorentino che aveva in commenda l’abbazia di Campofilone e il beneficio di Sant’Angelo a Collicello di Monte Giorgio, già godute dai cardinali Gatti e Pieri.
1743.11 10 settem bre l’arcivescovo Borgia in visita pastorale a Santa Vittoria poi Servigliano e Grottazzolina. Il pievano di Sant’Angelo in Montespino visitò Montefalcone e Smerillo, poi Belmonte. L’arcivescovo Borgia visitò Montegiorgio per conciliare la vertenza tra gli Zenobi e le monache di Sant’Andrea. Missioni popolari di p. Eusebio da Montesanto a Montefalcone, Smerillo, S. Vittoria, Servigliano e Belmonte.
1743.12 1 ottobre viaggio al santuario di Loreto, ospite del governatore Alessandro Faroldo Alberoni.
1743.13 Ritorna poi a San Martino di Grottammare per lavori edilizi. Grande epigrafe romana dell’imperatore Traiano restauratore del Tempio di Cupra: Cupramarittima non Cupramontana. L’arcivescovo Borgia pose una sua epigrafe. A Gualdo (Tadino) fatte nuove le porte della chiesa benedettina, restaurati i dipinti dell’epoca dell’arcivescovo Mattei e altri restauri.
1743.14 A San Martino di Fermo riparata la cisterna. Nella villa a Grottammare scavò una grotta per tenere al fresco le bevande e la frutta. Fece una fontana autunnale, conduttata altra vena d’acqua collinare. A Grottazzolina piantati alberi e “mori” in località Fontigliano. A San Claudio (al Chienti) paratie al fiume.
1743.15 A Francavilla (d’Ete) nei terreni della Mensa mancavano abitazioni furono procurate vendendo per 160 scudi gli alloggi dentro questo castello. Tecnico Nicola Orazi.
1743.16 Autore Giovanni Marangoni vicentino, in tre libri fu pubblicata la storia sacra di Civitanova, editore Giovanni Zempel. Trattò di San Marone e della storia civile, ma fece omissioni per non aver consultato i documenti fermani.
1743.17 Nel territorio bolognese e nella Flaminia stazionarono per tutto l’anno le truppe spagnole. A febbraio si scontrarono con gli Austriaci e i Sardi, nonostante l’invernata, persino in ore notturne. Gli spagnoli retrocessero verso il Piceno. Ad agosto gli Austriaci a Bologna.I Sardi e Savoiardi respinsero gli Spagnoli ed i Francesi. A fine anno gli Austriaci a Rimini e gli Spagnoli a Pesaro.
1743.18 Il card. Guadagni, vicario del Papa, aveva incaricato Tommaso Maria Roscio, parroco romano dei SS. Quirico e Giulitta, a raccogliere le testimonianze su Angela Caterina Borgia. Il 9 dicembre il “votum” della relazione fatta dal conventuale e maestro Carlo Antonio Tedeschi fu dato a mio fratello Antonio Borgia e alla Congregazione dei Riti per istruire il processo di beatificazione.
1743.19 Gli Agostiniani scalzi dell’oratorio fermano di Santa Maria della Misericordia costruirono gran parte della loro chiesa.
1743.20 A settembre il frate minorita Lucio da (Monte) San Giusto, confessore vescovile, accompagnò l’arcivescovo Borgia nella visita pastorale. Morì quasi ottantenne. Fu sostituito da fra Antonio da Alessio d’Albania (Epiro), teologo.
1744.1 Ci furono avvenimenti gravi a Roma e nel Piceno nell’anno 1744.
1744.2 Aperto dal cardinale vicario di Roma il processo di beatificazione di suor Angela Caterina Borgia, fu affidato al vescovo ermopolitano Ludovico Antonio Cremona Valdina. Cesare Borgia, fratello dell’arcivescovo fermano, fu messo a capo della flotta navale per ispezionare le coste d’inverno.
1744.3 A febbraio fu vista una luminosa cometa e la gente fu presa da timori.
1744.4 Il canonico recanatese Marco Antonio Massucci, vicario fermano, a febbraio, fu nominato vescovo di Acquapendente dopo la morte del vescovo Simone Gripti.
1744.5 Gli avvenimenti militari furono molti. Il 7 marzo il deuca di Modena che era comandante degli Spagnoli insieme con Gages, non fidansosi delle fortificazioni pesaresi, le abbandonarono muovenndosi verso Porto San Giorgio. Il comandante degli Austriaci Lubvkovitz, succeduto a Thaun, le occupò, li inseguì con 3000 soldati. Breve scontro a Loreto. Gli Spagnoli giunsero al Porto di Fermo l’11 marzo. Il 12 giunsero nella città di Fermo con i malati. I feriti furono ospitati a S. Agostino; gli invalidi e convalescenti a S. Caterina. Lamentarono di non trovare preparato il necessario e sparsero terrore muovendo la cavalleria per la città. Minacciarono il governatore fermano e le autorità cittadine. Il governatore chiese aiuto al vescovo che procurò di sfamarli e allora si allontanarono, lasciando alcuni militari. Si preparò il pane per 13.000 soldati e 2000 donne, per mezzo delle monache e dei religiosi. Il governatore si stabilì dentro il palazzo arcivescovile e vi restò due mesi. Il giorno 15 l’esercito spagnolo si allontanò con i carriaggi di trasporto verso Grottammare. Verso mezzogiorno arrivò l’esercito austriaco: questi inseguitori in 52.000. La cavalleria degli Ungari con 300 e più cavalli avevano cercato gli spagnoli passando a Falerone, Monte Vidon Corrado e Grottazzolina, e depredando non poche case rurali. Di passaggio a Fermo, proseguirono a Grottammare ove gli Austriaci si scontrarono con gli Spagnoli i quali si rifugiarono al Regno Napoletano. Danni a Cupramarittima ed a San Benedetto del Tronto. Alcune centinaia di cavalli stazionarono a Santa Maria a Mare.
1744.6 Timori. Si fecero le liturgie propiziatorie in duomo e presso i Cappuccini. Si esposero le reliquie di San Sabino protettore contro la guerra.
1744.7 Arrivò l’esercito di Lubvkovitz il giorno 17 marzo. L’arcivescovo Borgia lo incontrò per la tutela delle popolazioni assieme con il governatore e diedero gli alimenti per i militari e per i cavalli. Ricevevano rifornimenti e denaro a Rimini e Senigallia dall’Austria.
1744.8 Gli spagnoli a Pescara, al confine dell’Abruzzo lasciarono bovi, cavalli, carri presi nel Piceno. Il commissario apostolico presso gli Spagnoli, Fusarello da Viterbo, tornò a Roma.
