TUTTA LA CHIESA E’ SACERDOTALE e SACRAMENTO DI SALVEZZA Antimo Lorcassi
“Camminiate nella carità nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore” scriveva san Paolo agli Efesini (4,2). I cristiani sono “una cosa sola” con Cristo e tra di loro come unico organismo vivente che spende le sue energie per portare la salvezza all’umanità, con spirito di dialogo..
Si considera il cristiano non come un suddito della Chiesa, ma come una persona pienamente partecipe della fratellanza di Gesù Cristo, Messia redentore che nel battesimo dona l’impronta di figli di Dio. il battezzato laico non è considerato come il prolungamento della mano della gerarchia, ma come una persona partecipe realmente di un sacerdozio ecclesiale e biblico. Diceva Paolo VI: “Siamo il corpo di Cristo, non siamo un’associazione qualsiasi, dobbiamo rafforzare nel nostro spirito un sentimento vivo, sicuro e amoroso del significato della Chiesa”.
San Tommaso d’Aquino scriveva che ogni cristiano è partecipe del sacerdozio di Cristo (III,63,3). Il Concilio Vaticano II ha ribadito che in forza della rigenerazione e della unzione dello Spirito Santo i battezzati sono consacrati come costruzione spirituale e sacerdozio santo. Sono chiamati a passare dalle tenebre alla luce ammirabile. Le azioni di una persona cristiana vengono offerte come sacrifici spirituali che manifestano le meraviglie soprannaturali.
Tutti i figli della Chiesa sono sacerdoti. Non in senso riduttivo come se i ministri del Sacrificio Eucaristico siano alla pari dei laici: non si tratta di laicizzare il ministri consacrati; piuttosto di far sì che il sacerdozio gerarchico e quello comune dei fedeli siano vissuti l’uno per l’altro in funzione della missione redentiva dell’umanità. Tutta la Chiesa presta un servizio al mondo con il suo potere santificatore e per questo esiste l’autorità pastorale dei consacrati, costituiti dispensatori dei misteri di Dio.
Nel valorizzarle il sacerdozio comune dei fedeli non si può annullare la sua differenza con il sacerdozio ministeriale. Questi sono inseparabili: come in un corpo umano, anche nella Chiesa esiste una funzione direttiva che si associa a quella comunicativa. Il ministro ordinato non supplisce il fedele militante, né questo potrà supplire il sacerdote consacrato: nessun clericalismo, nemmeno monopolio di apostolato, neppure ‘laicalismo’ che pretenda separatezza ed autonomia. Piuttosto occorre una articolazione perseverante nella funzionalità delle forze, come nella fisiologia di un organismo. La direzione spirituale dei ministri ordinati valorizza le energie sacerdotali di tutti i fedeli.
E’ fondamentale stabilire rapporti stretti ed organici fra le attività apostoliche dei laici e la gerarchia ecclesiastica. Paolo VI chiedeva ai laici coraggiosi e generosi di infondere la loro intuizione dei bisogni dei tempi, la ricchezza delle loro energie, la comunione totale in sinergia con tutta la Chiesa. E’ un vincolo organico indispensabile da mantenere e rinnovare, è un’articolazione intelligente, perseverante e creativa. Nessun credente è membro passivo ed inerte del corpo ecclesiale, ma ciascun cristiano ha una missione di apostolato evangelico. Il battesimo e la cresima non sono effusioni di grazie semplicemente a proprio uso e consumo, ma sono strumento della grazia stessa a favore di tutto la Chiesa e dell’umanità, per mezzo dell’irradiazione della carità e della santità. Ogni cristiano è luce, sale, lievito, come presenza di Gesù Cristo redentore. Ciascun cristiano è in servizio per la vita del mondo. Dimensione missionaria.