La mente umana con la ragione e con la rivelazione del creatore

LA MENTE UMANA E LA RIVELAZIONE

E’ la mente il luogo delle cose intelligenti e sapienti. La sapienza è uno spirito amico delle persone  leali che non fanno ragionamenti tortuosi, né si sprecano in cattiverie. La sapienza rifugge dalla finzione, dai discorsi insensati; al contrario fa esplorare la realtà sincera delle cose. Il metodo semplice e rigoroso  facilita la comprensione. La mente è libera nel ricercare la verità e nell’abbandonarsi a questa: quando pone un problema offre le risposte che sciolgono le perplessità. La mente sapiente comunica con sobrietà senza questioni oziose,  con vocaboli efficaci, non strani, e fa la sintesi. La ricerca delle certezze è decaduta  in un contesto storico come quello attuale di instabilità economica e sociale e di confusioni politiche e culturali,  ragion per cui è necessario fissare e tramandare i punti fondamentali, determinanti.

Dentro la mente c’è il desiderio di essere felici, perché la vitalità fa parte della natura umana che vi rinuncerebbe con difficoltà e non si rassegna alle infelicità inspiegabili. Ci sono gioie che uno pensa di avere e ci sono altre gioie che si vogliono scoprire con speranza in un cammino di esplorazione della loro affidabilità. La mente va verificando in tutto un disegno di umanità. La ricerca filosofia avviene nel tempo. L’uomo, quando nasce è un essere ricchissimo di potenzialità che sono suscettibili di molte realizzazioni. La progettualità umana viene concepita dalla ragione e si esprime come antropologia. Scoprire progetti sempre più vasti, significa risalire alla sorgente primigenia di ogni progetto sull’uomo.

La ragione è soggetta al rischio di chiudersi nella sua immanenza, tanto da provare sfiducia di se stessa nel cammino verso la verità universale che chiarisce il mistero dell’esistenza umana e non può escludere la possibilità di esser contattata da una realtà esterna che produce pensiero ed allarga gli orizzonti.   Se si trovasse di fronte al rivelarsi di un mistero di salvezza, che proviene al di là della stessa mente speculativa, si mette a verificare se esso ha benemerenze. Quel che conta è un genuino rapporto con la vita che non escluda la domanda del senso esistenziale. Alla ragione umana non può negarsi la capacità di procedere nel tempo verso la conoscenza della verità  metafisica degli esseri.

La mente, nel pensare, cerca ciò che è reale e razionale, senza alterazioni, né mistificazioni, nel  voler conoscere e sapere, compie un atto volontario, libero, non sottomesso alla costrizione né alla cecità. Questo atto ragionevole risponde al desiderio dell’intelligenza che vuole arrivare a vedere nel minimo indispensabile il massimo possibile. Si scopre ben dotata quando coglie nel gusto del minimo, il massimo del gusto. Lo studio è l’esplorare i frammenti per scorgervi l’intero.

E’ possibile acquisire le conoscenze che sono offerte da una fonte extraumana ed avere una chiamata a condividere la conoscenza rivelata, anzi entrare in relazione con il trascendente. Si esplora  la rivelazione  perché pensarla è filosofia, al di là del conformismo passivo e dell’anticonformismo individualista. Il creatore esige una conoscenza migliore di quella puramente nominale. L’impegno di ricerca è nell’esplorare il senso delle realtà. L’automanifestazione soprannaturale è gratuita e la sua rivelazione è una chiamata alla compartecipazione. Non si confonde la verità raggiunta tramite la rivelazione con la verità delle riflessione filosofica, ma l’una non è superflua all’altra e si integrano.

È possibile aprirsi all’esistenza dell’essere increato che vive da sé perché tutte le realtà sono un’unica partecipazione. Si configura il suo l’intervento di autorivelazione. La filosofia tenta di scoprire una visione integrale della realtà senza separare il rivelarsi dello spirito creatore dalle visure interiori naturali alle persone, poiché sono conoscenze in rapporto tra di loro. Non c’è nessuna realtà naturale che sia neutra o indifferente rispetto all’opera della grazia del creatore. Il significato ultimo della creazione, la sua destinazione è gratuita, è dono di cui l’essere umano si ritrova a fruire, senza che si sia generato da se stesso. La consapevolezza delle limitate capacità umane nel conoscere il creatore, rende ragionevole accogliere ed esplorare la rivelazione. La mente riceve conoscenze che stanno oltre se stessa.

A chi obietta che la rivelazione è un discorso consolatorio e irreale, si risponde che anche questa obiezione è consolatoria per lo stesso obiettore. Il discorso  che si fa per sconfiggere il credente è ricercato a consolazione del volere riportare vittoria su chi pensa in modo diverso da lui. Se si trovasse sconfitto, sarebbe sconsolato. Battista Mondin  presidente dell’Associazione  Docenti italiani di Filosofia, diceva che la ricerca su Dio è condotta filosoficamente per il fatto che la nostra intelligenza desidera conoscere le proprietà soprannaturali. Questa ricerca è completamente rispondente alla natura razionale dell’uomo e alla sua brama di conoscenza, ed è necessaria per sottrarre la religione alle accuse di stoltezza, di ingenuità e di infantilismo. Nessuna persona può pretendere di possedere tutta la verità, può tuttavia esplorarla con umiltà. Le conoscenze rivelate sono forza di libertà e di fiducia.

La ragione rifiuta l’insignificanza dell’uomo e dell’universo, la morte e l’annientamento della ragione stessa. Le conoscenze che si ricevono dalla rivelazione dell’Altissimo vengono svelate alla mente mediante tutte le risorse della ragione umana. La fede non è in contrasto con la ragione, anzi ragione e fede sono in armonia. C’è un ponte tra il soprannaturale che si rivela e l’umanità intera che si riconosce creata dal suo rivelatore. La felicità, le virtù, i vizi, la temperanza, la liberalità, la fortezza, la magnanimità, l’onore, l’amicizia, il piacere, la veridicità, la giustizia si trovano di fronte o corrispondono al desiderio connaturato del bene. La creatura è entrata nella storia del creatore per dono ricevuto. Il rispetto della rivelazione richiede più sapienza del cuore che non pratiche esteriori. Gli intelligenti  orgogliosi si ricredono delle proprie abilità tanto da non accorgersi che non ne ricavano quanto vorrebbero. Napoleone Bonaparte voleva ridurre il papa a suo ministro della religione. Null’altro che strumentalizzazione.

La rivelazione cristiana ci presenta il progetto di salvezza. La mente è chiamata ad aprirsi al discorso del Padre che risuona nel Vangelo. L’accoglienza è sostanziale, necessaria, se non si vuole che la vita finisca in un autogol della creatura. La fede ci salva dai guai; non è un prodotto della sensibilità umana, quasi che l’uomo possa decidere da sé come rapportarsi con Dio; è piuttosto una risposta alla provocazione benefica che proviene dall’Altissimo rivelatore; è fare spazio a chi viene a salvare la storia umana, un arrendersi all’opera dello Spirito creatore. La rivelazione è annuncio di misericordia divina e recupero del perdono.

L’uomo che decide liberamente di credere apre lo sguardo della sua intelligenza sulla verità integrale. L’amore al Salvatore è amore all’Amore misericordioso che fa conquistare il bene nel superare il nativo egoismo. E’ un atto che coinvolge tutto l’uomo. Per Giovanni Paolo II le persone umane scoprono il proprio significato nel mettersi alla ricerca di Dio ed alla fine di questa ricerca trovano il Redentore che vuol essere riconosciuto negli umili, nei derelitti, negli ultimi di questo mondo.

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