1744.9 Gli Austriaci al Porto di Fermo in 28.000 con 8000 animali. Lubvkovitz a Santa Maria a Mare. Gli Ussari a Grottammare, a San Benedetto del Tronto e a Porto d’Ascoli. L’arcivescovo Borgia intervenne presso il comandante per i danni patiti dagli agricoltori, presso la costa e a Capodarco. Punizioni.
1744.10 L’arcivescovo Borgia il 22 ricevette lettera dal card. Valenti segretario di Stato che gli chiese di dare aiuti al governatore di Fermo. Fece preparare il pane per le truppe presso il magazzino Vinci. I malati ospitati presso i Frati Minori osservanti, presso i Conventuali, presso i Canonici a Santa Caterina e presso gli Agostiniani.
1744.11 Editto dell’arcivescovo Borgia che proibì ai fedeli di colpire i soldati, ma denunciassero ogni danno. Preghiere pubbliche.
1744.12 Rimasero uccisi alcuni soldati. L’arcivescovo e il governatore fecero ricercare i colpevoli. Requisizione forzosa di foraggio e di animali a danno degli agricoltori.
1744.13 L’arcivescovo Borgia ottenne sette militari per la salvaguardia dalle requisizioni. Diede compensi e doni.
1744.14 L’arcivescovo della città chiese a Roma di mettere un commissario papale presso gli Austriaci; fu stabilito il marchese Fabio Collaredo di Recanati.
1744.15 Lubvkovitz teneva prigionieri 12 agricoltori. La richiesta del governatore di Roma, card. Albani per fare i processi li fece trasferire in Ancona. Ad aprile il generale trasferì i suoi militari distribuendoli in vari comuni.
1744.16 1° aprile. Lubvkovitz mandò il Cavaliere Gerosolimitano Dal Monte, suo coadiutore, a dire all’arcivescovo che si trasferiva a Macerata. Alcuni soldati furono mandati a Tolentino e a San Severino.
1744.17 Legioni di fanteria nel territorio. A Macerata la legione da Wallis; a Tolentino quella Teutonica con i generali Brawn e Novati, a San Severino due legioni, altre legioni dai Piccolomini e dai Collaredo. A Montemilone (Pollenza) la legione di Vasquez e Marulli e il generale Hinter. La legione di Pallavicino a Montecchio (Treia); tra Montecassiano e Fano la legione Spreissen con il generale Heussen; tra San Giusto e Montegranaro la legione Traun, gli Slavi e gli Illirici tra Montolmo e Montegiorgio; la legione Andreusi tra Morrovalle, Montecosaro e Montelupone. Altra a Civitanova.
1744.18 5 aprile. Predicò in Cattedrale a Quaresima Frà Giacomo Boni domenicano dei Gavotta. Presso la chiesa del Santo Spirito predicò Don Girolamo Lili, canonico a San Nicola a Fabriano. I soldati malati furono trasferiti nei locali di Santa Maria dell’Umiltà.
Per timore dei soldati, nei monasteri vengono rifugiate molte ragazze, con il beneplacito della Santa Sede.
1744.19 8 aprile. Salirono a Fermo la legione del duca Eugenio di Savoia e quella chiamata Berlingen e si stabilirono una nel chiostro di S. Domenico, l’altra in quello di S. Agostino. Da Roma giunse all’ordine di togliere dalle porte della città le guardie contro la pestilenza calabrese. Restarono le guardie al Porto. Altri soldati Illirici e Liburni. Navi sommerse dal vento.
1744.20 13 aprile. I militari fecero richiesta all’arcivescovo Borgia affinché desse facoltà al pievano Martello, che parlava tedesco, di assolvere nella confessione i militari stanziati a Montegranaro, tra cui c’era un luterano. L’arcivescovo diede disposizioni.
1744.21 Il commissario apostolico doveva raccogliere 13.400 scuti ogni mese per la presenza delle truppe. Fermo fu esentata e dava 6.400 razioni di pane ogni giorno per i militari al Porto. La faccenda fu trattata dagli incaricati Bonaventura Guerrieri e dal conte Spinucci a Macerata.
1744.22 Tornarono gli Spagnoli, catturarono prigionieri alcuni austriaci che stavano al porto di Fermo. Nello Stato romano incendiarono le messi e derubarono. Si ritirarono nella città L’Aquila.
1744.23 20 aprile. Duecento malati morirono, sepolti nella terra di Santa Maria dell’Umiltà e presso l’edicola di Sant’Andrea. Gli altri partirono.
1744.24 Gli Austriaci compilarono la carta topografica del territorio.
1744.25 A Montegranaro due soldati ebbero la condanna a morte. L’arcivescovo chiese grazia dato il tempo di Pasqua. Uno fu graziato per reati minori, l’altro giustiziato. Il 24 aprile ringraziamenti del militare Antonio Paolo boemo, salvato.
1744.26 Il conte Collaredo, mandato da Lubvkovitz ad informare Vienna, tornò con l’ordine che si trasferissero nel Regno Napoletano. Usarono la nave, con fortuna e per il Fermano .
1744.27 Il conte Lindense e il conte di Althan passarono oltre il Tronto, in terre bruciate. Gli Illirici, stanziati a Montegiorgio e Montolmo, si ribellarono perché erano scaduti i loro contratti. Fuggirono, furono inseguiti sul fiume Potenza e bombardati finché tornarono all’esercito.
1744.28 1 maggio. Partì la cavalleria. Il conte Lindense assicurò l’arcivescovo e la città che non avrebbero avuto danni. Andarono a Civitanova, Macerata, Foligno. Attacchi del re di Sardegna contro gli Spagnoli e i Francesi. Al confine tra il regno napoletano e quello romano, 1500 soldati al comando del conte di Sora impedivano i passaggi.
Lungo il fiume Liri si ammassarono varie truppe.
1744.29 3 maggio. Truppe stanziarono a San Claudio: sei legioni del generale Pistaluti. Poi giunse la cavalleria del conte Lindense presso Santa Maria di Rocciano. 5 maggio Lubvkovitz partì coi soldati verso Foligno.
1744.30 il cardinale Francesco Borghesi, protettore dei Silvestrini fece presiedere il Capitolo all’arcivescovo Borgia. Ma costui si recò a Roma per la visita “ad limina” e si fece sostituire da suo fratello Camillo Borgia. A Fermo c’era il governatore Ippolito Rasponi, amico dell’arcivescovo.
1744.31 9 maggio. Gli Austriaci a Porto San Giorgio sequestrarono un carico di tabacco su una nave. Città ed arcivescovo fecero ricorso al conte di Sora a Ripatransone ed ebbero la meglio contro le pretese dei militari.
1744.32 Partiti gli ultimi Austriaci verso Senigallia l’arcivescovo Borgia viaggiò da San Claudio, San Severino, Fabriano fino a Gualdo di Nocera ove era il monastero benedettino che Clemente XI nel 1728 gli aveva dato in commenda a vita. Vi fece restauri.
