EREMI AD AMANDOLA E MONTEFORTINO di Germano Liberati
Andiamo ad Amandola. In prossimità dell’abitato urbano si incontra, sulla destra della strada provinciale 239, la chiesa di Santa Maria a pie’ di Agello, edificio rurale, forse di origine gentilizia, secondo la denominazione romana prediale che allude ad una appoderamento privato. È di semplice struttura, con un porticato sui fianchi, sorretto da pilastrini. Numerosi affreschi, molti dei quali votivi, decorano i fianchi esterni e l’interno. Costituiscono una rassegna di vari mani di artisti tra il quattrocento e il cinquecento: pittori locali, maestri marchigiani di passaggio ed epigoni di scuola umbra. Tra tutti si eleva il maestro della “Dormitio Virginis”, Transito della Vergine Maria.
All’Infernaccio dell’Ambro se giunge seguendo il sentiero nella valle, risalendo il corso di questo fiume: ambiente aspro e accattivante; le numerose cascatelle; i Balzi Rossi, a strapiombo, di una marna color rosa, interessata da una tettonica molto tormentata; i picchi e gli spuntoni di roccia che si stagliano minacciosi conducono su su fino alle Roccacce; tutto intorno un verde cupo di arbusti ed alberi che nell’autunno volge verso infiniti toni di giallo e rosso. L’Infernaccio del fiume Tenna si raggiunge dopo l’incasato di Rubbiano, lungo il tratturo. Qui ci si infila nella stretta e tortuosa gola del Tenna, detta “Stretta delle Pisciarelle” e si rimane col fiato sospeso e con un senso di brivido addosso per l’orrido che si dispiega in scorci sempre diversi. Dopo aver superato la gola, il sentiero risale e si biforca. Proseguendo diritti si può arrivare fino a Capo Tenna, dove un tempo si potevano ammirare le Cascatelle delle sorgenti del Tenna, ora imbrigliate e incanalate con un muro di cemento per l’acquedotto. Arrampicandosi invece a destra, per la mulattiera attraverso una splendida faggeta, si raggiunge l’eremo di San Leonardo al Volubrio: “pietra su pietra” lo ha rimesso su, esattamente sui resti dell’antico, con infinita pazienza e amore, padre Pietro, moderno eremita.