Crisi della famiglia: non si vuole il matrimonio?
Il sinodo dei vescovi nel 2014 raccoglie le testimonianze vissute dalle famiglie e nel 2015 elaborerà proposte a vantaggio di queste. Papa Francesco insiste sulla misericordia e sulla tenerezza nei confronti delle persone ferite, nelle periferie geografiche ed esistenziali. Le convivenze ed i matrimoni in crisi sono indicativi di un allarme sociale ed umano, pongono formidabili sfide sulla stabilità e continuità dei vincoli familiari matrimoniali. Sono diffuse le coppie di fatto che sono titubanti verso un eventuale matrimonio, e che a volte ne escludono anche l’idea. E le conseguenze non sono da poco.
Il vescovo anconetano Edoardo Menichelli, delegato per le famiglie nelle Marche, dice che non sempre c’è consapevolezza chiara di quello che il matrimonio richiede. Tutti vorrebbero tutto dal matrimonio, ma non vogliono il matrimonio. Si è indebolito il senso del dono, dell’appartenenza, di una scelta per la vita. Le parrocchie sono orientate a far percepire ai conviventi, ai divorziati, ai separati che la Chiesa è vicina a loro, non vuole condannarli. L’accompagnamento della misericordia non è “ condono della verità”, ma un accompagnamento che porta alla rilettura della propria vita, usando la bontà che le persone capiscono bene.
Le convivenze senza né l’atto pubblico né il sacramento del matrimonio sono l’aggrovigliata trama sociale che incalza i rapporti con le altre persone, il legame con il partner. Il proprio benessere personale non può essere a scapito degli altri, soprattutto delle innocenti creature. Se manca la riflessione, prevale l’ignoranza. La riflessione pone le domande e i dubbi utili a trovare le strade giuste. La paura può far commettere errori tanto da far evitare il matrimonio stesso; così pure l’audacia spericolata ha portato a matrimoni immaturi seguiti a breve da divorzi.
Occorre una vita interiore chiara nel sapere cosa si voglia per vivere nella rettitudine. Non si vive solo per gli interessi materiali. La gratuità del bene rende le persone accoglienti tra loro e le illumina di gioia. I figli non possono essere lasciati alla mercé di variabili umori, debbono vedersi accolti per trovare sicurezza, fuori dagli accaparramenti materni oppure paterni. Non sono i desideri individuali ad esigere in ogni modo soddisfazione. Il sostegno della fede riduce le pretese litigiose e facilita la comprensione altruistica.
L’orizzonte di padre, l’orizzonte di madre è illuminato dal bambino nella culla del cuore perché il figlio è carne sia del padre e carne della madre. La persona umana ha una dignità irriducibile e agisce nel desiderio di un bene infinito, splendente di bellezza. Il problema che si intraprende con il partner nasce nella coscienza del percorso di vita famigliare che sia valido e non sia fallace. Quando nella consapevolezza Dio è riconosciuto, la visione delle cose e del mondo cambia veramente. La motivazione si orienta verso obiettivi che sono guidati dall’anima.
L’ambito umano è fatto strumento di più nobili finalità, negli incontri, nelle attenzioni, negli ascolti, nell’umiltà, sapendo accogliere Dio con umiltà. L’aiuto del sacramento cristiano del matrimonio rende i laici sposati testimoni di una vera vocazione che fa costruire il rapporto coniugale con spirito di accoglienza alla vita e di servizio reciproco; vocazione che serve anche ad intrecciare rapporti con le famiglie in difficoltà, facendo un cammino che apre nuove prospettive comuni di vita e di fede.
Dice papa Francesco: “ Due cristiani che si sposano hanno riconosciuto nella loro storia di amore la chiamata del Signore, la vocazione a formare uniti, maschio e femmina, una sola carne, una sola vita. E il Sacramento del matrimonio avvolge questo amore con la grazia di Dio, lo radica in Dio stesso. Con questo dono, con la certezza di questa chiamata, si può partire sicuri, non si ha paura di nulla, si può affrontare tutto, insieme!”
I cambiamenti non si fanno solo con le leggi, ma anche attraverso i buoni comportamenti, con l’evoluzione delle coscienze delle singole persone che la Chiesa si sforza incessantemente di guidare ogni giorno nell’esercizio dei beni sicuri. Scriveva Federico Ozanan ad un amico: “ Impariamo soprattutto a difendere le nostre convinzioni, senza odiare gli avversari; ad amare coloro che la pensano diversamente da noi… Siamo meno scoraggiati e siamo migliori.”
La vita è nell’oggi vissuto sotto lo sguardo di Dio che è Eterno. Sa Paolo dichiara “Dimentico del passato, mi protendo verso ciò che mi sta davanti”.