1744.33 Il capitolo dei Silvestrini che fu presieduto dall’arcivescovo camerunese, elesse abate p. Gentile Bianchini, ma sembrò una successione di incarichi. Dopo il ricorso a Roma, si rifece l’elezione, presieduta dall’arcivescovo Borgia e fu eletto abate Porfirio Tufi e furono fatte altre riforme. Il 26 maggio, terremoto nel Piceno.
1744.34 L’arcivescovo fu trattenuto dalla pioggia e prima che arrivasse a Fermo, le ordinazioni presso i padri della Missione furono fatte da monsignor Michelovisch, arcivescovo di Scordrje, in Serbia, su autorizzazione del pro-vicario fermano. Era stato studente al collegio Illirico di Fermo e ordinato da monsignor A. Borgia.
1744.35 1 giugno. L’arcivescovo Borgia restaurò la fontana a San Martino di Grottammare. Immise acqua nella fontana sotto il palazzo arcivescovile. Nominò il 7 giugno vicario generale nelle cose spirituali Paolo Leonardi di Amelia, successore dell’ultimo vicario Marco Antonio Massucci.
1744.36 Maria Teresa, regina d’Ungheria e di Boemia, rivendicò diritti sul Regno delle due Sicilie, garantendo agli ecclesiastici le immunità. La diocesi di Fermo aveva alcune parrocchie in questo Regno . Al confine la truppa austriaca di 800 militari. Il conte di Sora si recò a Teramo.
1744.37 L’esercito di Lubvkovitz fu rinforzato da militari austriaci e attaccò il re Carlo con gli Spagnoli aiutati dal duca di Modena, da Gages e da Castropignano. I napoletani si stanziarono a Velletri poi a Ferentino. Il 29 maggio movimenti delle truppe napoletane con 30.000 soldati e capitani ospitati in vari palazzi di Velletri; dei Ginetti; dei Terenzi; dei Buzi; dei Borgia. Lubvkovitz a Marino poi a Nemi aspettava la flotta inglese sulle coste napoletane e impediva rifornimenti a Roma. Gli Austriaci occuparono luoghi attorno al monte Fagi. Gli Spagnoli si stanziarono il 17 giugno, soprattutto sull colle Noce appartenente alla famiglia Borgia, e Carlo e catturarono qui il comandante Pistalupi. Davano a mangiare ai cavalli le messi di grano. Poi il re lo proibì il 26 giugno.
1744.38 Il conte di Sora da Teramo passò all’Aquila, ivi fece venire i militari da Pescara e attaccò, poi indietreggiò ad Ascoli, al Porto di Fermo, a Macerata e mandò le truppe a Spoleto al comando del conte Gorani. Risultati deludenti.
1744.39 Arrivarono al Porto di Fermo, alla fine di luglio 100 cavalli e 400 fanti con il comandante Lion. Gli Austriaci andarono a rifugiarsi a Senigallia. Napoletani e Spagnoli a Civitanova, poi a Monte Santo (Potenza Picena) verso Iesi, poi indietreggiarono verso Montegiorgio, Montalto, Ascoli. Il vescovo di Teramo fu cacciato e si ritirò a Monsampolo presso i Frati Minori.
1744.40 12 giugno. Sentenza romana per i confini vescovili a San Claudio al Chienti, già trattata più volte contro i frati di Santa Maria da Fonte di Macerata.
1744.41 11 agosto. Scacciata da Velletri la cavalleria napoletana ad opera dei comandanti Brawn e Novati. Danni alle proprietà dei Borgia.
1744.42 A Velletri incendiate dagli Austriaci 23 abitazioni, tra cui il palazzo dei Gagliardi, imparentati con i Borgia. Anche il palazzo di Alessandro Borgia a Velletri è saccheggiato, compresa la sua raccolta di monete romane. I militari ricevettero molto denaro, si allontanarono. Portarono i prigionieri a Cintiano. Gli Spagnoli catturano nel palazzo Taruzi un comandante austriaco.
1744.43 Camillo Borgia fratello dell’arcivescovo Alessandro si rifugiò a Ferentillo presso l’altro fratello. Richiesero al generale Lubvkovitz e al cardinal Valenti, segretario dello Stato romano, di poter recuperare gli oggetti asportati dal loro palazzo; per allora non si poté fare nulla.
1744.44 L’arcivescovo Borgia scrisse al cardinale segretario di Stato per allontanare i belligeranti da Velletri; era avvenuto a tempo di Sisto IV e di Paolo IV che questa città fosse stata chiusa alle truppe in guerra. Il Papa si dedicava molto a favore di Roma.
1744.45 Spagnoli e Napoletani prepararono luoghi coperti per l’inverno nella campagna di Velletri, asportando tavole da abitazioni e gli Austriaci devastarono. Lamentele dei Borgia. Il Papa ne informò, tramite il cardinale Traiano de Acquaviva, il re di Spagna, e quello di Napoli. I militari vendemmiarono.
1744.46 I Frati Eremitani della diocesi, a fine agosto, furono convocati nel palazzo arcivescovile. L’arcivescovo Borgia visitò il terreno alberato della mensa in contrada Fonterotto a Grottazzolina vendutagli da Nicola Gaspari con contratto del notaio Nicola Biancucci di Fermo. L’arcivescovo Borgia acquistò terre a Monteverde presso il fosso Gera da Bernardino Berdotti con contratto del notaio Giuseppe Antolini di Belmonte. Furono costruiti a Monteverde magazzini e abitazioni usando non fango, ma calce, cominciando i lavori a giugno, si finirono a ottobre. Visita a Fermo del card. Pietro Luigi Carafa e poi andò al Loreto.
1744.47 1 novembre. L’arcivescovo Borgia celebrò pregando per la pace. Lubvkovitz si ritirò verso Viterbo, lo inseguì il re, scontro a Ponte Milvio. Il re di Napoli fu accolto dal Papa.
1744.48 A Velletri cadaveri male sepolti, fetore, malattie. Morì il vescovo suffraganeo di Cardi, Gaetano De Paolis.
1744.49 Gli spagnoli di Gages e il re di Modena all’inseguimento degli Austriaci diretti a Perugia, attraverso il Piceno e Pesaro. Occupata Nocera (Umbra) gli Spagnoli distrussero case. Lubvkovitz verso Gubbio, Fossombrone e la via Flaminia arrivò a Forlì. Impose a ciascuna delle tre legioni di Bologna, Ferrara e Flaminia il contributo di 27.000 scuti romani d’argento per ciascun mese sino all’aprile. Gli Spagnoli nella Sabina e nel Patrimonio di S. Pietro. Gages a Viterbo; il duca di Modena arrivò al Porto di Fermo e salì sulla nave verso Venezia.
1744.50 Benedetto XIV mandò militari e medici per i mali conosciuti a Velletri, con il presule Alessandro Clarelli.
1744.51 Per la visita “ad limina” già rinviata, l’arcivescovo Borgia partì verso Roma il 30 dicembre, pensando che in primavera tornassero le truppe e dovesse stare tra il suo popolo.
1745.1 L’arcivescovo Borgia arrivò a Roma il 3 gennaio. Invernata la più fredda a memoria dei contemporanei, per cui si seccarono le olive.
1745.2 L’arcivescovo Borgia offrì una teca con reliquie di San Marone al Papa che le destinò alla cattedrale di Ancona dove era stato vescovo. La Messa e l’ufficio propri del Santo furono approvati. L’arcivescovo Borgia volle evitare di parlare al Papa delle luttuose vicende di Velletri.
1745.3 Morì l’imperatore Carlo VII di Baviera che ebbe un regno breve e bisognoso dell’aiuto dei Francesi contro gli Austriaci. L’arcivescovo Borgia possibile consigliere dell’imperatore; poi fu mandato G. F. Stoppani.
1745.4 L’arcivescovo Borgia a Velletri visitò i suoi edifici devastati. Circa 2000 morti. Passaggio dei soldati napoletani distruttori. Morì Diodoro Bartoli, da 10 anni pedagogo dei figli del fratello Camillo. Il vescovo e governatore di Velletri Tommaso Rufo calcolò un danno di 200.000 scuti romani.
1745.5 Il 7 marzo l’arcivescovo Borgia si recò a Ferentino presso suo fratello vescovo Fabrizio che aveva ospitato i familiari Borgia profughi. L’arcivescovo Borgia a quaresima sostituì il predicatore malato. La sentenza per i confini delle terre di San Claudio al tribunale di Roma venne dilazionata.
1745.6 Benedetto XIV decretò che solo i laureati dell’Università romana potessero essere impiegati nei processi della Curia Romana. Inutile ricorso dell’arcivescovo Borgia nonostante l’antichità dello Studio Fermano (MURATORI, RIS, I, 2, p. 151).
1745.7 l’arcivescovo Borgia si recò a Roma per la visita “ad limina”. Scrisse al Papa affinché nelle tassazioni si rispettasse lo stile dell’immunità ecclesiastica .
1745.8 Per l’imprudenza di alcuni era necessario consultare il Papa sui tributi nuovi.
1745.9 L’arcivescovo Borgia chiese che si mantenesse la diversità tra clero e laici. Non si potevano imporre nuovi tributi agli ecclesiastici senza consultare il Papa.
1745.10 L’arcivescovo Borgia scrisse contro le spese per le truppe di passaggio. La Cngregazione del Concilio dopo mesi rispose dicendo che non c’erano più soldati che causassero spese; ma all’occasione la sua proposta era da tenere in conto. In realtà la Curia Romana non sperava di far rispettare l’immunità.
1745.11 Il risarcimento dei danni causati dalle truppe alla popolazione di Velletri fu richiesto dall’arcivescovo A. Borgia al Papa che indusse il vescovo Rufo a provvedere; ma intervenne su poche cose.
1745.12 Il 24 maggio la sentenza per i confini dei terreni della Mensa Fermana a San Claudio fu favorevole al vescovo, per cura di Lorenzo Orilia presso il giudice Giovanni Battista Visconti.
1745.13 I diritti di spoglio da parte dei succollettori pontifici per riscossioni dei debiti quando moriva un vescovo, veniva contestato dall’arcivescovo di Fermo, come assistente al soglio pontificio. Gli fu concesso di fare l’estimo di ogni cosa e lo compilò tramite Gaspare Ruggia e lo presentò al Tesoriere Generale il 5 luglio.
1745.14 L’esportazione marittima del grano fu autorizzata dal Papa all’arcivescovo a fine aprile; per il “marzatello” a fine maggio. Per l’anno successivo si autorizzò l’esportazione dopo la raccolta.
1745.15 Il 1 giugno partì da Roma, passò a Rieti, a Terni e a Galliano dove stava malato il vescovo di Montalto, Bonaventura Savini. Tornò Fermo il 7 giugno per le troppe piogge. Sante cresime e ordinazione dei presbiteri.
1745.16 Camillo, fratello dell’arcivescovo Borgia, lasciò Ferentino e venne a Fermo a luglio accolto dai nobili Alberto Rosati, Giovanni Francesco Guerrieri. Si godettero la festa dell’Assunta e la fiera fino a settembre.
1745.17 Nell’omelia del pontificale dell’Assunta l’arcivescovo richiamò a rispettare lo Statuto della città, libro 1, rubrica 2, per cui era proibito che donne e uomini insieme facessero luminarie nella vigilia a notte, con le occasioni disoneste; ma le donne restassero nelle case.
1745.18 A settembre l’arcivescovo Borgia iniziò la quarta visita pastorale dalla Chiesa Metropolitana, poi a Sant’Elpidio a Mare, Civitanova, Montecosaro, Monte Santo (Potenza Picena) dove trattò dell’ingente eredità di Antonio Marefoschi per fondare un seminario dei chierici e un monastero femminile ad opera dei Gesuiti. I pronipoti Compagnoni di Macerata cambiavano queste decisioni e la vertenza fu seguita da Lorenzo Orilia a Roma per l’arcivescovo.
1745. 19 Il 7 ottobre a Santa Maria a Mare si dovevano iniziare le riparazioni al ponte sul fiume Ete, che Raffaele Fabretti aveva fatto costruire di legno nel 1732, ma crollato. La via adriatica da Ascoli al Loreto era stata affidata da riparare a Giosia Caucci. Difficoltà per il nuovo progetto, consultazione tra i canonici come Montani. Il nipote dell’arcivescovo Borgia, Giovanni Paolo che stava Fermo dal 1741, venne ammesso a far parte dell’ordine Gerosolimitano e il 10 ottobre a Fermo ricevette investitura dallo zio arcivescovo; poi partì per Velletri e Genova dove arrivò il 13 gennaio.
1745.20 La questione dei giorni festivi e lavorativi era affidata dal Papa al giudizio dei vescovi. Le fiere si potevano tenere nei giorni festivi, rispettando le ore delle celebrazioni liturgiche. Il Camerario lasciò decidere gli orari agli amministratori pubblici. L’arcivescovo Borgia lo contestò per difendere l’immunità ecclesiastica, con ricorso al cardinale De Girolami prefetto della Congregazione dei Vescovi che allora fu colpito da una lieve apoplessia.
1745.21 Un anno di guerre in Italia, in Germania, in Belgio, soprattutto ad opera degli Austriaci per fare eleggere imperatore Francesco da Lotaringia granduca di Toscana e Maria Teresa regina di Ungheria e Boemia, in avversione ai Francesi. Il 15 settembre fu eletto imperatore Francesco, contestato dal re di Prussia marchese di Brandeburgo, che ricevette in compenso la Slesia. Avanzata dei francesi in Belgio. Gages con le truppe attraversò l’Appennino nevoso, giunse a Lucca e in Liguria dove si unì all’esercito del principe spagnolo Filippo, contro il re di Sardegna. Si unirono Francesi, Spagnoli, Napoletani e Liguri e respinsero gli Austriaci. La guerra marittima impedì le esportazioni su navi, per timore della flotta inglese.
1745.22 Nuovi argini al fiume Chienti per le terre a San Claudio; furono rafforzate le paratie all’Ete. Presso Felceto nuove abitazioni coloniche.
1745.23 Alla Corva l’arcivescovo istituì una cappellania curata con proprie risorse, unita alla Collegiata di Sant’Elpidio a Mare con il contributo dai fedeli e della Confraternita di Santa Maria della Misericordia.
1746.1 Gli Spagnoli con gli alleati occuparono Milano; ma furono ricacciati dagli Austriaci. Re Filippo fuggì a Piacenza.
1746.2 L’arcivescovo Borgia acquistò un molino a Ripatransone per evitare i rischi della concorrenza con i suoi a Grottammare.
1746.3 L’arcivescovo Borgia fece causa contro Nicola Ravenna per i danni causati nel terreno Moregnana a Grottammare e fu risarcito per sentenza del Cenci scritta dal notaio Cesari.
1746.4 Per decreto della Congregazione di Propaganda Fide, i dieci alunni del Collegio Fermano degli Illirici furono trasferiti al Collegio Urbano di Roma il 13 febbraio. L’arcivescovo fece inutilmente un ricorso in cui lodò i giovani educati a Fermo.
1746.5 Morte del suffraganeo vescovo sanseverinate Dionigi Pieragostini. Successore fu Giuseppe Vignoli camerinese che aveva studiato a Fermo sotto la guida dei primicerio e pro-vicario Nicola Calvucci. Era andato con l’inquisitore Francesco Durini milanese a Malta, poi a Lucerna e a Parigi. Fu grato.
1746.6 Diminuirono gli incassi del Comune di Fermo e dell’Episcopato per la mancata esportazione marittima e per le gravose spese dei passaggi delle truppe, per le liti con i castelli, per le urgenti spese di restauri delle muraglie.
1746.7 28 febbraio. Confermati i confini dei terreni della Mensa a San Claudio (Corridonia).
1746.8 Predicatore quaresimale a Fermo in cattedrale fu Francesco Antonio Gervasi, frate conventuale. Il cardinale Francesco Ricci presule dell’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma richiese le collette per gli schiavi che furono trasmesse. I preti Filippini stabiliti dall’arcivescovo a Sant’Elpidio a Mare nel 1731 chiedevano le rendite della Confraternita di Santa Maria della Misericordia del lascito Sopiti, ma non era stato mai praticato, anzi l’arcivescovo destinò questo denaro alla parrocchia della Corva. La Congregazione decise di non cambiare.
1746.9 L’arcivescovo fece restauri al molino “Cicarello”. Visita pastorale a Montegiorgio e a Francavilla dove l’arcivescovo acquistò un terreno dalla parrocchia, poi a Monte San Pietrangeli benedisse una campana, poi a Magliano, Alteta e Cerreto.
1746. 10 4 giugno. L’arcivescovo andò a Roma. Passò a visitare a Camerino il vescovo suffraganeo, malato, Pietro Bonaventura Savini di Montalto. Il 9 giugno a Roma, con il fratello Fabrizio vescovo di Ferentino, partecipò alle canonizzazioni.
1746.11 L’arcivescovo Borgia chiese al Papa che il martire San Fedele da Sigmaringa divenisse protettore delle sacre Missioni.
1746.12 L’arcivescovo Borgia chiese la beatificazione per il beato Camillo de Lellis, fondatore dei “Fatebenefratelli” che visse alcuni anni a Fermo.
1746.13 Canonizzazione del beato Pietro Rigalati francescano, lodata dall’arcivescovo Borgia.
1746. 14 L’arcivescovo Borgia chiese la canonizzazione del beato Giuseppe da Leonessa, per il grande esempio nelle virtù e come intercessore.
1746.15 Canonizzazione della beata Caterina Ricci, domenicana, che fu privilegiata nella conformità al Figlio di Dio.
1746.16 Benedetto XIV svolse i Concistori con grande attenzione verso tutti per sei ore.
1746.17 Il papa concesse ai Fermani i testi liturgici di San Marone; autorizzò due canonici alla vista pastorale con la loro diaria. La riduzione delle feste per lavori poi fu approvata dal Papa.
1746.18 Collazione della prepositura dei santi Giovanni Benedetto a Montegiorgio.
1746.19 Castruccio Bonamici pubblicò le notizie sui fatti del 1744 a Velletri, libro dedicato al cardinale Traiano Acquaviva, pieno di lodi e al re di Napoli. La realtà era ben diversa.
1746.20 19 luglio. La congregazione fermana governava il territorio fermano. Il 22 luglio l’arcivescovo Borgia attorno a Fermo. Il tribunale superiore ecclesiastico aveva la Rota a Macerata.
1746.21 Morte di Filippo re spagnolo. Azione degli Austriaci in Liguria e a Genova contro i Francesi. Fatti di Scozia.
1746.22 Con l’intesa stabilita con Benedetto XIV l’arcivescovo Borgia pubblicò l’indulto delle attività lavorative in determinate feste dei Santi. Ragioni.
1746.23 Documento papale contro la bestemmia. Confraternita diocesana antiblasfema.
1746.24 La vista pastorale fu accettata (nonostante un monitorio curiale romano) dalle Oblate Agostiniane di Montegiorgio introdotte dall’arcivescovo nel 1739.
1746.25 Lavori alle mura e alle torri di Porto San Giorgio. Epigrafe.
1746.26 A Santa Vittoria (in Matenano) morì il priore Nicola Porfidi. Per la cura delle anime il priore è soggetto al vescovo di Fermo. Il card. Lante abate di Farfa voleva nominare il successore, che fu nominato per concorso dall’arcivescovo Borgia. La conclusione della vertenza fu favorevole all’abate farfense che nominò Francesco Discreti.
1746.27 L’arcivescovo Borgia aveva contrattato la vendita e l’esportazione marittima del grano per gli Austriaci; ma l’autorizzazione da Roma non giunse, pagò la tassa di quattro giuli per lo rubio ed esportò.
1746.28 Canonici coadiutori: Marco Antonio Savini a fianco di Ippolito Graziani e Giovanni Antonio Leli a fianco di Nicola Calvucci. I canonici di Monterubbiano nella collegiata istituita nel 1729 indossano il rocchetto. Abate dei SS. Flaviano e Biagio era Saverio Giustiniani.
1746.29 Per l’eredità di Pietro Antonio Marefoschi di 100.000 scuti a Monte Santo, il Proposito Generale dei Gesuiti fece rinuncia, mentre la pretendevano i Compagnoni e il comune di Monte Santo aprì la vertenza.
1746.30 I genovesi il 10 dicembre si ribellarono contro gli esosi Austriaci e li scacciarono, poi avanzarono verso la Francia.
1747.1 L’indulto per le feste pubblicato dall’arciv. Borgia fu mandato all’abate Gaspare Ruggia che lo consegnò al card. Bibliotecario Angelo Maria Quirini, vescovo di Brescia, il quale era di idee contrarie e le espresse pubblicando, a stampa, una prima ed una seconda lettera contro il Borgia. Il Quirini aveva idee contrarie a quelle del Papa. Anche il Borgia stampò la prima e la seconda risposta al Quirini. Molti vescovi erano favorevoli alle idee del Borgia, tra cui quello di Assisi, Ottavio Ringhieri ed anche Ludovico Antonio Muratori, famoso scrittore.
1747.2 Il problema di quali feste eccettuare dalle attività di lavoro, fece discutere e il card. Nereo Corsini voleva salvaguardare le feste dei due San Giovanni, il precursore e l’evangelista ed alcuni giorni festivi a Natale e a Pasqua, perché era arciprete della basilica di San Giovanni in Laterano. Borgia gli diede chiarimenti soddisfacenti. Una festa da celebrare per le dedicazioni delle chiese.
1747.3 Nel mese di marzo ci fu neve. L’arciv. Borgia pubblicò un suo libro sull’orazione mentale e sulla meditazione e lo diffuse. Il Papa aveva annesso indulgenze a queste pratiche di pietà.
1747.4 Dopo Pasqua (2 aprile), arrivò a Fermo l’ispettore Francesco Terissi che punì alcuni ecclesiastici a Civitanova per frodi sulla tassa del tabacco e chiuse la collegiata, con grande sconcerto dei fedeli. Giunse da Roma la lettera del cardinale prefetto per dare all’ispettore piena iniziativa contro i contrabbandieri. Alcune sue guardie esagerarono come a Morrovalle contro il canonico Nicola Antonio Porfiri, al punto tale che lo uccisero. Il governatore Pirro Alberici fece inseguire gli assassini. Alcuni di questi furono catturati a Perugia. L’arcivescovo Borgia condannò alla radice gli abusi dei laici contro il clero e ottenne facoltà di esiliare i delinquenti rifugiatisi in chiesa.
1747.5 Le chiese farfensi nelle diocesi erano occasione di controversie per la nomina dei rettori dei benefici, per le rettorie e per i patti tra il vescovo fermano e l’abate farfense. Il decreto di accordo emanato da Benedetto XVI fu reso pubblico Roma il giorno 11 aprile e diffuso con grande soddisfazione del clero. Sopravvennero poi scosse del terremoto più gravi in Umbria che nel Piceno. L’arcivescovo Borgia fece restauri nel monastero terremotato di S. Benedetto a Gualdo, vicino a Nocera.
1747.6 Visita pastorale alla parrocchia collegiata di Santa Vittoria in Matenano. 21 maggio visita pastorale a Servigliano. Mentre andarono a Montefalcone, Smerillo e Belmonte i con-visitatori di Marco Antonio Francolini e Lucio Guerrieri. L’arciv. a Monteverde acquistò un terreno di proprietà di Nicola Antonio Calisti e destinò parte della rendita alla Scuola delle Fanciulle Povere da lui fondata. Sacre ordinazioni. A Porto S. Giorgio salutò il vescovo di Benevento, cardinale Francesco Landi, diretto a Piacenza e fu ospitato presso la famiglia Maggiori.
1747.7 A Monterubbiano a Pentecoste si fecero balli nonostante il divieto. L’arcivescovo Borgia ricorse al Papa che confermò il divieto sotto penalità.
1747.8 Questione delle feste dei santi con o senza cessazione dei lavori manuali. Il vescovo di Anagni, Giovanni Antonio Rochetoni, era di parere contrario rispetto al Borgia sostenuto dal cardinale Quirini che pubblicò una lettera diretta all’abate del monastero Desertinense in Svizzera. Varie precisazioni.
1747.9 Avvicendamento nella diocesi suffraganea di Ripatransone: trasferito il vescovo Giacomo Costa a Belluno, nuovo vescovo ripano fu Luca Recchi che pubblicò l’indulto del Borgia per le feste.
1747.10 A Fermo si rinnovò il teatro nel Palazzo dei Priori. L’arcivescovo Borgia si dispiacque perché in esso furono cancellati i dipinti raffiguranti i castelli fermani. Nuove tasse. Aiuti agli studenti esteri per farli stare a Fermo.
1747.11 Il tetto della Collegiata di Sant’Elpidio a Mare fu restaurato da Domenico Fontana. Liturgia nella chiesa di San Michele. I frati Agostiniani Eremitani della diocesi riuniti presso l’arcivescovo.
1747.12 L’arcivescovo Borgia visitò Monte Urano ove si stava terminando la costruzione della nuova chiesa parrocchiale, poi a Montegranaro ed a Monte San Giusto dove si ricostruì l’ospedale. A Morrovalle la chiesa di Sant’Antonio dei canonici regolari di Sant’Antonio dipendeva dalla corona di Francia. L’arcivescovo Borgia convince gli amministratori ad accettare la visita pastorale. I con-visitatori Filippo Spinucci e Alessandro Raccamadori andarono a Morrovalle dove si discuteva per ampliare la chiesa, poi a Montolmo. L’arcivescovo incontrò a Loreto Raineiro Simonetti, nuovo cardinale e suo amico.
1747.13 L’arcivescovo visitò Francavilla dove aveva acquistato edifici ed orti. Vi era il beneficio con la chiesa dei santi Giuliana e Sisto tenuto da Olimpio Emiliani dell’Etruria; l’arcivescovo Borgia lo prese in enfiteusi perpetua con atto scritto dal cancelliere vescovile Simone Battirelli. Recuperò terre usurpate a Campolungo.
1747.14 Vertenza contro gli amministratori di Sant’Elpidio a mare che l’arcivescovo accusava di aver usurpato terreni dell’abbazia di Santa Croce al Chienti ed all’Ete. A Roma la causa fu difesa da Lorenzo Orilia per recuperarli.
1747.15 Altre controversie. Sentenza camerale il 3 ottobre con atto del notaio Erasmi che riaffermava i diritti lateranensi sulla chiesa di Santa Maria del Buon Gesù a Montottone. Sant’Elpidio a Mare pretese di negare le spese di visita. Così pure Montegiorgio. A Monte Santo la pievania voleva diventare abbazia, inutilmente. A Montecosaro il lascito Laureti voleva essere usato per fondare una Collegiata: vertenza aperta.
1747.16 Deumidificata la chiesa metropolitana. Restauri alla chiesa dei Frati Minimi di S. Francesco da Paola con due torri. Ospedale con nuova dote a Civitanova. Ponte di legno all’Ete a Santa Maria a Mare.
1747.17 Relazione “ad limina” dell’arcivescovo Borgia a Roma con censimento di 107.981 persone nella diocesi di fermana, con l’aumento demografico di 5000 unità rispetto a cinque anni prima.
1747.18 Guerre: il re di Francia volle entrare in Belgio; gli Austriaci contro la Liguria difesa dai Francesi. La città di Goma, in Belgio, occupata dai Francesi. Eletto sovrano Guglielmo Carlo Nassau.
1748.1 Il re di Prussia, ricevuta la Slesia dall’imperatore austriaco, ha autorizzato la costruzione della nuova chiesa cattolica a Berlino e sono state raccolte offerte dai cattolici di altre diocesi anche da Fermo.
1748.2 Il 1° gennaio il Papa Benedetto XIV ha proibito baccanali nei giorni festivi. L’arcivescovo Borgia ha ordinato l’adorazione con l’esposizione del Santissimo con fruizione di indulgenze.
1748.3 Nevicate continue dal 10 al 13 gennaio. Rifornimenti di grano a Roma tramite Antonio Cosimi di Mogliano, al servizio del cardinale Valenti segretario di Stato.
1748.4 Il predicatore quaresimale nella cattedrale fu Giovanni Battista Bossi, gesuita; a Santo Spirito predicò il domenicano, padre Corsini.
1748.5 Il figlio di Camillo Borgia, fratello dell’arcivescovo, dal 1739 stava a Fermo per studi, a 19 anni tornò in famiglia a Velletri.
1748.6 Per l’indulto delle feste, il cardinale Quirini scrisse all’arcivescovo di Malines (Mechelen) criticando L. A. Muratori; l’arcivescovo Borgia pubblicò la risposta a Lucerna. Aspra disputa per cui Benedetto XIV impose il silenzio.
1748.7 Nella vertenza per le tasse sui terreni dell’abbazia di Santa Croce a Sant’Elpidio a Mare, il giudice Pietro Paolo Conti diede sentenza a favore dell’arcivescovo Borgia.
1748.8 Controversie a Civitanova fra le Monache e gli Agostiniani che avevano aperto nuove finestre. Convisitatori i canonici Francolini e Raccamadoro. A Mogliano (Marche) la monaca domenicana Maria Domenica Adeodata aveva scritto molti libri con alcune imprecisioni. Visita a Petriolo, Monte San Pietrangeli, Rapagnano, Torre San Patrizio, Francavilla, poi a San Claudio.
1748.9 L’arcivescovo Borgia fu richiesto di pagare tasse a Macerata per i terreni a San Claudio, mentre pretendeva incassarle Montolmo. L’arcivescovo pagò le tasse a Roma, lasciando aperta la lite tra i contendenti.
1748.10 4 giugno cresime in cattedrale. Ordinazioni sacre. Benedizione di altari portatili.
1748.11 L’arcivescovo Borgia dal 15 al 23 giugno presiedette il capitolo degli Agostiniani Scalzi: eletto ministro Arsenio da San Liborio di Ferrara. Arrivarono al Porto di Fermo il cardinale Pietro Luigi Carafa e Pietro Antonio Borgia, fratello dell’arcivescovo Borgia.
1748.12 Morì il canonico cerimoniere Filippo Sensini. Suo successore Carlo Bartolucci segretario dell’arcivescovo Borgia. Nuovo segretario dell’arcivescovo Nicola Alessandrini da Servigliano. Caudatario Alessandro Fosco.
1748.13 Da fine luglio a settembre stette con l’arcivescovo suo fratello Fabrizio Borgia, vescovo di Ferentino. Arrivarono anche Giovanni Battista Stella governatore di Loreto e il Ferreri. Vertenze a Mogliano tra zii e nipoti Forti, pacificazione.
1748.14 Si prepara la discussione per la beatificazione del filippino fermano padre Antonio Grassi. Privo di preghiere nella chiesa di Santo Spirito. Si dovevano produrre testimonianze dirette, di cose viste.
1748.15 Impiccagioni: una figlia parricida di Camerino, un altro colpevole di reati gravi e i due assassini del canonico di Morrovalle Don Nicola Antonio Porfiri; uno di Giulianova, l’altro di Loreto.
1748.16 Nell’episcopato di Montalto (Marche) a monsignor Pietro Bonaventura Savini rinunciatario, con la nomina di arcivescovo di Sebaste, fu successore Leonardo Cecconi, canonico di Palestrina.
1748.17 L’arcivescovo Borgia comprò appezzamenti di terre presso il convento dei Cappuccini alle pendici del Girfalco per farne un bosco ed evitare smottamenti, da Orazio Brancadoro rettore del beneficio di San Giacomo e uno ne prese in affitto dal parroco di San Martino. Caldaia per il vino cotto nell’episcopio e vigneto a Monteverde.
1748.18 L’arcivescovo Borgia fece restauri della cattedrale, mise marmi, fece fare un arco presso l’organo e la scala a chiocciola nell’abside. Le statue degli apostoli Pietro e Paolo messe in evidenza.
1748.19 Edizioni delle omelie dell’arcivescovo Borgia. Volume I° quelle tenute a Nocera; volume II° fino a tutto il 1737; volume III° dall’anno 1738 al 1744 dedicato al Papa Benedetto XIV.
1748.20 Neve il 23 novembre, poi ancora a marzo. Le invernate secondo l’arcivescovo Borgia non sono prevedibili. L’arcivescovo fece il paliotto nuovo per la cattedrale.
1748.21 Il Papa nominò, come promesso, Pietro Antonio Borgia, fratello dell’arcivescovo come canonico a Roma coadiutore e successore di Antonio Rota, archivista.
1748.22 Alla dataria apostolica il cardinale Pompeo Aldobrandi pensò di nominare Vincenzo Paccaroni coadiutore di Valentino Paccaroni, contro il parere dell’arcivescovo Borgia. Ma la nomina fu rinunciata a favore di Luigi, che era un fratello qualificatosi in Sacre Scrittura presso lo studio dei Domenicani; mentre Vincenzo pensava di sposarsi.
1748.23 Situazioni di belligeranti Francesi, Inglesi, Olandesi, Aquisgrani (tedeschi), poi Spagnoli, Austriaci, Re di Sardegna, Genovesi, Duca di Modena. Accordi e assegnazioni di territori negli accordi ad Aquisgrana. Perdite per i cattolici. Niente risarcimenti per i danni causati da belligeranti nei territori del Papa. Tassa di 120.000 scudi da pagare in 18 anni per riparare i danni di guerra nei territori papali. Nell’omelia del 1 gennaio (1749) l’arcivescovo esaltò la pace con il salmo 121 da recitare nelle parrocchie.
1748.24 La Congregazione Fermana a Roma impose una tassa sul vino e fu pagata anche da un enfiteuta della Mensa a Grottammare, ma l’arcivescovo Borgia si lamentò con Roma perché esente.
1749.1 C’era una controversia di giurisdizione con l’abbazia farfense, per cui l’arcivescovo Borgia aveva fatto richieste alla Congregazione Romana. Giunse una risposta non risolutiva. Per la giurisdizione dei Lateranensi l’arcivescovo Borgia chiese chiarimenti direttamente al Papa che accolse le sue proposte.
1749.2 L’indulto per i giorni festivi fu approvato per il Regno Siciliano ed anche in Toscana, con qualche variante di giorni festivi, secondo la proposta dell’Arcivescovo Borgia.
1749.3 Benedetto XIV liberalizzò la vendita del grano all’interno del suo Stato per via terra; mentre per l’esportazione su vie d’acqua si doveva pagare una cauzione con scadenza di un mese. L’arcivescovo Borgia per un’esportazione a Ferrara fu contrastato dal tesoriere del Piceno, Francesco Leonori e dopo vari interventi, si accordò con costui ed ebbe l’autorizzazione, sollecitata tramite Antonio Massucci, ad esportare 1000 rubi, comprendendovi il granoturco.
1749.4 I manoscritti degli arcivescovi fermani Carlo e Giannotto Gualtieri vennero consegnati e messi nell’archivio arcivescovile fermano. Nomina a Bonfiglio Morroni come canonico coadiutore. Predicatore quaresimale in Duomo l’olivetano Celestino Petracchi. Restauri in cattedrale.
1749.5 Nuovo volume edito a Fermo: le Omelie dell’arcivescovo Borgia dal 1738 al 1744, date in regalo a molti cardinali e vescovi ed al clero della diocesi, in particolare ai vicari foranei riuniti a Fermo il 29 aprile.
1749.6 Il Papa ha indetto il giubileo del 1750, invitando a dare decoro alla liturgia, ai canti e ai luoghi delle celebrazioni. L’arcivescovo Borgia decise di fare una visita pastorale, con-visitatori Marco Antonio Francolini e Giovanni Andrea Grossi: a Falerone, Sant’Angelo in Pontano, Penna san Giovanni, Gualdo. Nuovo convisitatore Isidoro Balducci. A Montefortino, Ville d’Ascoli. Sacre missioni predicate dal petriolese p. Felice silvestrino. Necessità della vicinanza dei preti con la gente.
1749.7 Visita ad Amandola e Monte San Martino. A Francavilla l’arcivescovo Borgia fece restaurare gli edifici della Mensa. Epigrafe. Ripuliture alla chiesa di Santa Giuliana. Opere edilizie a Monteverde.
1749.8 Arrivarono a Fermo il cardinale Luigi Pietro Carafa e Pietro Antonio Borgia, fratello dell’arcivescovo e canonico lateranense, che poi passarono a Loreto.
1749.9 Il Papa fece restauri a Roma per il giubileo. L’arcivescovo Borgia annunciò l’anno del giubileo nella festa degli apostoli Pietro e Paolo. Omelia poi stampata per farla leggere nelle parrocchie.
1749.10 Contraddittoria l’opera indulgente dell’Uditore della Camera Flavio Chisi, troppo remissivo delle penalità, con effetto controproducente. Esempio dei tempi di S. Bernardo e di Eugenio III. L’arcivescovo Borgia nominò Leopoldo Metastasio promotore di giustizia e Nicola Calvucci assieme con Lucio Guerrieri per i processi ed appelli. Confidenze del cardinale Giacomo Lanfredini sulle sentenze romane e sulle esperienze dei vescovi.
1749.11 Il canonico teologo Curzio Pacini fu sostituito dal nipote. La pievania di Grottazzolina dopo la morte di Tommaso Adami passò al Nicola Catalini, ma parte della prebenda destinata alla Schola Cantorum della Cattedrale.
1749.12 L’antica abbazia di Santa Croce al Chienti fu restaurata. Epigrafe a ricordo.
1749.13 Compromesso sulla giurisdizione vescovile nella chiesa di Santa Maria del Buon Gesù a Montottone e sulla Confraternita, con facoltà di visita per le autorità di San Giovanni in Laterano.
1749.14 Il 14 settembre fu consacrata la nuova chiesa parrocchiale di San Nicolò a Montegiberto. Visita pastorale ad Ortezzano, Sant’Elpidio Morico, Montottone, Ponzano, Torchiaro, Moregnano, Monte Vidon Combatte, Collina, Monterinaldo, Monsampietro Morico e Monteleone.
1749.15 A Grottammare venduta la casa adiacente al mulino di Filippo Scoccia; acquirente Antonio Guerrieri. L’arcivescovo Borgia acquistò la lavanderia di Filippo Natali con atto notarile di Filippo Maggiorana.
1749.16 Il cardinal Prospero Colonna e suo nipote, il duca Sforza Cesarini, in visita Civitanova Marche.
1749.17 L’arcivescovo Borgia insisteva sul raccomandare la pratica del sacramento della Penitenza per l’anno del giubileo.
1749.18 Antonio Sforza Costa maceratese inviò grano dal Piceno a Roma per l’anno giubilare. Prezzi bassi ed esportazioni limitate all’interno dello Stato Romano.
1749.19 Pirro Alberici, governatore a Macerata, fu mandato a Roma, suo successore fu Basilio Scirimani. Elogio del defunto vescovo di Montalto, Pietro Bonaventura Savini; suo successore fu Cecconi.
1749.20 L’eredità ricca di Pietro Antonio Marefoschi, per la sentenza del giudice Elefantucci della Curia Romana venne assegnata al Comune di Monte Santo, contro i desideri della famiglia Compagnoni che sollecitava una porzione.
1749.21 Dipinti nuovi all’abside della chiesa metropolitana. Natale Ricci e suo figlio Filippo dipinsero l’Assunzione di Maria al cielo e molti santi; Giuseppe Ciferri dipinse i simboli della B. V. Maria: sole, aurora, luna, cedro, cipresso, palma, rosa, olivo, platano, cinnamomo, balsamo.